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sabato 19 gennaio 2013

Sotto il segno dei "Grimsby"..


Una cittadina portuale di pescatori nella regione del Lincolnshire, sorta alla foce del fiume Humber. In termini puramente geografici potrebbe bastare questa breve descrizione per inquadrare e definire l’abitato di Grimsby in Inghilterra. Ma proviamo ad andare oltre, perché magari qualche curiosità la troviamo. La prima riguarda l’emblema della città, il monumento più famoso del luogo. Giù, in fondo al molo, tra vecchi pescherecci, gabbiani famelici e acqua sporca, si erge maestosa la Dock Tower, costruita nel 1852 e alta 94 metri. Anche se inutilizzata dal 1892, rimane un orgoglioso ricordo della passata storia locale legata alla pesca e attività correlate, poiché era adibita a torre idraulica per aprire i cancelli del Royal Dock. Un milione di mattoni circa, e all’interno la scala in ghisa più lunga del mondo. Il tutto progettato da un certo Jason William Wild, che dopo un viaggio in Italia si era innamorato della Torre del Mangia di Siena e aveva cercato in qualche modo di riprodurla. Aggancio interessante per il racconto e motivo d’orgoglio, almeno per me che vivo a pochi chilometri dalla città del Palio. Nella zona di Grimsby inoltre, troviamo in quantità una delle tante cose meravigliose dell’Inghilterra, ovvero i public footpaths, ossia dei sentieri, o camminamenti aperti al pubblico, che costeggiano campi, fiumi e laghi, attraversando pascoli, prati, e persino campi coltivati. Secondo qualche teoria si ritiene che sia possibile attraversare l’intero Regno Unito camminando unicamente lungo i suoi public foothpaths. E’ stato stimato, infatti, che tra Inghilterra e Galles vi siano oltre 91.000 miglia di queste strade tipiche.

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Per rendersene conto, comunque, basterebbe guardarsi intorno, e se capitate nella periferia di una cittadina inglese non troppo grande, sicuramente, al termine di una staccionata, vicino a un cancello o al limitare di quello che apparentemente potrebbe sembrare un terreno non edificato tra le case, potreste notare un cartello discreto, rotondo o rettangolare, con una piccola freccia e la scritta public footpath. Sembra che uno dei più belli sia quello fra Grimsby e Cleethorpes, dove scorre il Tetney Lock, che malgrado il nome trattasi semplicemente di un canale dove fino a qualche anno fa si poteva bere una birra seduti al caratteristico Crown & Anchor, uno storico pub che ha visto il suo splendore per un paio di secoli buoni. Dicevamo non a caso di incamminarsi da Grimsby a Cleethorpes perché la casa del Grimsby Town Football Club ossia Blundell Park si trova proprio nella piccola frazione non molto distante dal centro cittadino. Una squadra quella dei “mariners” che malgrado sia caduta in disgrazia di recente, resta il più titolato dei tre club professionistici provenienti dal Lincolnshire, essendo l'unico ad aver giocato nella massima serie nazionale. Inoltre è il solo club della regione ad aver raggiunto la semifinale di FA Cup, impresa compiuta in due occasioni consecutive negli anni trenta,(1936 e 1939. La prima volta contro l’Arsenal al Leeds Road di Huddersfield, la seconda contro il Wolverhampton Wanderers in uno stipatissimo Old Trafford, ai tempi di bomber Pat Glover), e anche il solo ad aver vinto due finali di competizioni “minori” sotto le torri del vecchio Wembley Stadium. Da queste parti sono passati allenatori decisamente celebri, primo fra tutti Bill Shankly, che poi avrebbe raggiunto gloria eterna a Liverpool, e Lawrie McMenemy il quale, dopo aver guidato il Grimsby alla promozione nell'allora terza divisione nel 1972, si trasferì al Southampton, dove a sorpresa vinse la FA Cup nel 1976. Adesso però come sempre torniamo indietro, molto indietro fino all’estate del 1878 che sembra dalle cronache metereologiche d’archivio sia stata una delle più calde del XIX secolo, e chissà se questo particolare, abbia influito per la nascita del sodalizio calcistico. C’è un ragazzo si chiama Charlie Horn e sta camminando per raggiungere i suoi amici della squadra di Cricket del Morsley a Clee Park. Il fatto è, che attira un certo numero di strane occhiate al suo passaggio, perché il nostro Charlie stringe sotto il braccio con circospezione quella che sembra una grande borsa mossa dalla leggera brezza del pomeriggio. In realtà si trattava di una rudimentale e leggera palla da gioco che Charlie e i suoi amici prenderanno a calci per ore. Un divertimento enorme. Sia chiaro, il calcio era ancora nella sua infanzia, e il momento della formazione del campionato inglese era ancora distante dieci anni, ma questo nuovo sport stava prendendo piede rapidamente in tutta l’Inghilterra Vittoriana. Inebriato e felice il gruppo cominciò a parlare di formare la propria squadra di calcio. Come un po’ dovunque sarebbe stata l’attività adatta per tenersi occupati durante i lunghi mesi invernali, mentre aspettavano la nuova stagione di Cricket. La fondazione ufficiale avviene in settembre a seguito di una riunione tenutasi presso la Wellington House Arms, dove si deciderà di chiamare la squadra con l’appellativo di Grimsby Pelham. Pelham era il nome della famiglia di grandi proprietari terrieri della zona, noti anche come i Conti di Yarborough.


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Ma evidentemente questo accostamento nobiliare non fu da tutti troppo gradito e allora appena un anno dopo il suffisso venne modificato per il più banale e diffuso "Town". La prima casa del club fu stabilita proprio nel campo da cricket del Morsley in Clee Park, in un bel punto panoramico tra il mare e la strada per Grimsby. Le strutture originarie come in tanti casi analoghi erano quasi del tutto inesistenti e il neonato Grimsby Town presto sarà costretto a trasferirsi in un campo adiacente adesso attraversato da Lovett Street. Il soggiorno in questa sede resterà, però, di breve durata, nel 1880 il club tornò al loro campo precedente, che divenne noto come Clee Gardens Park. Nel 1883 l’impianto si fornisce di spogliatoi per i giocatori che in realtà non erano altro che cabine balneari prese in prestito dalla vicina spiaggia. Ed è stato proprio su questo terreno che il Grimsby Town sperimentò un primo empirico modello di riflettori per partite serali o in notturna illuminando il campo con otto piloni intorno al rettangolo di gioco. Ai piedi di ciascun pilone, era pompato catrame da un serbatoio in pressione e convertito in un gas leggero che inondava di luce quasi irreale atleti e spettatori. Nella stagione 1888/89 si ricorda con grande orgoglio la visita del Preston North End in FA Cup, che portò una folla di circa 8.000 spettatori, un record che ancora oggi gareggia con la media spettatori dei mariners. Quella stagione segnata dalla storica partita con i “Northenders” segnò la fine del contratto per l’affitto del terreno. Il club si vide costretto alla rapida ricerca di un nuovo impianto che questa volta fu individuato e preso in Abbey Park a Grimsby, abbandonando ma solo per il momento Cleethorpes . Questo terreno, così chiamato per la sua posizione nei pressi del sito di una antica abbazia, si trovava adiacente al People Park, che esiste ancora oggi. Il suo proprietario si chiamava Heneage Right, un parlamentare piuttosto influente, che grazie a un abile e furba azione diplomatica avrebbe dovuto svolgere un ruolo centrale nell’acquisto finale di un sito da parte del club, questa volta a Blundell Park, a poche centinaia di metri da Clee Park Gardens. L’astuto Mr Heneage lamentò il cattivo comportamento di alcuni dei giocatori e usò ciò come una comoda scusa per riportare il Grimsby Town nella sua vecchia zona e quindi ancora a Cleethorpes. Questa volta lo spostamento sarà finalmente definitivo. A proposito nonostante il repentino cambio di denominazione furono i colori della famiglia Pelham i primi adottati dalla società, che indossò nelle prime stagioni una maglia a cerchi bianchi e blu. A questa seguiranno due strisce celeste e cioccolato, ispirate dai colori clericali dell'Abbazia citata precedentemente. Dopodiché, forse per attirarsi la fortuna, e non certo il giudizio estetico e sartoriale, si passò a camicie rosa salmone. Le stravaganze non erano finite perché nel 1906 ecco un nuovo modello di divisa bianco dall’ampio colletto colorato in rosso. Alla fine, nel 1911 comparve la livrea attuale, quella a strisce bianconere alle quali verranno successivamente “allegati” vivaci calzettoni rossi. Ho volutamente intitolato questo racconto “Sotto il segno dei Grimsby”, parafrasando chiaramente “Sotto il segno dei pesci”, non a caso, perché come detto, qui la pesca è stata e lo è ancora l’attività principale, e il club non poteva quindi evitare di accollarsi l’onore e l’onere, di rappresentare nel suo stemma il lavoro principe del luogo, e allora si nota subito, come nel crest (almeno in quello originale) “navighino” tre pescherecci in un mare solcato da onde bianconere. Una versione modernizzata, con solo un battello e l'inclusione di tre pesci, fu poi progettato a metà degli anni settanta. Si dice, ma non è del tutto chiaro che i tre pesci siano collegati per empatia con i tre leoni simbolo d'Inghilterra. A questo punto inutile soffermarsi sugli anni che seguirono il dopoguerra, anche perché sono legati a un declino e un anonimato piuttosto deprimente. Decido di andare direttamente alla fine degli anni novanta. Prima però due note definiamole di “colore”. Dal 1979 al 1984 il Grimsby è sponsorizzato da “capitan Findus”. La nota marca di surgelati infatti, apporrà il suo nome sulle maglie dei mariners a ricordare se mai c’è ne fosse bisogno il legame fra i prodotti ittici e la cittadina, un azienda che comunque collabora ancora con la società visto che una stand di Blundell Park è stata costruita con il contribuito di questa ditta e lo sponsor attuale della squadra la “Young’s” fa capo al gruppo Findus. Nel 1995 invece firma per il Grimsby Town l’italiano Ivano Bonetti che diventa così il primo straniero della squadra e un beniamino dei fan locali, tanto che, quando venne annunciato che occorrevano centomila sterline per affittare Bonetti dalla compagnia di gestione statunitense che ne deteneva i diritti di “servizi ed immagine”, la cifra venne raccolta per metà dai tifosi e per metà dallo stesso Ivano. Il culmine della sua prima stagione in Inghilterra lo raggiungerà quando segnò il goal vincente contro il West Bromwich, all’epoca allenato dall’ex manager del Grimsby, Alan Buckley e nel quale giocavano diversi ex giocatori del Grimsby. Ed ecco però il colpo di scena, perché per ritrovare un sorriso vero, anzi, a essere precisi due, bisognerà attendere la stagione 1997-98 quella che vide il ritorno sulla panchina dei mariners proprio di Alan Buckley, dopo il periodo infruttuoso come manager dei baggies. Per il Grimsby Town fu sicuramente la stagione di maggior successo fino a oggi. Nell'estate del 1997, Buckley, nato nel 1951 a Mansfield, faccia rubizza e due occhi che sono fessure di azzurro, riuscì in accordo con il suo assistente John Cockerill e con il presidente dell’epoca Bill Carr, a portare in seno alla squadra giocatori di accettabili doti tecniche e sufficiente carisma. Dal The Hawthorns, Alan si porta dietro il regista del WBA Paul Groves, e altri due centrocampisti, Kevin Donovan e David Smith.

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A metà stagione arriverà invece dall’Huddersfield Town, Wayne Burnett che a conti fatti si dimostrò un eccellente affare per il club di Blundell Park. A guidare in campo la squdra ci pensò il difensore di una vita, John McDermott, uno che ha speso tutti i suoi vent’ anni di carriera a giocare per il “Town” detenendo un invidiabile record di presenze, che parla di 754 partite totali per i Mariners. Uno dei soli diciassette giocatori nella storia del calcio inglese, a giocare più di 600 partite di calcio per un singolo club. Dopo un inizio leggermente complicato la stagione svoltò positivamente spingendo il Grimsby nelle prime posizioni della classifica in una battaglia per la promozione che vide protagonisti oltre ai bianconeri anche Watford e Bristol City, oltre al “costoso” Fulham assemblato da Mohammed Al-Fayed. Buono il percorso in Coppa di Lega che vide i Mariners eliminare team più quotati del calibro di Leicester City e Sheffield Wednesday prima di cedere il passo perdendo a Anfield con il Liverpool. Un anno dove si accesero giovani di valore come Daryl Clare , Danny Butterfield e Jack Lester che stavano diventando ormai parte integrante e significativa della rosa di Buckley. Ma i giorni più belli resteranno quelli dei due viaggi nel nord di Londra. Il Grimsby Town non era mai stato a Wembley. In quel 1998 i viaggi furono addirittura due, per due finali entrambe vittoriose. La prima per il Football Trophy contro il Bournemouth, quando un colpo di testa di Kingsley Black a quindici minuti dal termine dei tempi regolamentari portò la partita ai supplementari, decisi al minuto 112 da Wayne Burnett che segnerà la rete decisiva; la seconda quattro settimane dopo per affrontare il Northampton Town nella finale play off della seconda divisione. Il Grimsby Town vinse anche quella partita grazie al goal di Kevin Donovan, una rete che regalò così la promozione ai mariners, e un doppio storico successo a Wembley con 35000 fan al seguito. Un anno unico, o come direbbe Hornby, il “loro anno preferito”.



di Sir Simon



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