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martedì 17 settembre 2013

The Quakers...


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John Dobbin ha dieci anni ed è bravissimo a disegnare. Oggi però deve rinunciare alla sua passione perché tutto intorno a lui è in fermento. L’intera città si reca nella nuova stazione. Non quella per le carrozze dei signori, un'altra. Dicono stia arrivando una grande invenzione. Quando il rumore di quel mezzo sconosciuto incomincia a farsi più forte e vicino, si aggrappa con più veemenza alla gamba del padre come a volersi nascondere per la paura. Eppure tutti intorno a lui sembrano entusiasti, ridono, attendono con ansia che spunti quella macchina di ferro che pare si chiami locomotiva. Eccola. Sbuffa un fumo denso come John aveva visto fare solo alle ciminiere delle fonderie della sua città. Un lungo convoglio nero che ingurgita carbone con bucolica avidità, e scorre, aggredendo due rotaie parallele che le indicano il percorso.
John alla fine ne resta affascinato, il timore è passato, ora anche lui fa ampi cenni, in segno di festa e saluto. Ma quasi nessuno si toglie il cappello, e poi vi spiegherò il motivo.. Anni dopo John diventa un apprezzato pittore di paesaggi, e il suo dipinto più famoso resterà proprio quella scena che vide quel giorno con i suoi occhi di bambino: L’inaugurazione del primo tratto ferroviario del mondo, avvenuta il 25 settembre 1825 fra Stockton e Darlington.
Una prova tecnica ad essere sinceri. Poiché soltanto cinque anni più tardi, su quel nuovo mezzo di trasporto chiamato treno potranno salire veri passeggeri, sulla tratta Liverpool -Manchester, ma in ogni caso il signor George Stephenson, di professione ricercatore e inventore per diletto, l’aveva fatta grossa..
C’era di che essere orgogliosi a Darlington.. Ma vi avevo accennato alla storia del cappello.

 7h04

E allora cerchiamo di capirci qualcosa in più..
In quest’angolo del profondo nord inglese, non tutto era apprezzato. La nazione non nutriva eccessive simpatie per le tendenze religiose della comunità locale. E’ il motivo era sostanzialmente un verbo: To quake…ossia, tradotto letteralmente, tremare o scuotersi. In pratica quello che succedeva quando in mistici ritrovi spirituali, sui partecipanti sarebbe dovuto scendere il fuoco dello Spirito Santo, e si contorcevano in preda a estatici tremori e improvvisi sussulti..
E tornando al copricapo, una delle regole dello zelante gruppo recitava di non togliersi mai il cappello di fronte a nessuno.
Quaccheri. Un movimento, o società religiosa, sorto in Inghilterra nel XVII secolo. Il loro fondatore, George Fox apprendista calzolaio e figlio di una famiglia di tessitori, si convinse previa illuminazione, di sistemarsi confessionalmente nell'alveo del puritanesimo inglese, su posizioni molto critiche nei confronti della Chiesa di Stato anglicana. E "Quacchero", sarà il nomignolo inventato dai loro denigratori per ridicolizzare le loro esperienze di culto comunitario.
A Darlington i cappelli neri in stile “pilgrim” con la fibbia alla base del cono, avranno terreno fertile. Nel centro cittadino c’è anche un pub chiamato Quaker House, e naturalmente un punto di ritrovo al numero 6 di Skinnergate, conosciuto come Friends Meeting House. Ed è da lì che bisogna incominciare la storia del Darlington Football Club, o più semplicemente del “Darlo”.
Perché da lì, basta fare qualche passo per vedere e toccare con mano quello che resta del Darlington originario: Feethams.
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Ennesimo stadio senza speranza. Le solite tribune invase dal degrado dell’abbandono. La solita erba che nessuno calpesta più a parte qualche animale, e che continua a crescere, quasi non come normale ciclo biologico, ma come se sperasse che nel suo aumento esponenziale e selvaggio, qualcuno si accorga della sua presenza, e venisse ancora una volta a tagliarla, a curarla, e a farci rimbalzare un pallone. Un'altra triste e solitaria fine di un impianto inaugurato calcisticamente nel 1883, quando nel luglio di quell’anno, fu convocata una riunione alla Grammar School, e nacque il sodalizio sportivo guidato dall’ingegnere locale Charles Samuel Craven.
Da quel giorno, al 3 maggio 2003 quando Neil Wainwright ha segnato l'ultimo gol nel venerabile stadio, con un colpo di testa nel pareggio per 2-2 contro il Leyton Orient, passarono 120 lunghi anni. Feethams era campo insolito, in quanto dopo aver varcato i tornelli attraversavi le cosiddette Twin Towers (non quelle di Wembley.. ), e dove i sostenitori più caldi per molti anni hanno avuto la possibilità di cambiare vista a metà tempo, accorrendo in massa dietro la porta dove il Darlington stava attaccando. In gergo trooping..
Torniamo all’inizio. Per la fine c’è tempo. Ben presto il Darlington crebbe fino a diventare uno delle formazioni leader nella Contea del Durham, e nel 1889 divenne uno dei dieci membri fondatori della Northern League. Un’adesione che fu coronata dalle affermazioni sportive, segnate dalle vittorie nei campionati del 1896 e del 1900. Nel 1908 la domanda del club di aderire al professionismo venne accolta, e nel 1911 il “Darlo” raggiunse il suo miglior traguardo di sempre nella FA Cup. Un’impresa ripetuta nel 1958 quando anche il corrispondente del Times, restò sbalordito dal vedere i “Quakers” abbattere il Chelsea 4-1 e guadagnare il quinto turno. Ma la Coppa d’Inghilterra porterà un altro piccolo record nella storia della società. Infatti, non appena la federazione dette il benestare per le partite in notturna, la prima gara del torneo giocata sotto la luce artificiale, fu a Feethams, e festeggiata con la vittoria per 3-1 sul Carlisle United.
Da queste parti passò anche Brian Clough, ma a spezzare un sogno. Nel 1968 con il suo Derby County, si impose in un rocambolesco 5-4 e in semifinale della Coppa di Lega ci andarono i “rams”.
Se volete spendere un nome a Darlington, è uno solo: Brian Little.
Per il nativo di Newcastle, che ha lasciato un segno indelebile come attaccante dell’Astonvilla, era il primo incarico ufficiale da manager. Raccolse i bianconeri nel fondo della Football Conference sostituendo Dave Booth, e in due stagioni, vinse due titoli, portando la squadra in Terza Divisione. La vittoria del 1990/91, resta iconico torneo non solo dal punto di vista sportivo ma anche perché ottenuto ai danni dei rivali di sempre del Hartlepool United staccati di un punto in classifica. I meriti passeranno dalle mani del portiere Mark Prudhoe, dalla solidità di difensori come Jimmy Willis, dal talento dei centrocampisti David Cork e Sean Gregan, e dalla vena realizzativa di David Geddis.
 
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Feethmans chiuderà i battenti nel 2003. Nel 1999 c’erano state le prime avvisaglie di bancarotta. Le sterline di George Reynolds salvarono il Darlington e se si fosse fermato lì, sarebbe stato ricordato alla grande. Purtroppo come tutti i milionari eccentrici ci volle mettere del suo, e iniziò a varare piani per la costruzione di un nuovo stadio con conseguente abbandono del vecchio campo da gioco. Così il “Darlo” si trasferì nella nuova “Reynolds Arena” ma i soldi spesi strinsero in una morsa di debiti il club, costretto poco dopo all’amministrazione controllata, e consegnato nelle mani di Stewart Davies.
Ah, il nuovo stadio oggi non si chiama più Reynolds, ma semplicemente Darlington Arena. E il “Darlo” rinominato Darlington 1883, ha fortunatamente evitato un fallimento di misura maggiore, vincendo fra l'altro nel 2011 il prestigioso FA Trophy. Meno male, bravi, ma che nessuno si tolga il cappello da queste parti. Sono Quaccheri..

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di SIR SIMON

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