La voglia di tornare in Inghilterra era troppo forte e quando sembrava, ma forse solo nei miei sogni, che il Preston NE potesse qualificarsi per i playoff di Championship ho colto subito l'occasione per prenotare un volo nelle date in cui si sarebbe svolta l'eventuale finale a Wembley e quindi a fine maggio.
La destinazione doveva di conseguenza essere nelle zone di Londra e tra le città non ancora visitate spuntava soprattutto Oxford, la “città delle guglie” famosa per i suoi meravigliosi e storici colleges, ma anche Windsor, nota sede dell'imponente Castello appartenente ancora oggi alla Famiglia Reale che lo utilizza spesso nei weekend ed in estate.
Beh.. nemmeno a dirlo nelle settimane successive il PNE ha perso 4 partite di fila cancellando ogni possibilità di andare ai playoff.. un vero peccato, ma il mio viaggio non sarebbe stato di certo rinviato.. è vero, il calcio è importante per me, vedere il North End a Wembley sarebbe stato un sogno, ma stiamo parlando di un viaggio in Inghilterra ed anche senza una partita sapevo che sarebbe stato in ogni caso fantastico.
L'attesa è stata estenuante, ma l'emozione della programmazione del viaggio è stata comunque eccitante e parlando con Silvia ci rendiamo conto che, vista la vicinanza con Oxford, non potevamo perdere l'occasione di visitare la meravigliosa Bibury, un villaggio nelle Cotswolds, dove il tempo sembra essersi fermato, almeno a giudicare dalle foto viste nel web e sui libri..
Contatto quindi Tim, un amico tifoso del PNE che vive ad High Wycombe per chiedergli consigli su come organizzare la visita nelle Cotswolds e lui molto gentilmente si offre di accompagnarci con la sua macchina, nei giorni successivi, dopo aver pianificato i dettagli del viaggio ci rendiamo conto che il tempo a disposizione sarà poco e per guadagnare tempo decidiamo che andremo a Bibury il giorno stesso del nostro arrivo ad Oxford, previsto nel primo pomeriggio dopo il viaggio in bus dall'aeroporto di Stansted.
A questo punto, però, Tim dimostra ancora una volta la sua gentilezza e disponibilità e quel giorno viene direttamente con sua moglie Chris a prenderci in aeroporto, dopo vari viaggi con direzione Manchester, questa è la prima volta dal 2013 che voliamo su Londra, strano però che della Capitale non vedremo praticamente nulla..
Dopo una breve colazione in aeroporto ci troviamo intorno alle 8.30 con Tim al parcheggio, dopo i saluti ci dirigiamo in macchina verso High Wycombe, è solo un percorso stradale, ma quello che vedo scorrere dai finestrini della sua Skoda targata “PNE…” mi emoziona comunque, qualsiasi città venga indicata sui cartelli stradali mi riempie di curiosità e voglia di vedere ognuna di essa.. intravedo paesaggi e ci imbattiamo anche in una serie di auto storiche tra le quali alcune favolose Mini Cooper, immagino ci sia da qualche parte un raduno.
Arriviamo ad High Wycombe, Tim e Chris ci ospitano a casa loro per un caffè, il tipico caffè inglese molto lungo, nel loro delizioso salotto con vista su un altrettanto bel giardino curato in ogni minimo particolare, inutile dire che la casa è piena di addobbi riguardanti il Preston NE, Tim vive ormai in questa città da anni, ma è originario di Preston e continua a tifare senza nessun dubbio (anche se sarebbe più comodo andare a vedere le partite interne del Wycombe Wanderers) per la sua squadra del cuore.
Dopo aver parlato naturalmente di calcio e del PNE, ma anche di altri argomenti soprattutto relativi al nostro viaggio, diamo in regalo a Tim due piccoli pensieri, una guida (in lingua inglese) della nostra città, Lecco, e dintorni, oltre ad una sciarpa del Lecco, il mio local team che guarda caso ha gli stessi colori proprio del Wycombe, il blu ed il celeste.. a questo punto siamo pronti per andare a Bibury, ma non prima di non aver fatto una visita alla parte più bella di High Wycombe... vale a dire.. Adams Park, casa proprio del Wycombe Wanderers!
Quando arriviamo notiamo che lo shop e lo stadio sono chiusi, me lo aspettavo, ma sono comunque un pò deluso, ma, dopo aver fatto qualche foto dall'esterno, troviamo gli addetti al campo da gioco che stanno ultimando i loro lavori che gentilmente ci permettono di entrare!
Beh, lo spettacolo al quale mi trovo di fronte mi fa sentire come un bambino al parco giochi, una sensazione già vissuta, ma che è sempre fantastico rivivere.. lo stadio è davvero bello, è un impianto di nuova costruzione che ha sostituito la vecchia casa dei Chairboys, il Loakes Park, il cui cancello è ancora posto all’esterno di Adams Park in ricordo
La Valley Terrace domina, ma anche la scritta WWFC sugli spalti blucelesti, io e Tim ci facciamo una foto esponendo la sciarpa del Lecco e scherziamo con il groundsman fingendo ironicamente che si tratti di una sciarpa del Wycombe visto che, come già detto, le due squadre hanno gli stessi colori sociali.
La piacevolissima visita ad Adams Park termina, l’unica nota negativa è forse la posizione abbastanza fuori dalla città, ma nel complesso mi sento di poter dire che si tratti di uno stadio molto bello e che sono contentissimo di aver potuto ammirare anche dal suo interno.
Ci dirigiamo quindi verso le Cotswolds, quando attraversiamo Oxford, Tim mi dice che al ritorno dovremmo fare in tempo a vedere lo stadio dell’Oxford City, ma purtroppo non quello dell’Oxford United, un po’ troppo fuori dalla nostra portata in termini geografici… ovviamente posso solo essere grato a Tim, ma non nascondo che la prospettiva di non vedere il Kassam Stadium mi rattrista un po’ e già sto pensando ad un’alternativa per visitarlo o per vedere un altro stadio nelle zone in cui stiamo andando… (prima di partire avevo pure cercato notizie sulle squadre locali delle Cotswolds ed in particolare di Bibury e della vicina Cirencester..).
Quando cominciamo ad addentrarci nelle Cotswolds ci rendiamo conto del motivo per cui tutti ne parlano in termini entusiastici.. attraversiamo i primi paesi e subito la caratteristica principale che si può notare è l’utilizzo per la costruzione di case ed edifici vari della famosa pietra delle Cotswolds, ci sono interi villaggi che visti in lontananza sembrano quelli delle fiabe, oppure sembra di essere in uno di quei racconti di Jane Austen, ricordo in particolare qualche film che avevo questo tipo di ambientazioni, oppure mi viene in mente la serie TV “Il seggio vacante” tratto da un romanzo di J.K. Rowling (stessa scrittrice di Harry Potter) ambientato nell’immaginario villaggio di Pagford.
Arriviamo a Bibury, il tempo regge, non piove quindi, ma non c’è nemmeno il sole, l’ideale per me, si tratta proprio di un piccolo villaggio la cui principale attrazione è la famosissima via, la più fotografata d’Inghilterra si dice, Arlington Row, davvero caratteristica con le sue casette tutte in fila che salgono lungo la stradina che porta verso i boschi.
Mi sembra incredibile essere veramente lì, non avrei mai immaginato di riuscire un giorno ad arrivare fino a qui, l’avevo sempre sognato, ma ora è realtà soprattutto grazie ai miei compagni di viaggio, solitamente nei nostri viaggi in Inghilterra utilizziamo il treno… beh.. qui a Bibury il treno non arriva, senza l’aiuto di Tim avremmo dovuto usare tremi e bus o noleggiare un’auto..
Ma a parte l’aiuto “pratico” devo ovviamente ringraziare Tim e sua moglie per la fantastica compagnia, l’ospitalità, la gentilezza e la disponibilità, spero un giorno di poter ricambiare se dovessero venire in Italia.
Percorriamo Arlington Row, cerco di godermela tutta, cerco di non farmi sfuggire nessun particolare e faccio parecchie foto… foto che, viste dopo, non renderanno mai giustizia alla bellezza di questo posto vissuto dal vivo in prima persona.
A parte Arlington Row visitiamo la Chiesa ed il suo parco, poi, visto che comunque Bibury non è grandissima e non offre molto dal punto di vista più pratico, prendiamo la macchina ed andiamo in direzione di Bourton-on-the-water dove potremo pranzare.
Mi sembra incredibile essere veramente lì, non avrei mai immaginato di riuscire un giorno ad arrivare fino a qui, l’avevo sempre sognato, ma ora è realtà soprattutto grazie ai miei compagni di viaggio, solitamente nei nostri viaggi in Inghilterra utilizziamo il treno… beh.. qui a Bibury il treno non arriva, senza l’aiuto di Tim avremmo dovuto usare tremi e bus o noleggiare un’auto..
Ma a parte l’aiuto “pratico” devo ovviamente ringraziare Tim e sua moglie per la fantastica compagnia, l’ospitalità, la gentilezza e la disponibilità, spero un giorno di poter ricambiare se dovessero venire in Italia.
Percorriamo Arlington Row, cerco di godermela tutta, cerco di non farmi sfuggire nessun particolare e faccio parecchie foto… foto che, viste dopo, non renderanno mai giustizia alla bellezza di questo posto vissuto dal vivo in prima persona.
A parte Arlington Row visitiamo la Chiesa ed il suo parco, poi, visto che comunque Bibury non è grandissima e non offre molto dal punto di vista più pratico, prendiamo la macchina ed andiamo in direzione di Bourton-on-the-water dove potremo pranzare.
Sulla strada vedo altri villaggi che voglio tenere a mente per andarmeli poi a “studiare” meglio una volta arrivato a casa, fosse per me mi fermerei a visitarli tutti, in particolare ricordo Aldworth e Burford (da un cartello apprendo che è gemellata con Potenza Picena, un paese nelle Marche), davvero molto caratteristici, ma una volta arrivati a Bourton capisco perché Tim ci ha portati qui!
Bourton-on-the-water, chiamata la “Venezia delle Cotswolds”, e la confinante Lower Slaughter, che si raggiunge camminando, sono meravigliose, così tanto che lungo un’intera via sul fiume Windrush ci sono delle oggettistiche ricoperte da dei teli… pensiamo che si tratti di un mercato all’aperto momentaneamente chiuso ed invece le persone che sono lì apposta a curare che nessuno tocchi nulla ci spiegano che siamo sul set cinematografico di un film che uscirà il prossimo anno tratto proprio da “Emma”, un noto romanzo di Jane Austen.
Bourton-on-the-water, chiamata la “Venezia delle Cotswolds”, e la confinante Lower Slaughter, che si raggiunge camminando, sono meravigliose, così tanto che lungo un’intera via sul fiume Windrush ci sono delle oggettistiche ricoperte da dei teli… pensiamo che si tratti di un mercato all’aperto momentaneamente chiuso ed invece le persone che sono lì apposta a curare che nessuno tocchi nulla ci spiegano che siamo sul set cinematografico di un film che uscirà il prossimo anno tratto proprio da “Emma”, un noto romanzo di Jane Austen.
Attraversiamo le vie di questi villaggi sentendoci in una favola, sembra davvero che qui il tempo si sia fermato, ci sono casette in pietra, un vecchio mulino e ovviamente pub invitanti come il “The Slaughters Country Inn” che è proprio la nostra destinazione.. il pub ha un ampio giardino con tavoli per mangiare all’esterno, ma anche internamente è bellissimo, è molto tradizionale, le pareti sono in pietra, il soffitto è basso tanto che ci sono varie indicazioni che consigliano di fare attenzione a non pestare la testa…
Prima ci mettiamo in fila per ordinare le birre, chissà perché c’è sempre coda in questi casi (!!), decido di provare qualcosa di locale prendendo una lager delle Cotswolds, poi ci sediamo al nostro tavolo, con tanto di poltrone ed ordiniamo da mangiare… beh, tutto buonissimo e non credo che alla sera ceneremo!!!
E’ davvero piacevole restare in questo tradizionale pub a chiacchierare ed a rilassarsi, resteremmo lì tutto il pomeriggio, ma Tim vuole mantenere la promessa di portarmi a Marsh Lane, casa dell’Oxford City e per non fare troppo tardi, considerando anche che siamo in piedi dalle 4 della mattina ed abbiamo alle spalle un viaggio in aereo, intorno alle 16 torniamo alla macchina e salutiamo purtroppo le magnifiche Cotswolds che ci danno il loro addio (o arrivederci?) con i loro splendidi paesaggi che resteranno per sempre impressi nei nostri migliori ricordi.
Prima ci mettiamo in fila per ordinare le birre, chissà perché c’è sempre coda in questi casi (!!), decido di provare qualcosa di locale prendendo una lager delle Cotswolds, poi ci sediamo al nostro tavolo, con tanto di poltrone ed ordiniamo da mangiare… beh, tutto buonissimo e non credo che alla sera ceneremo!!!
E’ davvero piacevole restare in questo tradizionale pub a chiacchierare ed a rilassarsi, resteremmo lì tutto il pomeriggio, ma Tim vuole mantenere la promessa di portarmi a Marsh Lane, casa dell’Oxford City e per non fare troppo tardi, considerando anche che siamo in piedi dalle 4 della mattina ed abbiamo alle spalle un viaggio in aereo, intorno alle 16 torniamo alla macchina e salutiamo purtroppo le magnifiche Cotswolds che ci danno il loro addio (o arrivederci?) con i loro splendidi paesaggi che resteranno per sempre impressi nei nostri migliori ricordi.
Dopo circa 1 ora di macchina arriviamo ad Oxford, con qualche difficoltà troviamo finalmente Marsh Lane, posto a Marston, Oxford, in effetti non si nota molto in lontananza, ma ricordiamo che stiamo parlando di un piccolo stadio di non league ed è quindi giusto così, non ci sono molte indicazioni, ma questo fa parte del mondo del calcio che secondo qualcuno conta poco.. ovviamente non è così per me che sono esaltato al massimo!
Mi è sempre piaciuto l’Oxford City, la sua maglia ad hoops blu e bianca, stile QPR, mi ha sempre affascinato e poter ora essere lì è davvero emozionante, tra l’altro ci sono dei giocatori sul campo di gioco che si stanno allenando, ma sinceramente non capisco se si tratta della squadra e non oso nemmeno chiedere.
Comunque è come me lo aspettavo, il tipico piccolo stadio di non league con le sue piccole tribune, la “Club House”, il piccolissimo shop purtroppo chiuso.
Anche qui come ad Adams Park c’è una parte del cancello del White House Ground, quello che rimane del vecchio stadio degli Hoops, è comunque bello che si voglia mantenere questo rapporto con il passato.
E’ fantastico poter stare lì, non c’è nessun impedimento, posso starmene sugli spalti a guardare i giocatori che si allenano, posso girare i vari settori dello stadio, fare foto ed immaginare di essere lì ad assistere ad una partita.. purtroppo come detto lo shop è chiuso e devo abbandonare l’idea di compare la maglia della squadra o altri souvenirs anche se una spilla dell’Oxford City già ce l’ho e l’ho portato con me per fare qualche foto “malata” come direbbe Silvia…
Mi è sempre piaciuto l’Oxford City, la sua maglia ad hoops blu e bianca, stile QPR, mi ha sempre affascinato e poter ora essere lì è davvero emozionante, tra l’altro ci sono dei giocatori sul campo di gioco che si stanno allenando, ma sinceramente non capisco se si tratta della squadra e non oso nemmeno chiedere.
Comunque è come me lo aspettavo, il tipico piccolo stadio di non league con le sue piccole tribune, la “Club House”, il piccolissimo shop purtroppo chiuso.
Anche qui come ad Adams Park c’è una parte del cancello del White House Ground, quello che rimane del vecchio stadio degli Hoops, è comunque bello che si voglia mantenere questo rapporto con il passato.
E’ fantastico poter stare lì, non c’è nessun impedimento, posso starmene sugli spalti a guardare i giocatori che si allenano, posso girare i vari settori dello stadio, fare foto ed immaginare di essere lì ad assistere ad una partita.. purtroppo come detto lo shop è chiuso e devo abbandonare l’idea di compare la maglia della squadra o altri souvenirs anche se una spilla dell’Oxford City già ce l’ho e l’ho portato con me per fare qualche foto “malata” come direbbe Silvia…
Mentre usciamo da Marsh Lane vedo che Tim e Chris parlottano tra di loro…. Quando siamo in macchina li ringrazio e gli indico dove si trova la nostra Guest House, ma Tim non sembra interessato, infatti prende un’altra direzione…. Si va verso Grenoble Road e questo significa una sola cosa…. Kassam Stadium, Oxford United!!!
Yeeeeeeessss!!!
Sono quasi commosso e non so come ringraziarli, ammetto che andare ad Oxford e non vedere la casa dello United mi avrebbe parecchio rattristato e già sapevo che nell’unico giorno che io e Silvia saremmo rimasti in città avremmo avuto poco tempo per andare fino a lì, in effetti il nuovo stadio, che ha sostituito lo storico Manor Ground, è molto fuori dal centro città, sullo stesso piazzale c’è addirittura un Holiday Inn, perfetto per i tifosi in trasferta.
Appena intravedo dalla macchina il Kassam Stadium sono emozionatissimo, è uno stadio nuovo, quindi moderno e posto in una zona della città abbastanza anonima con centri commerciali, cinema, hotels, ma ha allo stesso il suo fascino, capisci subito che si tratta della casa degli U’s , vedi subito il loro stemma sulla facciata esterna dello stadio, vedi la statua del “OX”, il bue che rappresenta città e squadra.
Lo so, è uno stadio moderno e certamente il Manor Ground avrebbe esercitato un fascino diverso, ma sono contentissimo di essere lì, tra l’atro anche dall’esterno si riescono a vedere bene gli spalti, lo stadio è completamente chiuso e stavolta non possiamo proprio entrare, ma comunque è quasi come esserci entrati, andando su una piccola collinetta posta dove c’è la statua del bue la visuale è ottima, posso solo vederlo da lontano, ma si, è proprio lì dentro che gioca l’Oxford United, una delle tante squadre che mi piacciono in Inghilterra, ma se devo fare un rapporto città/squadra… beh Oxford città è straordinaria e le sue due squadre mi piacciono parecchio… il gioco è fatto… gli U’s possono entrare di diritto nella lista delle mie squadre simpatia, dopo, non dovrei nemmeno dirlo, il tifo assoluto per il PNE.
Yeeeeeeessss!!!
Sono quasi commosso e non so come ringraziarli, ammetto che andare ad Oxford e non vedere la casa dello United mi avrebbe parecchio rattristato e già sapevo che nell’unico giorno che io e Silvia saremmo rimasti in città avremmo avuto poco tempo per andare fino a lì, in effetti il nuovo stadio, che ha sostituito lo storico Manor Ground, è molto fuori dal centro città, sullo stesso piazzale c’è addirittura un Holiday Inn, perfetto per i tifosi in trasferta.
Appena intravedo dalla macchina il Kassam Stadium sono emozionatissimo, è uno stadio nuovo, quindi moderno e posto in una zona della città abbastanza anonima con centri commerciali, cinema, hotels, ma ha allo stesso il suo fascino, capisci subito che si tratta della casa degli U’s , vedi subito il loro stemma sulla facciata esterna dello stadio, vedi la statua del “OX”, il bue che rappresenta città e squadra.
Lo so, è uno stadio moderno e certamente il Manor Ground avrebbe esercitato un fascino diverso, ma sono contentissimo di essere lì, tra l’atro anche dall’esterno si riescono a vedere bene gli spalti, lo stadio è completamente chiuso e stavolta non possiamo proprio entrare, ma comunque è quasi come esserci entrati, andando su una piccola collinetta posta dove c’è la statua del bue la visuale è ottima, posso solo vederlo da lontano, ma si, è proprio lì dentro che gioca l’Oxford United, una delle tante squadre che mi piacciono in Inghilterra, ma se devo fare un rapporto città/squadra… beh Oxford città è straordinaria e le sue due squadre mi piacciono parecchio… il gioco è fatto… gli U’s possono entrare di diritto nella lista delle mie squadre simpatia, dopo, non dovrei nemmeno dirlo, il tifo assoluto per il PNE.
Possiamo ora andare per davvero alla Guest House, soddisfatti, stanchi, ma soprattutto contentissimi… io si sicuro, ma vedo che anche Silvia è rimasta affascinata dalle Cotswolds, forse un pò meno da Adams Park, Marsh Lane e Kassam, ma lei come Tim e Chirs hanno capito quanto fosse importante per me vedere questi stadi!!
Arriviamo ad Abingdon Road, dove c’è la nostra Guest House, la Sportsview Ground, pensate che sia un caso che una sua traversa sia la via White House?? Beh, lo scoprirete nella prossima parte del racconto!
Salutiamo con grande affetto e riconoscenza Tim e Chris, davvero fantastici e gentili, andiamo in camera e, davvero, non ci alziamo più… la voglia di vedere Oxford è tanta, ma la stanchezza prende il sopravvento… ma sappiamo di avere ancora il tempo per visitare questa splendida città, anche se per godercela in pieno dovremo aspettare due giorni, infatti il programma di domani prevede Windsor & Eton!!
Arriviamo ad Abingdon Road, dove c’è la nostra Guest House, la Sportsview Ground, pensate che sia un caso che una sua traversa sia la via White House?? Beh, lo scoprirete nella prossima parte del racconto!
Salutiamo con grande affetto e riconoscenza Tim e Chris, davvero fantastici e gentili, andiamo in camera e, davvero, non ci alziamo più… la voglia di vedere Oxford è tanta, ma la stanchezza prende il sopravvento… ma sappiamo di avere ancora il tempo per visitare questa splendida città, anche se per godercela in pieno dovremo aspettare due giorni, infatti il programma di domani prevede Windsor & Eton!!
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