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giovedì 23 dicembre 2021

Lieto Fine nel Lancashire

 Strano a dirsi ma, talvolta, le grandi soddisfazioni arrivano dopo una serie di lunghi cicli colmi di cadute e ricadute, sconfitte che arrivano proprio quando pensi che il più sia stato fatto. C'è sempre una morale nella vita di tutti i giorni e, senza dubbio, molte morali le possiamo trovare anche nel nostro amato mondo del calcio. 

In Inghilterra, come ben sappiamo, la quotidianità della classe operaia (non più soltanto lei) è alimentata a pane e calcio e quindi, molto spesso, gli umori della gente variano in base anche ai risultati della propria squadra del cuore. Negli anni 90 c'è stato un club, in Gran Bretagna, che ha rappresentato più di tutti quella che si dice resilienza. 

Siamo nel nord-ovest d'Inghilterra, più precisamente nella contea del Lancashire, più nel dettaglio, a Blackburn ed il club protagonista di questo racconto sarà proprio il Blackburn Rovers.

Il club venne fondato nel 1875 presso il Lager Hotel sito proprio a Blackburn. Il club ha militato circa settanta volte nella massima serie inglese e, ad oggi, dove si trova relegato in Championship, rimane uno dei club più affascinanti ed iconici soprattutto negli anni 90.

Partiamo dai primi anni 90. I Rovers sono ormai saldamente, e tristemente, bloccati in Second Division (l'allora Championship o serie B inglese detto all'italiana) dalla stagione 1980-81. Non riescono, da diversi anni, a risalire nella massima serie inglese forse per via di una squadra poco competitiva o forse perché, anche in Second Division, il livello si è fortemente alzato. Fatto sta che, nel Lancashire, i tifosi Rovers respirano malumori generali dovuti a piazzamenti da medio alta classifica e, ad ogni play-off, puntualmente arriva la delusione. 

Comunque sia, va detto, nel nord (ovest nel nostro caso) d'Inghilterra vi è, storicamente, gente tosta abituata anche a vivere perenni fasi di stallo le quali, però, prima o poi si dovranno pur sbloccare ed una gioia potrà anche piovere da quelle parti.

Un piccolo spiraglio di luce eccolo arrivare nella stagione 1991-92. Il Blackburn Rovers milita sempre in Second Division ma, in questa stagione, si respira uno curioso ottimismo dalle parti di Ewood Park (stadio del club dal 1890). I Rovers giocano bene e sembrano molto più sicuri delle loro qualità e dei loro mezzi. Forse sarà stato l'arrivo di un centravanti come Steve Livingstone dal Coventry City, di un solido difensore, a gennaio, come Chris Price dall' Aston Villa ma, molto probabilmente, la differenza l'ha fatta l'approdo sulla panchina di Kenny Dalglish al posto di Don Mackay. Fatto sta che al termine della stagione 1991-92 il Blackburn si ritrova sesto in classifica e questo significa, ancora una volta, play-off. 

Il 10 maggio 1992 si gioca l'andata della semifinale play-off contro il Derby County tra le mura amiche. Non c'è storia, i Rovers si impongono per  4-2 grazie alle reti Sellars, Newell e doppietta dello scozzese Speedie.  Tre giorni più tardi si gioca il ritorno in casa del Derby County, nel vecchio impianto noto come Baseball Ground. Il Blackburn, questa volta, perderà per 2-1 ma con la differenza reti dell'andata si avrà un risultato finale di 5-4 il quale permetterà ai Rovers di approdare alla finale play-off contro il Leicester City nella straordinaria cornice di Wembley. Nella finalissima vi sarà una capienza di circa 68.000 spettatori e, molti di questi, provengono dalla contea del Lancashire. I tifosi Rovers ci credono, questo è uno spartiacque importantissimo, c'è entusiasmo e voglia di scrivere una pagina importante. Quel giorno, la pagina importante, verrà scritta ed infatti il Blakcburn Rovers vincerà per 1-0 con la rete dal dischetto di Newell. 

Grande festa nel Lancashire dopo anni di delusioni ed attese snervanti il  Blakcburn torna nella massima serie inglese ed ora c'è una voglia matta di fare bene anche nel principale palcoscenico del calcio britannico. 

L'estate del 1992 si apre subito con una bomba di mercato in tra le mura di Ewood Park. Kenny Dalglish ammette di avere un vero e proprio debole per la nuova stella emergente del calcio inglese il quale, a quei tempi militava nel Southampton. Il calciatore il questione è, niente poco di meno, Alan Shearer, secondo gli esperti il più forte centravanti della storia del calcio inglese. La società accontenta il suo allenatore e porta, nel Lancashire, il nuovo gioiellino inglese da tutti acclamato. Risulterà essere una mossa azzeccatissima e, nonostante oggi Shearer sia ricordato più con la maglia del Newcastle United che quella dei Rovers, va detto che lascerà un'impronta importante da quelle parti nella sue  quattro stagioni in maglia bianco e blu. Nella stagione 1992-93 il Blackburn alterna grandi prestazioni a piccoli inciampi ma, nonostante ciò, i tifosi Rovers credono da morire nei loro beniamini e, si sa, la fiducia attorno ad un ambiente può fare la differenza. Sarà, comunque sia, una stagione straordinaria in quanto il Blackburn Rovers si piazzerà quarto in classifica e, per un sol punto, non riuscirà a piazzarsi al terzo posto che avrebbe concesso l'approdo in coppa Uefa. Ma queste soddisfazioni arriveranno, sono nell'aria. L'amaro in bocca, in quella stagione, sarà dovuto dall'eliminazione dalla Coppa di Lega in semifinale contro lo Sheffield Wednesday. Nonostante si trattasse della prima stagione nella massima serie inglese, dopo quasi dieci anni, il Blackburn Rovers poté ritenersi soddisfatto vista la conquista della semifinale di League Cup ed il piazzamento tra le prima quattro della classe.  

La stagione successiva, 1993-94, regalerà un'altra cavalcata importante per gli uomini di Dalglish. L'allenatore potrà contare su degli innesti importanti del calibro di Henning Berg, in difesa, e dello scozzese Kevin Gallacher, a centrocampo. Il Blackburn, ormai, è diventato una realtà sensazionale che non fa altro che stupire ogni giorno di più. Tutti i tabloid parlano di come i Rovers stiano riuscendo a divertire il calcio inglese, fino a diventare quasi una vera e propria icona come solo le grandi band musicali inglesi stavano facendo in quegli anni 90 colmi di trasformazioni.

In quella stagione i bianco e blu se la giocheranno alla pari, per gran parte del campionato, con il blasonato Manchester United il quale, però, alla fine, avrà la meglio ed alzerà al cielo il suo ennesimo trofeo. Nonostante il secondo posto, per i tifosi Rovers, sarà, comunque sia, una grande festa perché, secondo posto, vuol dire accesso alla coppa Uefa. Ebbene sì, finalmente Ewood Park diverrà vetrina anche per le notti europee. 

Il destino volle, però, che siccome i Red Devils vinsero la Premier League ed anche la FA Cup nella stagione 1993-94, il Blackburn Rovers si ritrovasse, nella finale di Charity Shield (supercoppa d'Inghilterra), faccia a faccia contro gli stessi Diavoli Rossi in quanto, come detto, al termine della stagione 1993-94 si piazzarono in seconda posizione.     

L'occasione di alzare al cielo un trofeo dopo anni ed anni di “purgatorio” calcistico era davvero ghiotta per i Rovers. C'era entusiasmo e forte speranza attorno alla compagine allenata da Dalglish. Wembley sembrava sul punto di esplodere. Ovviamente, sulla carta, il Manchester United aveva più qualità ma, la Blakcburn calcistica era diventata, ormai, una realtà ben nota del calcio britannico ed esser considerati una mina vagante poteva dare il là a grandi soddisfazioni.

L'assenza, in attacco, di Shearer si faceva sentire ed infatti il pensiero che il pupillo della piazza non fosse presente ad un match del genere metteva agitazione a Kenny Dalglish il quale, però, optò per il duo, in attacco, Ripley – Pearce. Quel 14 agosto 1994 avrà la meglio i Man United il quale, va 

detto, giocherà di gran lunga meglio rispetto al Blackburn. Il match terminerà 0-2 per i Red Devils grazie alle reti di Cantona dal dischetto e Paul Ince in rovesciata.

Ancora una volta, per un pelo, il Blackburn non riesce a conquistare un trofeo del quale è a secco dal 1928 (FA Cup). I tabloid si domandano se forse, in realtà, i Rovers siano stati soltanto una cenerentola del calcio inglese non ancora attrezzata per far il vero salto di qualità oppure se, i ragazzi di Dalglish, abbiano qualcosa di straordinario in serbo da far uscire fuori. I tifosi, nonostante tutto, non hanno nulla da recriminare ai loro idoli in quanto, comunque sia, nell'arco di tre anni il Blackburn Rovers è risalito dalla Second Division, ha raggiunto una semifinale di coppa di Lega, è approdata in coppa Uefa piazzandosi al secondo posto in Premier League ed ha giocato una finale di Charity Shield, a Wembley, contro il Manchester United. 

Quindi, sipario...INVECE NO!

Non è finita qui, anzi, possiamo dire che tutto quello scritto sopra fosse la prefazione di ciò che stava per accadere da lì a poco. La stagione 1994-95 inizia subito con sette risultati utili di fila tra vittorie e due pareggi. Anche questa stagione sembrerebbe incanalata verso il solito copione delle precedenti: un Manchester United che vuol fare da padrone ma che, dinnanzi a sé, ha ancora questi folli pazzi del Lancashire che vogliono dare fastidio, per quanto possono, ai campionissimi di Manchester. Il Blackburn tenta di tenere il passo il più possibile e, al giro di boa, sembra che Man United e Rovers stiano giocando un campionato tutto loro. Alan Shearer è il solito “killer” sotto porta e trascina più e più volte il suo Blackburn alla vittoria. Negli scontri diretti tra il Blackburn Rovers ed il Man United ad avere la meglio saranno sempre i Red Devils i quali, però di tanto in tanto inciampano perdendo qualche punto per strada. Va da sé che ogni inciampo mancuniano sarà da sprone, per gli uomini di Dalglish, a non fallire le varie possibilità di sorpasso o di allungo. 

I tifosi Rovers, percepiscono un'elettrizzante sensazione come se, questa stagione, potrà essere quella decisiva. Quella della storia. All'ultima giornata di campionato i Rovers sono primi in classifica ad 89 punti mentre, il Manchester United, è secondo ad 87 punti. Se il Blackburn vince è campione d'Inghilterra, qualora lo United vince ed i Rovers perdono ci sarà il sorpasso al fotofinish. 

C'è tensione, fortissima tensione. Il Blakcburn Rovers va a giocare in casa del Liverpool il quale, si sa, non ha mai avuto rapporti idilliaci con il Man United. I Red Devils vanno ad Upton Park in casa del West Ham United.

Ci siamo: il Blackburn per scrivere una pagina indelebile della sua storia, il Man United per ribadire il concetto della sua forza. I tifosi Rovers presenti ad Anfield Road buttano giù fiumi di birra per scaricare la tensione e scacciare via qualsiasi pensiero pessimista. La partita ha inizio ad Anfield Road e subito, incredibilmente, il Liverpool prova a farsi sotto per cercare la via del goal. Il Blackburn soffre ed ha come una sorta di blocco. I Rovers reagiscono ma non riescono mai ad inquadrare la porta. Al 20esimo, però, ecco che a siglare la rete del vantaggio è proprio lui (sempre lui) Alan Shearer. Delirio nel settore ospiti di Anfield. I tifosi bianco e blu quasi non ci credono. Nella ripresa, però, ecco che scende in campo un Liverpool molto più agguerrito il quale, al minuto 64, trova il pareggio con John Barnes. In tutto questo, nel frattempo ad Upton Park, il match era ancorato sul risultato di 1-1 ed il Manchester United attaccava senza sosta cercando, in tutti i modi, di andare a segno. Con questa situazione di parità in ambo i campi di gioco si sarebbe laureato campione d'Inghitlerra il Blackburn. Il discorso, però, era che i Rovers stavano soffrendo tremendamente contro il Liverpool ed è al 90esimo che accade l'irreparabile. Calcio di punizione per i Reds, tiro a scavalcare la barriera di Jamie Redknapp, Goal! Liverpool 2 Blackburn Rovers 1. 

I tifosi bianco e blu non ci credono e non vogliono crederci. Preghiere, qualche pianto, scongiuri ora nulla sembra più avere senso. L'unica speranza si chiama West Ham United. Gli hammers stanno soffrendo terribilmente contro il Manchester United. Nei minuti di recupero, oltre il 90esimo, il Man United sbatte per l'ennesima volta contro il muro londinese e non appena Ian Bishop del WHU spazza via la palla dall'area di rigore, l'arbitro sancisce la fine del match con il triplice fischio. La notizia arriva ad Anfield Road seguita da altrettanto triplice fischio. INCREDIBILE: IL BLACKBURN ROVERS E' CAMPIONE D'INGHILTERRA. La classifica finale vedrà Blackburn Rovers 89, Manchester United 88. 

E' l'apoteosi nel settore ospiti di Anfiled. In tutti i pub della contea del Lancashire scorrono fiumi di birra. I tifosi del Blackburn non ci possono credere, dopo anni in Second Divison, dopo anni di delusioni proprio sul più bello, ecco che arriva la vittoria della Premier League. La rocambolesca maniera nella quale questa è arrivata ha un retrogusto ancor più romantico degno di essere raccontato per sempre nella storia del calcio d'oltremanica. Quella squadra è considerata, ad oggi, come detto in precedenza, un'icona anni 90 per quello che ha saputo dimostrare sul campo. Inaspettatamente quei ragazzi hanno rovesciato tutti i pronostici e sorpreso tutti, per fino loro stessi, compiendo un'impresa leggendaria. Chissà magari un giorno i Rovers torneranno a rivivere certe emozioni e nel museo di Ewood Park compariranno altri nomi di una qualche altra grande impresa, la speranza è sempre l'ultima a morire. Basta crederci e su questo, i tifosi del Blackburn Rovers, sono dei straordinari “porta bandiera di speranza”. 

Il duro lavoro, le sconfitte e le risalite sono il basamento per le grandi imprese e, non a caso, il motto (latino) che si legge anche sullo stemma del Blackburn Rovers è proprio: “Arte et Labore”.


Damiano F.  




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