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sabato 19 gennaio 2013

Sotto il segno dei "Grimsby"..


Una cittadina portuale di pescatori nella regione del Lincolnshire, sorta alla foce del fiume Humber. In termini puramente geografici potrebbe bastare questa breve descrizione per inquadrare e definire l’abitato di Grimsby in Inghilterra. Ma proviamo ad andare oltre, perché magari qualche curiosità la troviamo. La prima riguarda l’emblema della città, il monumento più famoso del luogo. Giù, in fondo al molo, tra vecchi pescherecci, gabbiani famelici e acqua sporca, si erge maestosa la Dock Tower, costruita nel 1852 e alta 94 metri. Anche se inutilizzata dal 1892, rimane un orgoglioso ricordo della passata storia locale legata alla pesca e attività correlate, poiché era adibita a torre idraulica per aprire i cancelli del Royal Dock. Un milione di mattoni circa, e all’interno la scala in ghisa più lunga del mondo. Il tutto progettato da un certo Jason William Wild, che dopo un viaggio in Italia si era innamorato della Torre del Mangia di Siena e aveva cercato in qualche modo di riprodurla. Aggancio interessante per il racconto e motivo d’orgoglio, almeno per me che vivo a pochi chilometri dalla città del Palio. Nella zona di Grimsby inoltre, troviamo in quantità una delle tante cose meravigliose dell’Inghilterra, ovvero i public footpaths, ossia dei sentieri, o camminamenti aperti al pubblico, che costeggiano campi, fiumi e laghi, attraversando pascoli, prati, e persino campi coltivati. Secondo qualche teoria si ritiene che sia possibile attraversare l’intero Regno Unito camminando unicamente lungo i suoi public foothpaths. E’ stato stimato, infatti, che tra Inghilterra e Galles vi siano oltre 91.000 miglia di queste strade tipiche.

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Per rendersene conto, comunque, basterebbe guardarsi intorno, e se capitate nella periferia di una cittadina inglese non troppo grande, sicuramente, al termine di una staccionata, vicino a un cancello o al limitare di quello che apparentemente potrebbe sembrare un terreno non edificato tra le case, potreste notare un cartello discreto, rotondo o rettangolare, con una piccola freccia e la scritta public footpath. Sembra che uno dei più belli sia quello fra Grimsby e Cleethorpes, dove scorre il Tetney Lock, che malgrado il nome trattasi semplicemente di un canale dove fino a qualche anno fa si poteva bere una birra seduti al caratteristico Crown & Anchor, uno storico pub che ha visto il suo splendore per un paio di secoli buoni. Dicevamo non a caso di incamminarsi da Grimsby a Cleethorpes perché la casa del Grimsby Town Football Club ossia Blundell Park si trova proprio nella piccola frazione non molto distante dal centro cittadino. Una squadra quella dei “mariners” che malgrado sia caduta in disgrazia di recente, resta il più titolato dei tre club professionistici provenienti dal Lincolnshire, essendo l'unico ad aver giocato nella massima serie nazionale. Inoltre è il solo club della regione ad aver raggiunto la semifinale di FA Cup, impresa compiuta in due occasioni consecutive negli anni trenta,(1936 e 1939. La prima volta contro l’Arsenal al Leeds Road di Huddersfield, la seconda contro il Wolverhampton Wanderers in uno stipatissimo Old Trafford, ai tempi di bomber Pat Glover), e anche il solo ad aver vinto due finali di competizioni “minori” sotto le torri del vecchio Wembley Stadium. Da queste parti sono passati allenatori decisamente celebri, primo fra tutti Bill Shankly, che poi avrebbe raggiunto gloria eterna a Liverpool, e Lawrie McMenemy il quale, dopo aver guidato il Grimsby alla promozione nell'allora terza divisione nel 1972, si trasferì al Southampton, dove a sorpresa vinse la FA Cup nel 1976. Adesso però come sempre torniamo indietro, molto indietro fino all’estate del 1878 che sembra dalle cronache metereologiche d’archivio sia stata una delle più calde del XIX secolo, e chissà se questo particolare, abbia influito per la nascita del sodalizio calcistico. C’è un ragazzo si chiama Charlie Horn e sta camminando per raggiungere i suoi amici della squadra di Cricket del Morsley a Clee Park. Il fatto è, che attira un certo numero di strane occhiate al suo passaggio, perché il nostro Charlie stringe sotto il braccio con circospezione quella che sembra una grande borsa mossa dalla leggera brezza del pomeriggio. In realtà si trattava di una rudimentale e leggera palla da gioco che Charlie e i suoi amici prenderanno a calci per ore. Un divertimento enorme. Sia chiaro, il calcio era ancora nella sua infanzia, e il momento della formazione del campionato inglese era ancora distante dieci anni, ma questo nuovo sport stava prendendo piede rapidamente in tutta l’Inghilterra Vittoriana. Inebriato e felice il gruppo cominciò a parlare di formare la propria squadra di calcio. Come un po’ dovunque sarebbe stata l’attività adatta per tenersi occupati durante i lunghi mesi invernali, mentre aspettavano la nuova stagione di Cricket. La fondazione ufficiale avviene in settembre a seguito di una riunione tenutasi presso la Wellington House Arms, dove si deciderà di chiamare la squadra con l’appellativo di Grimsby Pelham. Pelham era il nome della famiglia di grandi proprietari terrieri della zona, noti anche come i Conti di Yarborough.


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Ma evidentemente questo accostamento nobiliare non fu da tutti troppo gradito e allora appena un anno dopo il suffisso venne modificato per il più banale e diffuso "Town". La prima casa del club fu stabilita proprio nel campo da cricket del Morsley in Clee Park, in un bel punto panoramico tra il mare e la strada per Grimsby. Le strutture originarie come in tanti casi analoghi erano quasi del tutto inesistenti e il neonato Grimsby Town presto sarà costretto a trasferirsi in un campo adiacente adesso attraversato da Lovett Street. Il soggiorno in questa sede resterà, però, di breve durata, nel 1880 il club tornò al loro campo precedente, che divenne noto come Clee Gardens Park. Nel 1883 l’impianto si fornisce di spogliatoi per i giocatori che in realtà non erano altro che cabine balneari prese in prestito dalla vicina spiaggia. Ed è stato proprio su questo terreno che il Grimsby Town sperimentò un primo empirico modello di riflettori per partite serali o in notturna illuminando il campo con otto piloni intorno al rettangolo di gioco. Ai piedi di ciascun pilone, era pompato catrame da un serbatoio in pressione e convertito in un gas leggero che inondava di luce quasi irreale atleti e spettatori. Nella stagione 1888/89 si ricorda con grande orgoglio la visita del Preston North End in FA Cup, che portò una folla di circa 8.000 spettatori, un record che ancora oggi gareggia con la media spettatori dei mariners. Quella stagione segnata dalla storica partita con i “Northenders” segnò la fine del contratto per l’affitto del terreno. Il club si vide costretto alla rapida ricerca di un nuovo impianto che questa volta fu individuato e preso in Abbey Park a Grimsby, abbandonando ma solo per il momento Cleethorpes . Questo terreno, così chiamato per la sua posizione nei pressi del sito di una antica abbazia, si trovava adiacente al People Park, che esiste ancora oggi. Il suo proprietario si chiamava Heneage Right, un parlamentare piuttosto influente, che grazie a un abile e furba azione diplomatica avrebbe dovuto svolgere un ruolo centrale nell’acquisto finale di un sito da parte del club, questa volta a Blundell Park, a poche centinaia di metri da Clee Park Gardens. L’astuto Mr Heneage lamentò il cattivo comportamento di alcuni dei giocatori e usò ciò come una comoda scusa per riportare il Grimsby Town nella sua vecchia zona e quindi ancora a Cleethorpes. Questa volta lo spostamento sarà finalmente definitivo. A proposito nonostante il repentino cambio di denominazione furono i colori della famiglia Pelham i primi adottati dalla società, che indossò nelle prime stagioni una maglia a cerchi bianchi e blu. A questa seguiranno due strisce celeste e cioccolato, ispirate dai colori clericali dell'Abbazia citata precedentemente. Dopodiché, forse per attirarsi la fortuna, e non certo il giudizio estetico e sartoriale, si passò a camicie rosa salmone. Le stravaganze non erano finite perché nel 1906 ecco un nuovo modello di divisa bianco dall’ampio colletto colorato in rosso. Alla fine, nel 1911 comparve la livrea attuale, quella a strisce bianconere alle quali verranno successivamente “allegati” vivaci calzettoni rossi. Ho volutamente intitolato questo racconto “Sotto il segno dei Grimsby”, parafrasando chiaramente “Sotto il segno dei pesci”, non a caso, perché come detto, qui la pesca è stata e lo è ancora l’attività principale, e il club non poteva quindi evitare di accollarsi l’onore e l’onere, di rappresentare nel suo stemma il lavoro principe del luogo, e allora si nota subito, come nel crest (almeno in quello originale) “navighino” tre pescherecci in un mare solcato da onde bianconere. Una versione modernizzata, con solo un battello e l'inclusione di tre pesci, fu poi progettato a metà degli anni settanta. Si dice, ma non è del tutto chiaro che i tre pesci siano collegati per empatia con i tre leoni simbolo d'Inghilterra. A questo punto inutile soffermarsi sugli anni che seguirono il dopoguerra, anche perché sono legati a un declino e un anonimato piuttosto deprimente. Decido di andare direttamente alla fine degli anni novanta. Prima però due note definiamole di “colore”. Dal 1979 al 1984 il Grimsby è sponsorizzato da “capitan Findus”. La nota marca di surgelati infatti, apporrà il suo nome sulle maglie dei mariners a ricordare se mai c’è ne fosse bisogno il legame fra i prodotti ittici e la cittadina, un azienda che comunque collabora ancora con la società visto che una stand di Blundell Park è stata costruita con il contribuito di questa ditta e lo sponsor attuale della squadra la “Young’s” fa capo al gruppo Findus. Nel 1995 invece firma per il Grimsby Town l’italiano Ivano Bonetti che diventa così il primo straniero della squadra e un beniamino dei fan locali, tanto che, quando venne annunciato che occorrevano centomila sterline per affittare Bonetti dalla compagnia di gestione statunitense che ne deteneva i diritti di “servizi ed immagine”, la cifra venne raccolta per metà dai tifosi e per metà dallo stesso Ivano. Il culmine della sua prima stagione in Inghilterra lo raggiungerà quando segnò il goal vincente contro il West Bromwich, all’epoca allenato dall’ex manager del Grimsby, Alan Buckley e nel quale giocavano diversi ex giocatori del Grimsby. Ed ecco però il colpo di scena, perché per ritrovare un sorriso vero, anzi, a essere precisi due, bisognerà attendere la stagione 1997-98 quella che vide il ritorno sulla panchina dei mariners proprio di Alan Buckley, dopo il periodo infruttuoso come manager dei baggies. Per il Grimsby Town fu sicuramente la stagione di maggior successo fino a oggi. Nell'estate del 1997, Buckley, nato nel 1951 a Mansfield, faccia rubizza e due occhi che sono fessure di azzurro, riuscì in accordo con il suo assistente John Cockerill e con il presidente dell’epoca Bill Carr, a portare in seno alla squadra giocatori di accettabili doti tecniche e sufficiente carisma. Dal The Hawthorns, Alan si porta dietro il regista del WBA Paul Groves, e altri due centrocampisti, Kevin Donovan e David Smith.

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A metà stagione arriverà invece dall’Huddersfield Town, Wayne Burnett che a conti fatti si dimostrò un eccellente affare per il club di Blundell Park. A guidare in campo la squdra ci pensò il difensore di una vita, John McDermott, uno che ha speso tutti i suoi vent’ anni di carriera a giocare per il “Town” detenendo un invidiabile record di presenze, che parla di 754 partite totali per i Mariners. Uno dei soli diciassette giocatori nella storia del calcio inglese, a giocare più di 600 partite di calcio per un singolo club. Dopo un inizio leggermente complicato la stagione svoltò positivamente spingendo il Grimsby nelle prime posizioni della classifica in una battaglia per la promozione che vide protagonisti oltre ai bianconeri anche Watford e Bristol City, oltre al “costoso” Fulham assemblato da Mohammed Al-Fayed. Buono il percorso in Coppa di Lega che vide i Mariners eliminare team più quotati del calibro di Leicester City e Sheffield Wednesday prima di cedere il passo perdendo a Anfield con il Liverpool. Un anno dove si accesero giovani di valore come Daryl Clare , Danny Butterfield e Jack Lester che stavano diventando ormai parte integrante e significativa della rosa di Buckley. Ma i giorni più belli resteranno quelli dei due viaggi nel nord di Londra. Il Grimsby Town non era mai stato a Wembley. In quel 1998 i viaggi furono addirittura due, per due finali entrambe vittoriose. La prima per il Football Trophy contro il Bournemouth, quando un colpo di testa di Kingsley Black a quindici minuti dal termine dei tempi regolamentari portò la partita ai supplementari, decisi al minuto 112 da Wayne Burnett che segnerà la rete decisiva; la seconda quattro settimane dopo per affrontare il Northampton Town nella finale play off della seconda divisione. Il Grimsby Town vinse anche quella partita grazie al goal di Kevin Donovan, una rete che regalò così la promozione ai mariners, e un doppio storico successo a Wembley con 35000 fan al seguito. Un anno unico, o come direbbe Hornby, il “loro anno preferito”.



di Sir Simon



Hendon F.C.


L'Hendon FC sta attualmente giocando la sua seconda stagione sotto la proprietà dei suoi sostenitori, dopo la loro acquisizione del Club avvenuta nell'estate del 2010. Questa è la 50° stagione consecutiva nella quale il club gioca nella massima divisione della Isthmian League.


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Il Crest


La prima stagione sotto la proprietà dei tifosi ha visto il club raggiungere il Primo turno di FA Cup per la 20a volta nella sua storia, anche se l'avventura si è conclusa con la sconfitta contro il Chelmsford City.
Il club ha anche raggiunto la finale della London Senior Cup, perdendo però con il Wingate & Finchley, e la semifinale della Middlesex senior Cup, perdendo con lo Staines Town.

Il club ha una storia illustre e orgogliosa: l'Hendon FC è stato fondato nel 1908, iniziando la sua esistenza con il nome Christchurch Hampstead. Nella sua prima vera stagione il club si laureò Campione della Finchley & District League Third Division.

Nella stagione 1909-10 il club venne ribattezzato Hampstead Town, e subito vinse il titolo di Seconda Divisione, e la First Division l'anno seguente.
Altri successi arrivarono quando il Club entrò a far parte sia della London League e sia della Middlesex League, e successivamente il Club è stato eletto nella Athenian League nel 1914, raggiungendo così il livello superiore dei campionati amatoriali dopo soli 6 anni dall'esistenza del club.

Nella stagione 1914-1915 giocò solo due partite a causa dello scoppio della guerra, ma nella stagione del debutto nel 1919-20 il club ottenne un ottimo quarto posto in classifica.
Il club terminò al secondo posto nel 1929, 1933, 1948, 1949 e 1952, prima di riuscire a vincere finalmente il Titolo nel 1953.

Il Club conquistò altri due Titoli nel 1956 e nel 1961.


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Hampstead Town 1919

Una nuova denominazione del Club avvenne nel 1926, quando venne tolto il suffisso "Town" ed il club venne chiamato semplicemente Hampstead, seguito da un ulteriore cambio di nome in Golders Green nel 1933.
Il cambio di nome finale arrivò finalmente nel 1946, quando il Club divenne noto come Hendon.

C'era un club precedente chiamato Hendon che raggiunse i quarti di finale della Coppa d'Inghilterra nel 1883, e nel 1932 l'Hendon incontrò l'Hampstead in due amichevoli, la seconda delle quali l'intento fu quello di raccogliere fondi a favore dell'Hendon che però, purtroppo, cessò di esistere pochi anni dopo.

Nel 1963 il club venne accettato nella Isthmian League e questa è la categoria nella quale l'Hendon è rimasto da allora fino ad oggi, giocando sempre nella massima divisione.

Nella prima stagione l'Hendon terminò al secondo posto in classifica, seguito dalla vittoria un anno dopo, nella stagione 1964-65.
L'Hendon conquistò un altro Titolo nel 1973, ed arrivò al secondo posto nel 1966 e nel 1974.
Nelle prime 11 stagioni nella Isthmian League, l'Hendon non ha mai terminato in una posizione inferiore al 6 ° posto.


Hendon 1966

Da quel momento in poi il club ha avuto stagioni buone e cattive in ​​campionato con un rendimento quindi altalenante, e nel 2006 il club è stato graziato evitando la retrocessione dato che il Canvey Island ebbe una retrocessione volontaria prendendo il posto dell'Hendon.

Il Club ha raggiunto la finale della FA Amateur Cup 5 volte, vincendo la finale nel 1960, 1965 e 1972.

L'Hendon ha avuto un buon rendimento anche nella FA Cup nel corso della sua storia.
Oltre alle 20 presenze al primo turno, ci sono state 6 presenze nel secondo turno (l'ultimo nel 1999-2000 a Blackpool) e una apparizione nel terzo turno nel gennaio 1974 che ha visto i Greens pareggiare per 1-1 contro il Newcastle United al St James Park prima di perdere il replay 4-0 a Vicarage Road (lo stadio del Watford FC).

Il club ha ottenuto successi in coppe di Contea vincendo la Middlesex Cup 15 volte sulle 27 finali disputate, oltre a vincere la Middlesex Charity Cup 14 volte. L'Hendon ha vinto anche la London Senior Cup in tre occasioni, con altre 11 apparizioni in finale.



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Il club si trasferì al Claremont Road nel 1926, e la prima partita disputata fu in FA Cup contro il Berkhamsted Town il 18 settembre con l'Hendon che vinse per 4-3.


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Claremont Road




Il Club ha abbandonato il Claremont 82 anni dopo, l'ultima partita è stata giocata quasi lo stesso giorno, il 20 settembre 2008, quando i rivali locali del Wealdstone si sono imposti per 4-1.

Da allora il Club ha stipulato un accordo con il Wembley FC per giocare le proprie partite casalinghe al Vale Farm.




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Hendon FC 2012

Honours

  • European Amateur Champions
    • Winners 1972–73
  • FA Amateur Cup
    • Winners 1959–60, 1964–66, 1971–72
  • Isthmian League
  • Athenian League
    • Champions 1952–53, 1955–56, 1960–61
  • Full Members Cup
    • Winners 1994–95, 1997–98, 1998–99
  • London Senior Cup
    • Winners 1963–64, 1968–69, 2008–09, 2011–12
  • Middlesex Senior Cup
    • Winners 1933–34, 1938–39, 1955–56, 1957–58, 1959–60, 1964–65, 1966–67, 1971–72, 1972–73, 1973–74, 1985–86, 1998–99, 2001–02, 2002–03, 2003–04
  • Middlesex League
    • Champions 1912–13, 1913–14
  • London League
    • Division One champions 1912–13
  • London Amateur Division
    • Champions 1913–14
  • Finchley & District League
    • Champions 1910–11
  • Middlesex Intermediate Cup
    • Winners 1964–65, 1966–67, 1972–73
  • Middlesex Charity Cup
    • Winners 14 times
  • London Intermediate Cup
    • Winners four times
  • George Ruffell Memorial Shield
    • Winners 2001–02, 2003–04

[edit]Club records

  • Attendance: 9,000 v Northampton Town, FA Cup first round, 1952
  • Goalscorer: 176 Freddie Evans (1929–35)
  • Appearances: 787 Bill Fisher (1940–62)
  • Defeat: 2–11 at Walthamstow Avenue (Athenian League)
  • Win: 13–1 v Wingate, Middlesex Senior Cup, 2 February 1957
  • Sale: £30,000, Iain Dowie to Luton Town




sabato 5 gennaio 2013

Wimbledon, The Dons


La promozione nella Football League ottenuta al termine della stagione 2010-11 è stata davvero molto importante perchè ha permesso ai Dons di compiere un altro passo sulla strada che gli potrà permettere di riguadagnare il posto nella piramide del calcio inglese che i sostenitori del Wimbledon credono sia quello giusto, il posto che è stato loro preso in modo controverso... la Premier League!

Infatti dopo decenni di grande storia culminata con l'incredibile vittoria in FA CUP nel 1988 e dopo 14 anni di permanenza nella massima serie inglese, il vecchio Wimbledon FC, si è ritrovato nella stagione 1999-2000 retrocesso in First Division ed in una situazione finanziaria precaria a causa della pessima gestione dei proprietari del Club.

La fondazione del Club risale al 1889 con il nome di Wimbledon Old Central da parte di alcuni alunni della Old Central School. Bel 1910 il nome venne cambiato in Wimbledon Borough. Un anno dopo fu ribatezzato semplicemente Wimbledon ed il Club trovò anche uno stadio, il Plough Lane che sarebbe rimasto la casa della squadra per 79 anni.


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Il Club mantenne un livello dilettantistico fino al 1977 quando ottenne la promozione nella Football League.
In sole nove stagioni, e quindi nel 1986, il Wimbledon approdò addirittura nella Prima Divisione inglese dove restò fino al 2000 (nel 1992 fu quindi tra le squadre che parteciparono alla nuova Premier League).
Come già in un precedente articolo questa grande scalata culminò con la grandissima e sorprendente conquista della FA CUP ne 1988 contro il Liverpool.





La gestione del Club era già da molti anni in pessime mani e già alla fine della stagione 1990/91 il Wimbedlon dovette cedere il proprio stadio, il mitico Plough Lane, trasferendosi a giocare le partite casalinghe in locazione al Sellhurts Park, stadio di proprietà del Crystal Palace.
Dopo 79 anni il Wimbledon FC lasciò il Plough Lane... fu un duro colpo per i tifosi, ma perlomeno il trasferimento era comunque sempre a Londra e momentaneo (almeno così pensavano i tifosi).
Nell'estate del 2000 uno dei proprietari, il norvegese Gjelsten, proclamava che il Wimbledon sarebbe tornato in Premier League in 3 anni e che avrebbe costruito un nuovo stadio da 30.000 posti..
I tifosi sognavano di tornare a casa ignari di un accordo tra Koppel, uno dei nuovi proprietari del club, e Winkelman, uomo d'affari inglese, che prevedeva la costruzione di un nuovo stadio a Milton Keynes, città tra Londra e Birmingham con più di 200mila abitanti, ma senza uno stadio e soprattutto una squadra...
L'intento di Winkelman era quello di portare il Wimbledon a Milton Keynes così che la città potesse avere una squadra da far giocare nello stadio già progettato.

Per cercare di convincere i tifosi e la Football Association, Koppel mise in grande risalto il fatto che il Wimbledon fosse l'unica squadra senza uno stadio e che la situazione finanziaria deficitaria potesse essere risolta solo con il trasferimento a Milton Keynes... in caso contrario il Wimbledon avrebbe rischiato il fallimento.

Dopo varie proteste dei tifosi, varie discussioni tra il Consiglio di Lega, la Football Association ed i proprietari del Club le problematiche erano molte ed anche gli organi calcistici inglesi non sapevano quale decisione prendere dato che lo spostamento del Wimbledon in un'altra città era una cosa fuori dal comune e contro i regolamenti.
I tifosi non si arresero mai e continuarono a lottare affinchè il proprio Club rimanesse vivo e rimanesse "a casa", attraverso tantissime iniziative e proteste.

Inizialmente la battaglia sembrava vinta dato che una sentenza diede ragione ai tifosi.
Alla fine della stagione 2001/02 però, dopo il ricorso fatto dai legali di Koppel, la Lega decise di fare ricorso alla regola K della normativa interna della FA sull'arbitrato, la quale prevede la creazione di una commissione apposita qualora la disputa verga sulle regole fondamentali dell'ordinamento calcistico.
La commissione era formata dal Presidente Charles Hollander (avvocato), David Dein (vice presidente dell'Arsenal e con cariche sia nella FA che nella Uefa), Douglas Craig (presidente dello York City).
La commissione annullò la precedente sentenza e rimandò la risoluzione del problema alla Lega che a sua volta la girò nuovamente alla FA.

La Fa nominò una commissione esterna per avere la massima imparzialità, composta dal Presidente Raj Parker (Avvocato), Alan Turvey (presidente della Ryman League) e da Steven Stride (dirigente dell'Aston Villa).

Il 14 maggio iniziò l'esamina del caso con i tifosi in "veglia" fuori dalla sede della FA fino al giorno della sentenza.

Il 28 maggio 2002 arrivò la sentenza che diede parere favorevole allo spostamento del Club a Milton Keynes. La commissione giustificò la sentenza affermando che gli interessi dei tifosi erano importanti, ma che questi avrebbero portato il Club al fallimento e che far rinascere il Wimbledon non sarebbe stato bell'interesse del calcio in generale.

Parole assurde in nome di un calcio business e fatto di interessi.

Ma i tifosi non si arresero ed il calcio, quello vero, fatto di passione e tifo, vinse ancora una volta, quando il 30 maggio 2002 i tifosi del Wimbledon si ritrovarono al Wimbledon Community Centre e presero la decisione di fondare un nuovo Club che potesse partecipare alla stagione 2002-2003.

La passione e la determinazione dei tifosi portò alla formazione del nuovo Club in un paio di mesi a cui i tifosi diedero il nome "AFC Wimbledon".


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Il Nuovo crest






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Il nome scelto voleva far capire che questo non era un nuovo Club nato dal Wimbledon, ma il Wimbledon vero e proprio, con la sua storia ed i suoi trionfi.
Vennero raccolti i fondi tra i tifosi necessari ad iscrivere la squadra, venne decisa la condivisione dello stadio Kingsmeadow con la Società del Kingstonian, uno stadio poco fuori dai confini di Merton, a Kingston.

L'AFC Wimbledon partì dal 9° livello della football pyramid, nella Combined Counties League, dato che interpellò troppo tardi la Ryman League.
Venne formato un Trust, il Dons Trust, organo democratico formato dai tifosi ed unico proprietario dell'AFC Wimbledon.

Terry Eames, ex giocatore del Wimbledon, divenne l'allenatore e poi si tennero i provini per i giocatori.

Il 10 luglio ci fu l'esordio ufficiale dell'AFC Wimbledon in un'amichevole contro il Sutton United davanti ad addirittura 5.000 spettatori!
La settimana seguente venne segnato il primo gol contro il Bromley sempre in amichevole ed il 17 agosto arrivò la prima vittoria suk campo del Sandhurst Town.

Wilkeman e Koppel, che nel frattempo avevano formato il Milton Keynes Dons, non erano certo contenti della nascita dell'AFC, ma spero che almeno abbiano capito cosa sia veramente il calcio!!!

Successivamente poi l'AFC Wimbledon riuscì ad ottenere giustamente i Trofei conquistati dal Wimbledon FC dimostrando di essere il vero Wimbledon!

Sappiamo tutti il fantastico percorso fatto dai "Wombles" che in poche stagioni hanno scalato le classifiche dei campionati di Non-League fino ad arrivare finalmente e meritatamente nella Football League!

Dopo aver terminato terzo alla fine della prima stagione, i Dons vinsero il campionato nel 2004. La stagione successiva vinsero la Ryman League First Division South.

Lo slancio verso l'alto si è avuto con l'arrivo di Terry Brown nel 2007. Nel suo primo anno il manager ha portato l'AFC fuori dalla Ryman tramite i playoff, e la stagione dopo ha vinto la Conference South al primo tentativo.
La Blue Square Premier si è dimostrata difficile, ma nell'aprile 2011, tramite i playoff ai calci di rigore nella Finale contro il Luton Town, il Wimbledon è stato promosso nella Football League.









La prima partita in Football League è stata giocata il  al Kingsmeadow contro il Bristol Rovers che si è imposto con il risultato di 2-3.
Ma per i Wombles è stato comunque un giorno di festa e di grande commozione; per l'occasione è stata indossata una maglia celebrativa nel ricordo di quella che il Wimbledon FC indossò il 20 agosto 1977 contro l'Halifax Town (partita terminata con il risultato di 3-3) in occasione della prima partita nella Football League.



AFC Wimbledon's journey continues with League Two chapter




Fooling no one: Joe Anyinsah (left) was booked for diving


Party pooper: Scott McGleish fired Rovers ahead in the 17th minute



History maker: Skipper Stuart (white left) scored Wimbledon's first league goal

Super-sub: Ademeno fires home from close range


Caught red handed: Johnson's handball led to Rovers' penalty


Come già descritto nel racconti dei miei viaggi ho avuto l'enorme piacere di visitare lo stadio dei Wombles e successivamente di assistere ad una loro partita.
Un'emozione incredibile, una soddisfazione personale immensa.








Durante la stagione in corso il destino ha riservato un sorteggio molto particolare per i Dons che nel Secondo Turno di FA CUP hanno dovuto affrontare proprio il MK Dons.
Se da una parte questa poteva sembrare una partita attesa da anni, una rivincita, una vendetta, per i tifosi del Wimbledon la ferita è ancora troppo aperta e molti avrebbero preferito non dover affrontare i rivali andando in quello stadio che qualcuno avrebbe voluto far diventare la loro casa.

Questa la reazione di un amico tifoso del Wimbledon nel momento dei sorteggi (in quel momento il MK non era ancora qualificato) che può ben far capire lo stato d'animo dei tifosi:

"Il sorteggio di cui molti avrebbero fatto a meno
Allorquando Cyril Regis pesca nell’urna quasi vuota la pallina corrispondente a “Cambridge City/Milton Keynes Dons”, non si fa in tempo a pensare: “18”, che la manona di John Wark tira fuori la biglia nera e scandisce “eighteen”, mostrando il numero alla telecamera. “York City/AFC Wimbledon”, conferma il conduttore.
Non è la prima volta che accade. Nel novembre 2010 l’AFCW battendo l’Ebblesfeet avrebbe incontrato la vincente tra Stevenage e Milton Keynes; caso volle che lo Stevenage vinse e il tutto sfumò. Oggi siamo nella stessa situazione: il compito del MK è molto più semplice, dovendo sconfiggere in casa propria una squadra del settimo livello della piramide calcistica inglese, il Cambridge City. Ben più difficile il compito dell’AFCW, visto anche il suo curriculum casalingo: vincere contro lo York City è tutt’altro che scontato e una sconfitta non sarebbe una sorpresa clamorosa.
Ciò che appare più interessante sono però i sentimenti dei tifosi dell’AFCW.
È storia ben nota agli appassionati di calcio inglese la nascita dei Milton Keynes Dons. In breve, con l’avallo vergognoso della FA, il club venne rilocato a Milton Keynes per ragioni puramente economiche. Nei fatti, ai tifosi del Wimbledon FC venne scippato il loro club, radicato nella comunità di Merton, e ripiantato in una città distante ottanta miglia dal suo luogo di origine, con la disinvoltura con cui negli Stati Uniti si sposta una franchigia da una città all’altra (vi siete mai chiesti quanti “lacuali” possano esservi a Los Angeles? E quanti seriosissimi Mormoni amino svisceratamente il Jazz a Salt Lake City?). Legalmente quindi il WFC continuò ad esistere in quel di Milton Keynes; ma per i tifosi la questione era inaccettabile. Venne in quel momento (nel 2002) fondato un club che spiritualmente rappresentasse la continuazione di ciò che era stato sino ad allora rappresentato dal WFC: L’AFC Wimbledon, che ricominciò dal nono livello della piramide e arrivò in nove anni al ritorno in Football League. Negli anni i trofei conquistati dal WFC furono riconsegnati alla municipalità di Merton.
Nonostante quanto esposto sopra, per i tifosi dell’AFCW l’incontro con il MK, che ancora porta il suffisso “Dons”, è doloroso. Da esterni, seppur appassionati di questa squadra per la storia che si porta dietro, si spererebbe in un incontro che mostrasse al mondo – seppur ce ne fosse ancora bisogno – quale è il vero spirito del football.
Molti tifosi non la pensano così. È temuto ogni anno il sorteggio del Johnstone’s Paint Trophy, che avvenendo per i primi turni su base regionale aumenta le possibilità di un accoppiamento. E anche prima dell’attuale sorteggio serpeggiava la preoccupazione per un possibile abbinamento. Sono ancora vive, quindi, le ferite del 2002, che portarono alla fine della propria squadra del cuore e alla rinascita del nuovo club. È come se se ne fosse andata lontano una persona amata, che d’istinto si odia ma di cui nel profondo se ne sente la mancanza. E un incontro sarebbe angosciante. Per questo numerosi tifosi diserterebbero la trasferta. Già nel 2010 il Club emanò un comunicato: “Molti sanno il modo in cui MK ha ottenuto il proprio Club di calcio. Era sbagliato allora ed è ancora oggi sbagliato, e ciò rende questa partita (che non si giocò mai ndr) molto dolorosa per noi (…) Avremmo preferito che questa partita non avesse luogo. Non abbiamo altri commenti al momento”.
Oggi è stato diramato un comunicato simile. “(…) AFC Wimbledon è un club detenuto dai tifosi. Siamo orgogliosi di questo e del fatto che siamo tornati nella Football League per merito, risalendo la piramide calcistica. Anche se avremmo preferito non essere sorteggiati in questo accoppiamento, approcceremo questa partita, qualora avesse luogo, in maniera professionale (…)”.
Per queste ragioni tra i tifosi c’è chi in cuor suo maledice il gol di Charlie Strutton che ha portato al pareggio di York, e chi non si dispererebbe troppo per una sconfitta nel replay.
Un’altra parte della tifoseria inizia invece ad affrontare il problema, riflettendo sul fatto che prima o poi l’incontro debba esserci, a livello di campionato o di coppa. In più, accedere al terzo turno di FA Cup, battendo proprio MK, rappresenterebbe in fondo una grande gioia.
I tifosi dell’AFC Wimbledon stanno quindi vivendo una situazione unica tra i tifosi di tutto il mondo, rappresentando loro malgrado il vecchio calcio in lotta contro il calcio moderno."

Io ho risposto così:

"Solo loro, i tifosi che hanno vissuto personalmente quelle tristi vicende, possono veramente sentire questo match con un trasporto unico che noi probabilmente non possiamo comprendere. Rispetto quindi le loro opinioni ed i loro sentimenti, ma credo che l'importante sia passare il turno di FA CUP, poi se capiterà di sfidare proprio loro, allora ben vengano!"

Credo infatti che soltanto i veri tifosi di questo meraviglioso club possano aver vissuto delle emozioni uniche che soltanto loro possono capire; noi non possiamo permetterci di giudicarle, ma possiamo cercare di capirle.

La partita si  è giocata il 2 dicembre 2012, tantissima tensione, tantissime emozioni.. la partita è stata trasmessa in diretta tv ed è stato bellissimo vedere il popolo del Wimbledon così pieno di orgoglio ed entusiasmo.
Il risultato finale è stato di 2-1 per il MK Dons (squadra che attualmente milita in League One, una categoria sopra al Wimbledon), ma le emozioni sono state davvero tante soprattutto quando Midson ha segnato il gol del momentaneo 1-1 per i Wombles.
Il Wimbledon ha giocato bene ed è stato sfortunato dato che, dopo un clamoroso gol sbagliato da Gregory, ha subìto il gol del 2-1 proprio al 90° con un gol abbastanza rocambolesco.

Ma va bene così, l'AFC Wimbledon ed i suoi fantastici tifosi sono potuti uscire dal MK Stadium a testa alta, orgogliosi ancora di più di essere il vero Wimbledon!




An AFC Wimbledon fan show his ticket prior to the FA Cup with Budweiser Second Round match between MK Dons and AFC Wimbledon at StadiumMK on December 2, 2012 in Milton Keynes, England. This match is the first meeting between the two teams following the formation of AFC Wimbledon (the football club formed in 2002 by supporters unhappy with their club's relocation to Milton Keynes) and the MK Dons (which Wimbledon F.C. controversially became).

AN AFC Wimbledon supporter holds a sign prior to the FA Cup with Budweiser Second Round match between MK Dons and AFC Wimbledon at StadiumMK on December 2, 2012 in Milton Keynes, England. This match is the first meeting between the two teams following the formation of AFC Wimbledon (the football club formed in 2002 by supporters unhappy with their club's relocation to Milton Keynes) and the MK Dons (which Wimbledon F.C. controversially became).

AFC Wimbledon fans support their team prior to the FA Cup with Budweiser Second Round match between MK Dons and AFC Wimbledon at StadiumMK on December 2, 2012 in Milton Keynes, England. This match is the first meeting between the two teams following the formation of AFC Wimbledon (the football club formed in 2002 by supporters unhappy with their club's relocation to Milton Keynes) and the MK Dons (which Wimbledon F.C. controversially became).

AFC Wimbledon fans support their team prior to the FA Cup with Budweiser Second Round match between MK Dons and AFC Wimbledon at StadiumMK on December 2, 2012 in Milton Keynes, England. This match is the first meeting between the two teams following the formation of AFC Wimbledon (the football club formed in 2002 by supporters unhappy with their club's relocation to Milton Keynes) and the MK Dons (which Wimbledon F.C. controversially became).

AFC Wimbledon players huddle prior the FA Cup with Budweiser Second Round match between MK Dons and AFC Wimbledon at StadiumMK on December 2, 2012 in Milton Keynes, England. This match is the first meeting between the two teams following the formation of AFC Wimbledon (the football club formed in 2002 by supporters unhappy with their club's relocation to Milton Keynes) and the MK Dons (which Wimbledon F.C. controversially became).

Luke Chadwick of MK Dons battles with Steve Gregory of AFC Wimbledon during the FA Cup with Budweiser Second Round match between MK Dons and AFC Wimbledon at StadiumMK on December 2, 2012 in Milton Keynes, England. This match is the first meeting between the two teams following the formation of AFC Wimbledon (the football club formed in 2002 by supporters unhappy with their club's relocation to Milton Keynes) and the MK Dons (which Wimbledon F.C. controversially became).

Jack Midson of AFC Wimbledon controls the ball during the FA Cup with Budweiser Second Round match between MK Dons and AFC Wimbledon at StadiumMK on December 2, 2012 in Milton Keynes, England. This match is the first meeting between the two teams following the formation of AFC Wimbledon (the football club formed in 2002 by supporters unhappy with their club's relocation to Milton Keynes) and the MK Dons (which Wimbledon F.C. controversially became).

A plane flys a banner in support of AFC Wimbledon over the stadium during the FA Cup with Budweiser Second Round match between MK Dons and AFC Wimbledon at StadiumMK on December 2, 2012 in Milton Keynes, England. This match is the first meeting between the two teams following the formation of AFC Wimbledon (the football club formed in 2002 by supporters unhappy with their club's relocation to Milton Keynes) and the MK Dons (which Wimbledon F.C. controversially became).


Jack Midson of AFC Wimbledon celebrates with Toby Ajala as he scores their first goal during the FA Cup with Budweiser Second Round match between MK Dons and AFC Wimbledon at StadiumMK on December 2, 2012 in Milton Keynes, England. This match is the first meeting between the two teams following the formation of AFC Wimbledon (the football club formed in 2002 by supporters unhappy with their club's relocation to Milton Keynes) and the MK Dons (which Wimbledon F.C. controversially became).


Players and fans celebrate as Jack Midson of AFC Wimbledon scores their first goal during the FA Cup with Budweiser Second Round match between MK Dons and AFC Wimbledon at StadiumMK on December 2, 2012 in Milton Keynes, England. This match is the first meeting between the two teams following the formation of AFC Wimbledon (the football club formed in 2002 by supporters unhappy with their club's relocation to Milton Keynes) and the MK Dons (which Wimbledon F.C. controversially became).

Players and fans celebrate as Jack Midson scores their first goal during the FA Cup with Budweiser Second Round match between MK Dons and AFC Wimbledon at StadiumMK on December 2, 2012 in Milton Keynes, England. This match is the first meeting between the two teams following the formation of AFC Wimbledon (the football club formed in 2002 by supporters unhappy with their club's relocation to Milton Keynes) and the MK Dons (which Wimbledon F.C. controversially became).




Players and fans celebrate as Jack Midson of AFC Wimbledon scores their first goal during the FA Cup with Budweiser Second Round match between MK Dons and AFC Wimbledon at StadiumMK on December 2, 2012 in Milton Keynes, England. This match is the first meeting between the two teams following the formation of AFC Wimbledon (the football club formed in 2002 by supporters unhappy with their club's relocation to Milton Keynes) and the MK Dons (which Wimbledon F.C. controversially became).


n Otsemobor of MK Dons (2) scores their second goal during the FA Cup with Budweiser Second Round match between MK Dons and AFC Wimbledon at StadiumMK on December 2, 2012 in Milton Keynes, England. This match is the first meeting between the two teams following the formation of AFC Wimbledon (the football club formed in 2002 by supporters unhappy with their club's relocation to Milton Keynes) and the MK Dons (which Wimbledon F.C. controversially became).


Per maggiori informazioni consiglio di leggere il libro "Noi siamo il Wimbledon" di Stefano Faccendini da cui ho tratto parte di questo racconto.

Qui di seguito una mia recensione di qualche anno fa del libro:

Da parecchi anni ormai seguo con passione il calcio inglese ed in particolare l’Arsenal, ma solo dopo aver letto questo fantastico libro scritto da Stefano Faccendini, posso dire di conoscerlo veramente. Questo perché il calcio inglese è fatto di tante storie, di tanti episodi, di piccole squadre e di piccole tifoserie che però sanno rendere grande questo sport in Inghilterra. La televisione ed i giornali, è vero, danno ormai molte informazioni sul calcio inglese, ma, diciamo così, solo quello d’elite, quello che “conta”. E’ facile ormai sapere tutto su Arsenal, Liverpool, Manchester e Chelsea, ma questo calcio è fatto anche di squadre come l’FC United of Manchester e come l’AFC Wimbledon. Sicuramente fino a quando non si conosce la storia dell’AFC Wimbledon in particolare, non si può dire di sapere fino dove può arrivare il calcio d’oltre manica grazie alla passione ed all’amore dei tifosi. La storia dell’AFC Wimbledon è infatti veramente appassionante e densa di significato, densa di emozioni, emozioni vere, una storia di tifosi, di tifosi veri. Questa è una di quelle vicende, magnificamente descritta ed ottimamente spiegata in ogni particolare dall’autore, che riempiono il cuore e che fanno inevitabilmente innamorare di questo club, di questi meravigliosi tifosi e di questo sport. E’ facile tifare per le grandi squadre che vincono, che comprano e vendono campioni, che pagano esorbitanti stipendi, che riempiono gli stadi di tifosi veri, ma anche di tifosi, o clienti, come li definisce Faccendini, attratti dallo spettacolo del calcio, dagli stadi moderni con comode poltroncine, con negozi pieni di gadgets di ogni tipo, con ristoranti e “executive box”, ma non dalla fede verso i colori della propria squadra del cuore. Questo non significa che tifare per squadre importanti sia sbagliato, io stesso tifo per l’Arsenal, non per scelta, ma per amore, perché quando una squadra entra nel cuore di un tifoso non c’è niente da fare, che sia una squadra vincente e famosa o che sia una squadra piccola che milita in categorie inferiori, quella è la sua squadra. Si possono però avere delle simpatie e delle passioni anche verso altri club, magari proprio perché si resta colpiti da storie particolari, da episodi curiosi. Leggendo questo libro ho capito quanto possa essere bello tifare anche per una squadra che gioca per degli obiettivi meno importanti forse, ma che gioca con impegno, che non vince Champions League, che non ha fuoriclasse strapagati, ma ha un cuore grande, rappresentato dai suoi tifosi. Tifosi, nel caso dell’ AFC Wimbledon, che pur di restare fedeli ai colori gialloblu, che pur di mantenere la propria squadra nel loro quartiere originario, hanno rinunciato alla Football League ed hanno preferito fondare e finanziare un club semiprofessionistico costretto a ripartire dai bassifondi della piramide calcistica inglese.
Ammiro questa gente e mi piacerebbe far parte di un tifo così forte, più forte di tutto e di tutti. Sono convinto che la tifoseria dei gooners sia fedele ed appassionata allo stesso modo e che sarebbe pronta a seguire l’esempio dei Wombles se, mi auguro di no ovviamente, si dovesse trovare un giorno nella stessa situazione, ma forse per il contesto più piccolo e per i fatti accaduti, trovo i tifosi dell’ AFC Wimbledon davvero unici e fantastici. Lo so, non sarò mai uno di loro, io non ho sofferto come loro, io non ho combattuto come loro, io non ho tifato come loro magari sotto la pioggia in una partita della Combined Counties League, io non ho contribuito alla rinascita del club, io non ho contestato la dirigenza nei momenti difficili, ed io ho scoperto solo ora la loro storia e mentre loro lottavano per far sopravvivere la loro squadra io me ne stavo beatamente in Italia a guardarmi i mondiali di Corea e Giappone senza minimamente pensare a quello che stavano passando. Però la loro storia mi ha talmente appassionato che rimpiango il fatto che a quei tempi ancora non conoscevo così bene il calcio inglese, ancora non mi appassionavano queste storie di queste piccole realtà, ma mi interessava solo sapere chi avrebbe vinto la Premier, la Champions, i Mondiali o il Pallone d’Oro. Adesso seguo con passione tramite internet il calcio inglese cosiddetto “inferiore”, ma non sarà mai come assistere ad una partita dal vivo, magari al Kingsmeadow, lo stadio in cui ora giocano i “Wombles”… certo, come sono già stato all’Emirates Stadium parecchie volte, così potrò anche andare lì ogni tanto, ma non certo a tutte le partite, come invece fanno sicuramente i tifosi veri. Ma questo è purtroppo il limite di noi italiani tifosi di squadre inglesi… Sicuramente ci sono altre storie interessanti nel calcio inglese, ma quella del Wimbledon è davvero particolare ed affascinante (dal nostro punto di vista, per i tifosi immagino sia stata una storia per certi versi “tragica” dal punto di vista sportivo, ma anche emotivo), perché è stato un club che ha sempre sofferto, e anche quando dopo tanti anni di storia è riuscito a raggiungere con meriti puramente sportivi l’ “Olimpo della Premier” ed addirittura a vincere una storica, fantastica e memorabile FA Cup ha dovuto arrendersi, ma non per demeriti sul campo, ma per colpa di gente ricca e senza scrupoli che non ha esitato ad anteporre i propri interessi a quelli del club e dei suoi tifosi, calpestando i loro sentimenti.
Il Wimbledon FC ha dovuto arrendersi con la fondazione da parte di queste persone del nuovo club con sede a Milton Keynes, ma i suoi tifosi no, i suoi tifosi non si sono arresi e, anzi, hanno cominciato a lottare con tutte le loro forze, ed alla fine sono riusciti ad ottenere un risultato fantastico: la loro squadra, da loro stessi fondata e gestita, è quindi tornata a casa (anche se non proprio a Merton, ma lì vicino a Kingston) , niente Milton Keynes, niente Selhurst Park (dove avevano dovuto giocare dopo la vendita del loro stadio, il Plough Lane), niente fusioni con altri club, ma solo AFC Wimbledon!!! Loro non si sono mai arresi ed hanno dimostrato come la passione possa battere i soldi ed il potere, la passione dei tifosi, questo fa diventare il calcio uno sport bellissimo, questo e solo questo. Oggi il Kingsmeadow è sempre pieno e l’entusiasmo, dopo l’ennesima promozione appena ottenuta che porterà l’AFC Wimbledon nella Conference National, e quindi ad un passo dalla Football League, è alle stelle e la squadra ha mantenuto il suo spirito combattente di sempre, come quello che contraddistingueva il Wimbledon FC in Premier League, qualche anno fa quando era conosciuto come la “Crazy Gang”. Chissà , forse il giorno in cui potranno incontrare il MK Dons (la squadra che ora gioca a Milton Keynes) non è poi così lontano… Di questo libro mi ha anche incuriosito il fatto che l’autore sia italiano; ho quindi capito, con grande piacere, che come me ci sono tanti altri italiani che, stanchi di un calcio, il nostro, ormai interessato solo al business, solo alle vittorie, ai soldi, al gossip ed alle polemiche arbitrali, si rifugiano in questo calcio, totalmente diverso da quello a cui eravamo abituati e nel quale si possono trovare “favole” come quelle dell’AFC Wimbledon. Mi complimento con lui e lo ringrazio per avermi fatto conoscere questa storia, questa squadra e questi tifosi: per me è stato molto importante. Per concludere consiglio a tutti coloro che ancora non lo abbiano fatto, di leggere questo libro, di farlo subito, di farlo con passione e di farlo per capire veramente cosa può rappresentare il calcio inglese e cosa può significare amare con tutto il cuore la propria squadra. Sono sicuro che nessuno resterà deluso e che se l’AFC Wimbledon esiste lo deve ai propri tifosi e che per continuare ad esistere ha bisogno di nuovi appassionati, ha bisogno di tutti coloro che credono in questo calcio, non nel calcio dei ricchi e dei potenti, ma nel nostro calcio, nel calcio dei tifosi. Una frase del libro che mi è rimasta impressa è stata pronunciata da uno di quei tifosi, uno di quei tifosi che non si è mai arreso, quando, rispondendo a precisa domanda disse che non poteva scegliere tra cosa preferisse tra il fallimento del Wimbledon Fc e lo spostamento del club a Milton Keynes, perché per lui erano la stessa cosa e rappresentavano entrambe la fine della sua squadra del cuore.
“Football is nothing without fans” - Jock Stein (1922-1985)

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