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sabato 1 giugno 2013

Those of Hallam

Racconto di Sir Simon


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Roger Bell era un tifoso dell’Hallam FC. L’ha seguito per circa venti anni, in casa, e spesso in trasferta. Un personaggio che fungeva da autentico punto di riferimento per i sabati pomeriggio a Sandygate Road. Pioggia, nebbia o neve, lui c’era sempre. Appoggiato alle balaustre bianche di recinzione del terreno di gioco intento a sfogliare il programma dell’incontro, oppure nei pressi del Club House a discutere delle vicende della società, o magari seduto sui sedili della Main Stand quando le intemperie inducevano a più miti consigli e ad avere un tetto sulla testa. Bell, è deceduto alla fine dello scorso anno: non aveva parenti e nel testamento ha donato tutti i suoi averi alla squadra del cuore. David Slater, presidente dell’Hallam Football Club, non ha voluto rivelare la cifra ai giornalisti curiosi, ma si vocifera comunque di molte migliaia di sterline, più qualche proprietà da capitalizzare: il tutto dovrebbe realizzare una somma a sei cifre. Nei pub di Crosspool, parecchie pinte di birra sono state alzate in suo onore, e molta “acqua di Scozia” è stata stillata.. Un vero appassionato di football, educato, cortese, e benvoluto dalla comunità. Quella comunità situata a ovest del centro abitato di Sheffield, ai piedi di quei monti Pennini che da qui iniziano il loro lungo e tortuoso percorso verso l’arrotondato Cross Fell, e verso un paesaggio ancora oggi misterioso e selvaggio, dove l’erica e la brughiera la fanno da padroni, macchiando le incontaminate distese, spesso, insieme al biancheggiare di qualche gregge di pecore.

Nel 1804 lungo Sandygate Road c’era una locanda. Si chiamava Plough Inn, affacciata su un'antica strada romana che univa le cittadine di Lincoln e Buxton. Uno di quei posti che sono la quintessenza di un certo tipo di letteratura inglese. Muri in pietra, vetri molati, il comignolo fumante, il solido bancone di legno, e qualche strambo avventore, o forse semplicemente più ubriaco degli altri, guardato a vista dal proprietario stizzito. Roba da Cime tempestose o Jane Eyre. Evidentemente però, non si poteva giocare per sempre a dadi o a freccette, o peggio ancora accerchiarsi e scommettere su chi fra i due poveri galli avrebbe ceduto per primo. Poteva esserci un modo diverso per passare il tempo, più elegante, più sobrio, sempre che i francesi di Napoleone non avessero invaso l’Inghilterra, e tutti gli uomini in grado di impugnare un fucile, dovessero essere urgentemente richiamati alle armi. Fortunatamente, seppure l’istrionico Imperatore progettasse da qualche tempo uno sbarco sull’isola, ciò non accadde, e sui campi intorno alla locanda s’incominciò a praticare il Cricket. Il gruppo si fece chiamare Hallam Cricket Club, e nel giro di pochi anni raggiunse oltre trecento soci. E’ cosi fra un “innings” e l’altro, si andò avanti fino al 1860. Sì, perché nel frattempo a Sheffield era scoppiata la scintilla del nuovo gioco. Quel calcio, che il duo Crestwick- Prest, aveva non solo portato nella grigia città dell’acciaio, ma che aveva contribuito a migliorare e regolamentare.

Era sufficiente. A Hallam non potevano restare indietro. Il merito principale andò a John Charles Shaw, fondatore e capitano del nuovo sodalizio calcistico cittadino. Un club che non potrà vantarsi di essere il più antico del mondo, ma il suo impianto assolutamente sì. Oggi Sandygate Road, è una sorta di monumento nazionale, tutelato da una legge che vieta qualsiasi utilizzo diverso dell’area, e quindi praticamente considerato a tutti gli effetti patrimonio dell’ Umanità. La data esatta di nascita riporta 4 settembre 1860. Un’anagrafe che rese inesorabile il contatto con i dirimpettai dello Sheffield FC, e di conseguenza i primi incontri tra dirigenti per fissare la data e il luogo della prima stracittadina ufficiale. E, d’altro canto se si eccettua qualche voce giunta dal Kent sulla formazione di un altro gruppo dedito al Dio pallone, la gara era inevitabile, visto e considerato che in quel momento, le due compagini rappresentavano le uniche squadre di calcio presenti al mondo, paradossalmente distanti solo alcune miglia.

Curiosità: un ruolo fondamentale nella creazione della squadra oltre che il già citato Shaw fu rivestito da Tom Vickers, entrambi in origine membri dello Sheffield Football Club. Il primo, poi sarà destinato a divenire una figura leggendaria del calcio inglese: già capitano, segretario e tesoriere dell'Hallam, è eletto alla presidenza della Sheffield Football Association nel 1869, proprio negli anni in cui la Steel City contribuirà maggiormente alla diffusione del gioco sul territorio britannico.

E’ deciso. Il giorno di Santo Stefano rappresentò la chiusura del cerchio. Data festiva e memorabile. Le due formazioni si daranno battaglia sul terreno di Sandygate. Il Boxing Day del 1860, in altre parole fu il primo derby calcistico dell'era moderna, arbitrato da un certo signor Richard Douglas. Ogni squadra mise in campo più degli undici attuali giocatori: L’ Hallam si presentò con una divisa blu listata di bianco, mentre lo Sheffield ripiegò su una raffinata camicia rosso scarlatto. A conquistarsi la vittoria sarà la formazione ospite, che superò i “cugini” più giovani per 2-0. L’unico goal messo a referto sarà quello del capitano dello Sheffield, Creswick, mentre e possibile leggere, a respiro cadenzato, i nomi degli uomini di quelle due squadre, che inconsapevolmente quel pomeriggio stavano facendo la storia del calcio:

Per lo Sheffield FC scesero in campo: Creswick, Baker, Chambers, Dixon, Favell, Gould, Hall, Moore, Prest, Sellars, Turton, Wightman, e Wild. Per l’Hallam, i prescelti furono: Shaw, B. Elliott, G. Elliott, Hobson, Moore, Pearson, Pye-Smith, Snape, F.Vickers, T. Vickers, Warburton, Waterfall, G.H. Waterfall.

Salto temporale. Il 16 febbraio 1867 gli abitanti di Sheffield aprendo i giornali, scorgono una notizia più curiosa che campeggia accanto agli onori per John Joseph Croydon, l’uomo che grazie alle informazioni inviate alle autorità farà fallire la presa del castello di Chester da parte dei Feniani in rivolta. In realtà si tratta di un insolito annuncio: l'autore si chiamava Thomas Youdan, il proprietario dell’Alexandra Theatre, uomo facoltoso e grande appassionato di calcio. E il suo amore per questo gioco è talmente sfrenato che decide di sponsorizzare un vero e proprio torneo: la Youdan Cup.

Con una spesa irrisoria commissiona la realizzazione del trofeo, una bella coppa d'argento, che alla fine, però, verrà a costare dieci volte tanto, e, soprattutto, non sarà pronta per il giorno della finalissima..

Alla competizione s’ iscriveranno ben dodici squadre locali. Il nome eccellente, tuttavia non figurava nella lista: Lo Sheffield Football Club non parteciperà, a quello che in seguito, sarà ufficialmente riconosciuto come il primo trofeo in palio del calcio mondiale. Sembra che i motivi dell’assenza vadano ricercati in un litigio fra il capitano della squadra e gli altri giocatori, ma siamo molto nel sentito dire, ed è meglio essere prudenti in certi casi.

La Youdan Cup non si limitò a dare un senso alle interminabili sfide che caratterizzavano il gioco nelle sue fasi primordiali, ma sviluppò ulteriormente le cosiddette Sheffield Rules, con l’introduzione ancora di nuove direttive, innovazioni, come la presenza di un arbitro neutrale, i calci di punizione, ed i tempi supplementari. In caso di parità al termine dei novanta minuti si convenne che quell’ embrione di extra time dovesse prevedere il prolungamento del match addirittura di un'ora, ma se una delle due squadre avesse segnato una rete prima dello scadere dei sessanta minuti, avrebbe vinto l'incontro. In pratica un golden goal ante litteram. Esattamente quello che deciderà la sfida tra Norfolk Club e Broomhall del 23 febbraio 1867 a favore dei primi. Ma se per il Norfolk il suo primo golden goal sancirà la fine delle ostilità, la finale tra Hallam e Norton Oakes stentò a trovare il suo vincitore. Non bastò neppure un'ora di tempo supplementare. Si dovette andare così alla ripetizione dell'incontro disputato a Bramall Lane, e proprio un altro goal realizzato nella nuova appendice di tempo, regalò la vittoria ai bianco blu per 2-1.

La competizione non fu più ripresentata, e la coppa finalmente pronta e lucida sparì addirittura fino al 1997, quando un collezionista scozzese, venuto, non si sa come in possesso del vecchio trofeo, prese subito contatto con l'Hallam FC. E il club a quel punto non poteva non acquistarlo. Il cimelio tornò quindi a Sheffield per una cifra molto vicina alle 2.000 sterline. Peccato per la mancanza di filantropia sportiva, quella coppa andava forse riconsegnata gratuitamente al legittimo proprietario, ma alle volte gli scozzesi restano davvero fedeli ai loro luoghi comuni..

Nella galleria degli ex degni di nota spiccano nomi illustri come quello di Howard Wilkinson, manager del Leeds United campione d’Inghilterra nel 1992, quello di Sean Connelly leggenda dello Stockport County, e senza dubbio Jack Whitham ex giocatore di Sheffield Wednesday, Liverpool e Cardiff City che chiuse la sua carriera ad Hallam come player manager, prima del ritiro definitivo dalle scene calcistiche nel 1976.

Insomma anche i Countrymen, o gli “on the rocks” come riporta l’antica toponomastica inglese sulla definizione del luogo, hanno attraversato spavaldi più di centocinquanta anni di vita sportiva con la loro piccola grande squadra..


“Countrymen” esatto, gente di campagna, loro sì, che ne hanno sempre di belle storie da raccontare..


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