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domenica 24 agosto 2025

Recensione - Aprile 97

Ancora una volta, di nuovo, un ultimo "valzer" in salsa britannica. 

Eravamo rimasti, con lo scrittore di questa trilogia che, i fatti narrati nei primi due romanzi, "Una Nuova Alba" e "No Love Lost", sarebbero rimasti in stand-by in attesa di un terzo capitolo. 

Un terzo capitolo che, in verità, è passato, leggermente, sottotraccia rispetto ai primi due. Invece, per i fedelissimi di Damonstone (protagonista dei romanzi), il terzo capitolo andava letto, gustato e goduto perchè in "No Love Lost", lo scrittore aveva lasciato tutti, ancora una volta, con dei punti di domanda. Della serie: "Ed ora cosa succederà? Finisce davvero così?".

"Aprile 97", titolo di questo terzo scritto, è stato, senza ombra di dubbio, il sipario perfetto per tutta questa storia. Siamo, ormai, negli anni 90, anni di cambiamento in ogni dove, soprattutto in terra d'Albione e nella difficile periferia di Manchester. 

I protagonisti dei primi due romanzi sono, ormai, quarantenni con tutte le responsabilità che ne consegue avere quarant'anni. Chi ha messo su famiglia, chi ci ha provato, chi ancora deve capire cosa fare della propria vita e chi, il protagonista, si ritrova a dover reagire dopo una situazione personale davvero difficile che gli si palesa davanti. Damon ha la scocca dura, è un  quarantenne che ne ha vissute di tutte i colori, come viene raccontato nei primi due romanzi, ma, di nuovo, la vita lo mette dinnanzi ad un fatto davvero difficile e tendenzialmente insuperabile. 

I fattori chiave che lo aiuteranno, salvo qualche ricaduta, a rialzarsi, saranno sempre quelli che hanno reso magica tutta questa storia. Parlo dell'amicizia, della lealtà e della fratellanza con i suoi storici amici nonché ex membri della loro amata firm dello Stockport County, la SNB.

Il fattore stadio qui sarà, nuovamente, importante in quanto fungerà da rifugio in momenti personali difficili ma i tempi sono cambiati, tutto è cambiato, anche la violenza sulle terraces la quale inizierà ad essere vista dai nostri protagonisti con occhi diversi e che li porterà a prendere decisioni in merito. 

La musica, pure, è cambiata e sta al passo con i tempi che corrono, siamo nei 90's e c'è una vera e propria elettricità nell'aria. Il post punk, il rock alternativo ormai sembrano appartenere ad un'altra era. Un'era al quale, il buon Damon, rimarrà per sempre legato.

Se in "No Love Lost" abbiamo assistito ad un romanzo dinamico, della serie che i protagonisti viaggiavano e si spostavano spesso per varie situazioni, in "Aprile 97" i viaggi saranno, perlopiù, temporali. SI...lo scrittore, mi prendo licenza di dire, è stato fenomenale nell'usare la tecnica narrativa del, cosiddetto, flashback. Questi salti, a situazioni passate, saranno fondamentali per chiudere un cerchio apertosi nella prima opera, "Una Nuova Alba". Senza questi viaggi (temporali) narrativi si rischia di perdere il filo logico delle varie vicissitudini di tutti i personaggi ma, come già detto, il nostro amico scrittore ha dato vita ad un eccellente lavoro.

La sottocultura continua ad esserci. Il casual continua a fare da padrone visto che tutti e tre i romanzi hanno orbitato attorno ad esso. Però, come già visto nel secondo romanzo, pian piano si è usciti dalla "comfort zone" della sottocultura casual e tutta la storia si è incentrata sulle questioni personali, sentimentali e di quotidiano vivere dei personaggi. Il casual anni 90 è diverso da quello "originale", come spesso diranno i membri della SNB, e questa è l'ennesima prova di come tutto ormai sia mutato anche in ambito terraces.

Un elemento chiave di tutta la storia sarà l'alone di "mistero" che girerà attorno ad un altro personaggio chiave di cui, realmente, non si capisce qual sia stato il suo destino visto che viene spesso menzionato ed appare, di rado, in quei flashback citati qualche rigo sopra. Anche qui grande giocata, a parer mio, da parte dello scrittore. Ha reso infatti, e giuro che è stato così durante tutta la lettura, quasi interattiva la storia attorno a questo personaggio ponendo, al lettore stesso, il fato di questa figura chiave di tutta la storia sin dal primo romanzo.

In "Aprile 97", come detto all'inizio di questa recensione, abbiamo assistito al giusto sipario di un percorso iniziato, con lo scrittore, negli anni 70 con "Una Nuova Alba", passando per gli ancor più difficoltosi 80's raccontati in "No Love Lost" fino ad arrivare a questo terzo ed ultimo (?) capitolo ambientato nei movimentati e mutevoli anni 90.

Vita da stadio, pub, sottoculture, difficoltà giovanili, musica, amicizia, sentimenti ed amori non sempre corrisposti, cambiamenti, passioni, rabbia, violenza, cadute e risalite. Possiamo dire che tutti questi ingredienti hanno fatto si che, finalmente, tutti gli appassionati di una narrativa che esce un pò da determinati "schemi" abbiano potuto avere la loro trilogia perfetta. Su questo non possiamo fare altro che ringraziare lo scrittore Sergio per averci dato tutto ciò di cui avevamo bisogno.

 

Damiano












sabato 29 gennaio 2022

Recensione libro "Una Nuova Alba"


Pubblichiamo con grande piacere la recensione riguardante il libro "Una Nuova Alba" scritta dall'amico Domenico Lamonarca che ringraziamo!


E’ verissimo che un libro non lo si giudica dalla sua copertina, ma nel caso di questo romanzo possiamo affermare che già la sua copertina ci anticipa che ci stiamo apprestando a leggere una storia fantastica in cui, chi ama questo mondo, può riconoscersi quasi totalmente. Quindi diciamo che dopo aver ammirato l’illustrazione in copertina, semplicemente meravigliosa, inizio la lettura del romanzo e personalmente posso dire che sin dalle prime pagine sono stato totalmente rapito e coinvolto. 

Il libro narra le vicende di Damon e della sua firm: il motore di questa storia e’ sicuramente il loro amore nei confronti della squadra locale, lo Stockport County FC, ed il loro essere dei precursori della sottocultura casual, cultura caratterizzata dalla cura dello stile e dalla raffinatezza del look a cui si affianca una ricerca ossessiva dello scontro con le altre tifoserie ed il desiderio, o meglio il dovere, di tenere alto l’onore dei propri colori e della propria città.

Chiaramente in antitesi con quella che era la tradizionale immagine del tifoso, in particolar modo dell’hooligan, caratterizzata da un abbigliamento grossolano e da teppista vero e proprio, i seguaci della sottocultura casual fanno dello stile il loro punto di forza ed infatti Damon e i suoi ragazzi, affascinati da quanto stava nascendo a Manchester e Liverpool, iniziano a curare il loro look e fanno del motto “vestirsi bene e comportarsi male” un vero e proprio stile di vita. 

I lads seguono la squadra ovunque e senza sciarpa, in modo da non essere riconoscibili e creare il caos. Credo che chi ama, o ha amato, questa cultura non può che leggere con passione questo romanzo e, in molti punti, arrivare fino ad emozionarsi. 

Ma non e’ solo il football il fattore determinante che segna le vite di questi ragazzi, altro elemento fondamentale e’ la musica e principalmente la passione viscerale di Damon nei confronti dei Joy Division. Trovo bellissimo il rapporto che si crea tra il protagonista e Ian Curtis, una sorta di filo invisibile e indivisibile: pur non conoscendolo direttamente di persona ma solo attraverso i suoi testi e la sua voce, Ian è tutto per Damon, è un amico, una guida, un faro, è la risposta alle sue domande. 

Ho apprezzato moltissimo il connubio casual culture e passione per i JD che e’ a parer mio qualcosa di sensazionale, gioia, dolore, amore, odio, malinconia e adrenalina: un alternarsi continuo di emozioni tra due mondi all'apparenza distanti ma che alla fine si completano vicendevolmente 

E poi come non rimanere colpiti dalla figura di Damon Stone, il protagonista: una figura che la senti dentro sin da subito anche perchè tutti noi siamo stati Damon in quanto tutti ci siamo trovati in mezzo tra l’amore della propria squadra e l’amore verso una donna, tutti noi ci siamo posti le sue stesse domande, tutti noi abbiamo dubitato se ne valesse la pena, tutti noi abbiamo seguito il cuore nonostante la ragione ci diceva di lasciare perdere. 

Concludo rispondendo alla domanda con la quale l’autore termina la prefazione, e cioè lui, introducendo il suo libro, dice che si tratta di una storia senza la pretesa di lasciare un messaggio e che starà al lettore eventualmente trovarci oppure no un messaggio, beh posso affermare senza dubbio che a me personalmente questo libro un messaggio lo ha lasciato, e anche molto di più forse. Infatti, portata a termine la lettura, il mio primo pensiero è stato che per quanto sia vero che l’amore ci farà a pezzi, come recita il titolo del brano più famoso dei JD, è allo stesso tempo vero che l’amore, in tutte le sue forme e quindi quello che si prova per una donna o per un ideale o per una squadra o per uno stile o per un qualcosa in cui si crede veramente, beh l’amore è davvero l’unica cosa che può renderci immortali ed eterni.


Domenico Lamonarca




lunedì 27 settembre 2021

Recensione del libro "Una Nuova Alba"

UNA NUOVA ALBA...

La vita, molto spesso, riesce a metterti di fronte a dei “test” davvero particolari. 

Ebbene è successo anche a me. Da amante quale sono della scrittura, perlopiù, informativa riguardo storie, aneddoti e racconti legati al calcio della terra d'Albione, mai avrei pensato che un giorno mi venisse chiesto di recensire un romanzo.

Ovviamente, vista la mia passione per la lettura e per la scrittura, quando mi fu chiesto di fare la recensione di un romanzo il quale, senza dubbio, ha lasciato qualcosa dentro di me, non vi ci ho pensato sopra due volte e mi sono detto: “ma si, fanculo, lo faccio!”.

Dunque eccoci qua, ma non proprio “qua” nella stanza in cui mi trovo a battere sulla tastiera del computer. Eccoci qua...a Stockport!

I più si domanderanno perché proprio Stockport? Il romanzo dal titolo “Una nuova alba” è ambientato nella cittadina del borgo metropolitano Greater Manchester. Probabilmente lo scrittore, Sergio Francesco Tagliabue, per rendere ancor più migliore l'idea al lettore del senso di appartenenza Working Class dei protagonisti, ha scelto la cornice più singolare, particolare, poco detersa, ai più sminuita e più proletaria che potesse esserci nel nord d'Inghilterra. Cosa ne penso? È la cornice PERFETTA.

Una Nuova Alba racconta le vicende di alcuni giovani ragazzi tra i 18 e 20 anni circa i quali, in una polveriera suburbana come la piccola cittadina di Stockport, passano il più del loro tempo tra gli spalti di Edgeley Park (nella loro amata Cheadle End) tra tifo, bevute nei pub limitrofi allo stadio e qualche scazzottata con le tifoserie avversarie. La squadra tifata da questi giovani rampolli è lo Stockport County FC che, ai tempi, siamo alla fine degli anni 70, militava in Quarta Divisione inglese. 

Lo scrittore avrebbe potuto quasi rischiare di incappare nella solita solfa, sentita e risentita, legata all'hooliganismo (stadio, risse, pub...repeat) invece con straordinaria maestria e grande capacità di mettersi nei panni anche di chi legge porterà, il suo romanzo, in una direzione meravigliosa dove, tutta la roba sopracitata, altro non sarà che un contesto all'interno della cornice, che abbiamo citato qualche rigo sopra, di Stockport.

Il protagonista, Damon Stone, è la perfetta esaltazione della figura del ragazzo di periferia il quale si trova “centrifugato” all'interno di situazioni dovute al malessere di quegli anni in cui, in Inghilterra, non vi era certo il boom economico e dove la differenza tra classi sociali era fortemente rimarcata.

A tutto questo va aggiunta anche la questione familiare legata all'assenza del padre da molti anni, lo stesso padre che, quando ancora il nostro Damon era un bambino, gli trasmise la passione per lo Stockport County. Le uniche certezze, in una vita piena di incertezze, che Damon ha sono i suoi amici, quelli fedeli, quelli del football e della strada. Sono Jordon, Ciaran e Lennox. Quest'ultimo, in particolare, ha attirato tantissimo la mia attenzione. Lennox è la persona che più di tutti sa capire fino in fondo Damon ed i suoi stati d'animo, si deve tutto ciò al fatto che, Lennox, è nato e cresciuto in un contesto particolarmente turbolento come l'Irlanda del Nord dove da secoli vi si combatte una guerra intestina tra cattolici filo repubblicani e protestanti filo unionisti. Lennox è protestante ma il suo miglior amico, che lascia in quel di Belfast, è cattolico. Questo soltanto rende l'idea di come Lennox possa essere considerato la persona più saggia di tutta la combriccola visti i suoi trascorsi adolescenziali difficili nel clima d'odio irlandese.

Tante situazioni, decisioni difficili da prendere, sentimenti contrastanti porteranno Damon ad avere dissidi con una persona della Firm principale dello Stockport County FC. La via che verrà intrapresa sarà quella di voler creare qualcosa di nuovo nel contesto stadio, un qualcosa legato anche ad un'estetica che, per quei tempi in cui gli spalti erano in gran parte calpestati da Boots, non darà nell'occhio quando si tratterà di fare casino. È la nascita del movimento Casual, un movimento rivoluzionario sopratutto nell'ambito del dresscode da stadio. Questi ragazzi iniziano a spendere i loro risparmi in scarpe da ginnastica, perlopiù, Adidas, in giacchetti sportivi griffati, jeans più aderenti ed un taglio di capelli ispirato a David Bowie, il taglio wedge.

E la musica? Si, c'è anche la musica in questa storia. Anzi, mi vien da dire per fortuna che c'è la musica. In questo romanzo la musica ha un ruolo chiave in tutte le vicende che ruotano attorno a Damon. La musica è ogni presente ed anche se si tratta di un libro ti sembra che tra quelle righe stia risuonando un brano utile per ogni occasione, rissa, bevuta la pub, risata tra amici e sentimenti che vengono provati.

La cosa particolare, delle sonorità presenti, nel libro è il filo conduttore che unisce il protagonista ad un noto personaggio della storia della musica e alla sua band. Ian Curtis, leader dei Joy Division, sembra quasi parlare con le sue straordinarie canzoni al giovane Damon. Sembra come che Ian, dica lui, che la sua rabbia interiore dovuta a diverse situazioni personali e sociali le deve sfogare non con la violenza, non con futili risse ma, appunto, con la musica. 

Questo è un passaggio importante perché in diverse situazioni Damon e Ian possono risultare intercambiabili. Chi conosce la storia dei JD saprà che Ian Curtis era una persona malinconia, di poche parole, misteriosa ma quando era sul palco gridava rabbia, una rabbia unica che esplodeva tra un ritornello e l'altro dei suoi brani. La stessa rabbia era quella di Damon il quale, però, la sfogava con scazzottate, il più delle volte, nel contesto stadio. Insieme sembrano una proposizione matematica. Damon:Ian=Ian:Damon (Damon sta a Ian come Ian sta a Damon).

Il leader dei Joy Division ed il protagonista comunicano tramite la musica. Nonostante ciò, qui lo scrittore è stato davvero straordinario, i due non si scambieranno mai neanche una parola. C'è un fluido comunicativo ed emotivo tra Ian Curtis e Damon Stone ma il primo, in realtà, non sa neppure chi sia il secondo. Questo è stato un aspetto molto spirituale del libro e si percepisce anche quando Ian Curtis viene a mancare (18 maggio 1980), in quel momento muore una parte di Damon.

Al contesto calcistico e musicale va ad aggiungersi un altro aspetto molto ma molto importante, quello dell'amore. Damon ha sempre provato forti sentimenti per una ragazza di Stockport di nome Gemma che altro non è che la sorella maggiore di un membro della Firm principale dello Stockport County. Questo membro della HNS (firm dello Stockport County) si chiama Jodi ed ha un talento naturale nel frequentare amicizie sbagliate che lo portano a trovarsi immischiato in situazioni molto spesso più grandi di lui e della sua giovane età da liceale (15 anni). Tra Gemma e Damon la relazione stenterà a decollare in quanto, la prima, proprio non concepisce alcune prese di posizione del secondo sopratutto riguardo il discorso legato alla violenza che, ogni weekend, risucchia Damon per la fede nella sua squadra del cuore. Una serie di circostanze, però, porteranno il protagonista ad allentare la presa riguardo la violenza nel football arrivando a far felice la sua Gemma che, nonostante tutto, c'è sempre stata come amica prima e come fidanzata successivamente. 

Anche qui lo scrittore è stato davvero formidabile facendo giocare un ruolo chiave a Gemma. Lei è la rappresentazione di una ventenne che ha dovuto crescere suo fratello più piccolo Jodi, ha dovuto iniziare a lavorare fin da subito ed ha dovuto mettere da parte molti dei suoi sogni nel cassetto. Raffigura perfettamente la purezza, quella purezza che aiuta anche Damon nei momenti soprattutto più complicati della sua esistenza. Oltre a Gemma, però, Damon incontrerà, lungo il suo percorso, un'altra ragazza dal nome Keira. Con questa giovane ragazza di origini irlandesi avvertirà fin da subito un certo legame più spirituale (proprio come con Ian Curtis) dovuto all'amore per la musica e per i Joy Division in particolare. Non a caso, quando esce l'album “Unknown Pleasures”, il primo ascolto avverrà, incredibilmente, a casa di questa ragazza. Damon non capisce se sia un sentimento d'amore quello che prova o di semplice amicizia condito con un po' di percezione affettiva, fatto sta che, con Keira, esce molto probabilmente il vero “io” e la vera anima di Damon Stone.

Nonostante Keira possa sembrare un terzo incomodo nella relazione tra Damon e Gemma, si vedrà, invece, la bontà d'animo e la lealtà del protagonista dinnanzi a certi bivi e scelte.

Sergio Francesco Tagliabue è riuscito nell'intento di non fare mai staccare il lettore dal romanzo. Ogni situazione sembrava quasi di viverla sulla propria pelle, tanto che a tratti ho pensato che si potesse trattare di una “rivisitazione” di un determinato periodo della vita dello stesso scrittore. 

In questa recensione tanti altri personaggi, luoghi e situazioni non ho volutamente citato per invogliare più persone possibili alla lettura. Poteva sembrare una storia dove vi era soltanto la “classica canzonata” legata alla violenza negli stadi inglesi negli anni 70-80, invece no. Questo romanzo è di gran lunga più profondo, più spirituale e meno banale di quello che ci si possa aspettare. È uno straordinario elogio alla difficile vita di periferia in quegli anni di crisi economica in Gran Bretagna, uno spaccato di società ai più sconosciuti dove le uniche ancore di salvezza sono l'amicizia, la lealtà anche verso un avversario, il supportarsi a vicenda e, ovviamente, l'amore. 

“L'amore ci farà a pezzi” come dicono i Joy Division nel loro brano più celebre, invece no. In questo romanzo sono proprio i sentimenti, belli o brutti che siano, a giocare un ruolo chiave in tutte le varie situazioni. Ovviamente ad ogni azione corrisponde una reazione uguale o contraria e questo romanzo ne è la testimonianza, ogni scelta che viene intrapresa da tutti i vari personaggi avranno ripercussioni sia in senso negativo che positivo ma, il fatto straordinario, è che ogni decisione è presa con il cuore, la coscienza ma, anche, l'impulsività che a vent'anni una persona ha.

Complimenti Sergio, non hai scritto un romanzo soltanto legato alla sottocultura Casual e alle battaglie sulle terraces. Sei riuscito a portare uno spaccato di società di quegli anni così difficili ed incerti, nel nord d'Inghilterra, dove gli stati d'animo avevano quasi sempre ragione sulle azioni che venivano compiute dai protagonisti. C'è di tutto: un passato difficile, un presente in bilico ed un futuro incerto. Tutte queste cose con la meravigliosa colonna sonora dei Joy Division che mi sembra di sentire mentre sto scrivendo questa recensione.

DON'T WALK AWAY IN SILENCE!

Damiano Francesconi








mercoledì 9 settembre 2020

"Una Nuova Alba", il libro

E' disponibile il nuovo libro di Sergio Francesco Tagliabue "Conor Adam", edito dalla Urbone Publishing ed intitolato "Una Nuova Alba", un romanzo che narra le vicende di un gruppo di amici nella Manchester degli anni '70 attraverso il racconto della breve, ma intensa, carriera della band post punk dei Joy Division e delle stagioni calcistiche dello Stockport County tra il 1975 ed il 1980.


"La nascita e lo sviluppo della cultura Casual nelle terraces degli stadi del Nord Inghilterra e del fenomeno musicale denominato post-punk nella città di Manchester alla fine degli anni ’70, raccontata attraverso le storie di Damon e dei suoi amici, tifosi dello Stockport County, squadra di Quarta Divisione del calcio inglese, e fans dei Joy Division, band che ha segnato un’epoca con la sua musica e con la carismatica, ma, allo stesso tempo,  misteriosa e malinconica figura del suo cantante, Ian Curtis. La vita quotidiana di questi giovani ragazzi, il loro rapporto con la violenza e con l’amore, i loro dubbi e le loro difficoltà in tempi duri segnati dalla crisi economica, durante i quali gli amici fidati, lo stadio e le canzoni diventano delle ancore di salvataggio, seppur non sempre sicure, a cui aggrapparsi."


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Manchester alla fine degli anni ’70 è una città grigia e cupa, nelle sue periferie bande rivali di giovani ragazzi combattono per il loro onore, per il loro quartiere, ed anche al football è la violenza l’unica risorsa a cui aggrapparsi per sentirsi i più forti.

In questo contesto vivono i ragazzi di Stockport protagonisti di questa storia, Damon, Jordon e Ciaran sono cresciuti con la musica di Bowie ed Iggy e con i pugni per la strada ed allo stadio, ma ora sono alla ricerca di qualcosa di nuovo; in occasione di una partita nella quale il leggendario George Best gioca per la loro squadra, lo Stockport County, un ragazzo nordirlandese, Lennox, si aggiunge a loro, in seguito, dopo qualche disaccordo con Jodi e Billy, il leader della firm di cui fanno parte, anche Blair di Burnage ed altri ragazzi decidono di unirsi a loro.

Nel 1976 i Sex Pistols si esibiscono a Manchester portando anche lì la musica punk ed una nuova ventata di aria fresca che apre un’era durante la quale questa città diventerà il centro del mondo, qui nasceranno numerose nuove band tra le quali i Warsaw, che cambieranno poi in seguito il loro nome in Joy Division, e che sapranno poi diventare il simbolo dell’evoluzione di questo genere che sarà presto conosciuto con il termine di post-punk.

I ragazzi di Stockport seguono questa nuova onda che oltre alla musica riguarda anche un diverso atteggiamento e stile da parte di quei gruppi di giovani chiamati Perry Boys a Manchester e Scally a Liverpool, nasce silenziosamente, nei sottofondi della working class, una nuova sottocultura che verrà portata anche negli stadi del Nord Inghilterra contribuendo a far crescere sempre di più quel fenomeno che nel 1983 la rivista “Face” battezzerà con il nome di “Casuals”.

Contrapponendosi alla firm tradizionalista di Billy, quei ragazzi ne formano una tutta loro che si contraddistingue per il loro look che prevede di andare allo stadio indossando abiti sportivi ed, appunto, casual, oltre al fatto di non vestire i colori della propria squadra compresa la classica sciarpa, questo loro stile, soprattutto in occasione delle partite in trasferta, gli permette spesso di passare inosservati sotto gli occhi della polizia e dei tifosi avversari favorendo le loro scorribande che li faranno conoscere, rispettare ed anche temere in ogni città del Nord e non solo.

Damon, però, vive in uno stato di perenne inquietudine dovuta a problemi famigliari e di cuore, ma anche per il suo rapporto con la violenza, è cresciuto con essa e ci convive da sempre, ma allo stesso tempo vorrebbe respingerla e vivere una vita più serena e piena di amore, senza più inganni, vendette e tradimenti.

Nel suo percorso ha un ruolo fondamentale quella band che aveva visto nascere, i Joy Division, le loro canzoni diventano la colonna sonora della sua vita in quegli anni tormentati da dubbi e dolore e, pur senza mai riuscire a conoscerlo di persona, Ian Curtis, il loro cantante, diventa nella sua mente quasi un amico fedele, che però alla fine, in un certo senso, tradirà le sue convinzioni mettendolo di fronte ad un tema che non aveva mai realmente affrontato.

E’ una storia di vita vera e non sempre la vita ha qualcosa da insegnare così proprio come questa storia che narra le vicende di ragazzi qualsiasi senza avere la pretesa di voler dire qualcosa che debba necessariamente avere una morale da trasmettere a qualcuno dei suoi lettori. O forse per qualcuno sarà così, spetta a voi capirlo.

Lo si può acquistare nelle varie librerie on line, su Amazon o anche sul sito dell'editore Urbone Publishing al seguente link:


http://www.urbone.eu/obchod/una-nuov-alba?fbclid=IwAR0SR-B2wHmmq7J-MMW9UJur5K-lbQ05sVBCdSPsNwkEXb4Ffe_jVaV7s7c

martedì 4 febbraio 2014

E' disponibile il libro "Il Preston North End per me" di Conor Adam

IL LIBRO DI CONOR ADAM SUL PNE

E' disponibile il libro scritto da Sergio Tagliabue "Conor Adam" dedicato al PNE ed intitolato "Il Preston North End per Me", editore Urbone Publishing, un libro che parla della passione per questo Club, ma anche della sua gloriosa storia fin dalle sue origini.
Un libro di quasi 500 pagine, ogni riga scritta con grande passione, un lavoro faticoso, ma piacevole, un libro il cui obiettivo non sarà quello del numero di copie vendute, ma piuttosto quello di far conoscere questo meraviglioso Club anche in Italia e soprattutto quello di trasmettere un tifo ed un amore totale verso il glorioso Preston North End FC.
La speranza è quella di riuscire a trasmettere qualcosa di positivo e sincero, non è certo un compito facile dato che si tratta spesso di emozioni difficilmente descrivibili a parole, e di far capire come un italiano possa essersi appassionato ad una squadra inglese, tra l'altro, nemmeno così famosa e vincente.
L'intento è anche quello di poter realizzare una versione scritta in lingua inglese, ma attualmente non è ancora certa, dato che sarebbe senza dubbio molto bello che anche i tifosi inglesi del PNE potessero leggere questo libro e capire quanto Conor ed i GBS siano realmente appassionati alla loro squadra, ma anche perchè, comunque, si tratta di un libro nella quale viene narrata dettagliatamente la storia del North End e che soprattutto parla proprio di loro, dei tifosi.

E' possibile acquistarlo tramite i seguenti links:


Sul sito dell'Editore Urbone Publishing 

in versione cartacea (euro 16,00)



http://www.urbone.eu/obchod/il-preston-north-end-per-me


in versione Ebook (euro 6,00)


http://www.urbone.eu/obchod/il-preston-north-end-per-me_1


- Ed anche su Amazon.it in versione cartacea (euro 16,00)




Di seguito la presentazione del libro:


"La nascita di una passione, la crescita di un tifo, il tifo per una squadra di calcio, anzi, per una squadra di football britannico, il Preston North End FC, attraverso il racconto delle emozioni vissute nel personale “When Saturday Comes” dell’autore, dai pomeriggi solitari passati davanti al PC ad ascoltare le radiocronache delle partite della squadra del cuore, alle splendide esperienze vissute dal vivo nel leggendario Deepdale e durante il Gentry Day a Londra in compagnia dei tifosi, quelli veri, quelli che ci sono sempre, tra le note di “Can’t Help Falling in Love” e la follia per un gol all’87° minuto nella partita più importante, il derby contro il Blackpool FC.
Ma anche la storia dettagliata del Club, dalle sue origini, fino ai giorni nostri, attraverso il racconto, anche un po’ sognato ed immaginato, di quella splendida stagione, quella del 1888/89, quella degli Invincibili del Preston North End, passando dalla FA Cup del 1938 alla Leggenda di Sir Tom Finney.
E poi l’incontro con Will Hayhurst, giovane emergente della squadra attuale, un rapporto che va oltre il football, la sua storia, le sue speranze, e per finire un saluto a tutti i Northenders ed ai G.B.S., i Gigli Bianchi Supporters, il Fans Club Italiano Ufficiale del Preston North End.
Un libro per tutti gli appassionati di football, un libro per i tifosi, quelli che ancora sanno emozionarsi."



Questa invece è la prefazione del libro scritta da Simone Galeotti:



"Aggrappati alla storia. Cullati dalla leggenda, entrati di diritto nel mito, per sempre. Oltre le distanze e il tempo. Perché il tempo alla fine come spiegano bene fisici antichi e moderni non è una linea retta, ma un moto circolare, contingente al tempo stesso. La teoria dell’eterno ritorno. Ora, a essere sinceri, che il Preston North End torni a vincere il campionato inglese per due volte consecutive sembra però teoria fin troppo azzardata e complessa. Che questo club invece abbia esercitato e continui a farlo un fascino straordinario è attualità stretta. Occorrono elementi per sviluppare la formula, questo è chiaro. Serve passione, serve romanticismo, serve la volontà dettata da un impulso interiore, che prima sbircia in Great Queen Street a Londra il 26 ottobre 1863 dove dentro la Taverna dei Framassoni, i rappresentanti di undici club fondano la Football Association, e scrivono le regole del calcio, e poi, rimbalza a nord verso il Lancashire, a Preston, dove sempre in quell’anno viene fondato un primo sodalizio sportivo di cricket originariamente in maglia bianco-blu, ma che successivamente vincerà trasformato in entità calcistica, i primi due tornei ufficiali disputati in Inghilterra. Elementi e doti che Sergio “Conor Adam” possiede da sempre nel suo ardente interesse e vibrante sostegno, per il club di questa cittadina e nell'amore per il calcio britannico più in generale. Che cosa spinga un ragazzo di Lecco ad affezionarsi a tal punto al Preston North End, a fondare un Blog su Internet sempre aggiornato e vivace, a spendere dei soldi per fare qualche viaggio nel profondo nord ovest inglese che sa di brughiera e di cotone, alla ricerca di questo humus di desiderio, al punto, adesso, anche di cimentarsi nella scrittura di un libro che attraversa la storia dei Lilywhites, è argomento difficile da spiegare. Sono quelle tesi su cui argomentare davanti a un’aula di scettici “italioti” miscredenti, rende difficile l’assoluzione finale della corte. Ma, se si parte dal concetto che in democrazia si legifera che la libertà nei termini consentiti è sacra e inviolabile per tutti, allora dovrebbe esserlo anche il tifo nello sport, nella disciplina che più di ogni altra ha scatenato pulsioni e letteratura: il calcio. Anzi il football, perché ci tengo che i padri fondatori mi strizzino l’occhio se tendo a usare termini più confacenti alla terra d’Albione. Esserlo nell’accezione che ognuno si senta libero di sostenere qualunque squadra rientri nella sua sfera di grazia, senza obbligatoriamente fermarci sulle frontiere della nostra nazione di nascita. Sergio l’ha fatto. Ha avuto un’illuminazione, signori, folgorato, non sulla via di Damasco come San Paolo, ma su quella di Preston. In fondo la capitale del Lancashire, una cittadina di appena 130 mila abitanti, con la religione pare abbia un rapporto stretto. Il nome sembra derivi dal toponimo “priests town”, la città dei preti, coniato quando la zona era dominata da un’importante priorato, e il coat of arms locale a sfondo religioso rappresenta un agnello che porta una croce. Lo stesso mistico stemma della squadra di calcio. E quando il Signore chiama, la sua volontà non conosce ostacoli.. Chi ha chiamato Sergio non sarà forse un entità divina, o meglio, sportivamente potrebbe benissimo esserlo. Lui è il maggiore William Sudell, un personaggio assai poco ortodosso, padrone di una manifatturiera, cui va ascritto il merito attraverso un abile lavoro diplomatico di aver convinto la Federazione che nel frattempo si era presa la briga di squalificare il North End, a retribuire i giocatori, e a legalizzare il professionismo. Non solo. E’ lui che decide chi comprare e chi vendere, è lui che gestisce arbitrariamente i soldi del club ed è sempre lui che supervisiona gli allenamenti decidendo poi la formazione da mettere in campo. Tutto ciò senza la minima interferenza decisionale del comitato dirigenziale. Dopo aver vinto anche questa battaglia, Sudell riuscì a creare la chimica giusta per dare forma ad una squadra quasi imbattibile, non a caso soprannominata The Invincibles che dalla stagione 1888-89 adotterà le splendide maglie bianche. Lui, forse, è stato il primo a chiamare Sergio, e insieme a lui si sono presentati alla porta le leggende successive. Il leggendario portiere Alan Kelly, Tom Finney, il più grande di tutti, il classico ragazzo della porta accanto, passato alla storia come “for his genius and gentlemanly conduct”; e poi l’iconico scozzese Billy Shankly. Quando ti chiama certa gente, non puoi resistere al richiamo. In questo suo libro sulla storia del PNE, Sergio sovrappone, i perché della sua passione e l’evolversi della storia generale del PNE, i dettagli su alcuni momenti indimenticabili e importanti, gli Invincibili, ma non solo, la FA CUP vinta nel 1938, e le finali purtroppo perse nel 1954 e nel 1964, il già citato Finney, insieme ai racconti delle partite che personalmente ha visto in quel delizioso stadio che porta il nome di Deepdale, e che lo ha accolto in maniera sorprendente.. certamente non potranno mancare i riferimenti alla nascita del fans club italiano e alle sue attività. E così, la passione di Sergio si alimenta, vorace, cercando di fagocitare anche quello che forse ancora non conosce, quel poco o tanto che magari ancora non ha scoperto, gli è sfuggito, ma che lui indomito continuerà a cercare. Lo farà sicuramente in quelle zone lontane, oscure e nebbiose, di fine ottocento, che oggi aleggiano di mistero, ma nelle zone d'ombra se ci sono, ti si crea intorno ancora più spazio, per farci entrare dei sogni interi. Sogni, come quello che un giorno o l’altro, i gigli bianchi tornino a sedersi sul trono d’Inghilterra. Per adesso mettetevi comodi e leggetevi una fiaba inglese. Auguri Sergio, e Preston North End till we die!  "   





INTRODUZIONE

Questo libro è dedicato ai tifosi.
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi dopo un gol, un gol segnato non per forza durante una finale di una competizione importante, un gol segnato in un qualsiasi campo di calcio, un gol che per molti non significa nulla, ma che per quel tifoso significa tutto, un gol che forse non decide campionati e coppe, ma questioni più importanti come onore, orgoglio e passione.
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi per il solo fatto di essere lì, lì in uno stadio semplicemente a tifare e quindi a soffrire, gioire, piangere, esultare, cantare, sperare, pregare, incitare, imprecare.. essere lì per questione di fede verso la propria squadra.
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi per la gioia di stare insieme e condividere la passione per la propria squadra, stare insieme in uno stadio anche scomodo magari, anche sotto la pioggia, anche in una fredda sera invernale di martedì, in una trasferta per un turno infrasettimanale..
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi per una bella giocata, per una parata spettacolare, per la grinta e l’impegno messo in campo dai propri giocatori e non necessariamente per il risultato finale, continuando a supportare sempre la squadra anche nei momenti difficili.
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi a sognare. Sognare una vittoria in una partita di non league, una vittoria che vale un giant killing in Fa Cup, una vittoria in un derby; o sognare di andare a Wembley a giocarsi tutto, sognare un gol nei minuti di recupero ed esultare come dei matti, sognare e immaginare.
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi nei ricordi. Ricordare vecchie emozioni, vecchie partite rispettando la storia, vecchie gioie, vecchi dolori, vittorie e sconfitte, ma sempre ricordi piacevoli se si ama la propria squadra.
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi a vedere foto, video, oppure a leggere racconti ed articoli riguardanti la storia del proprio Club e del football in generale, dalle origini fino ad oggi, perché è giusto rispettare ed onorare chi ha contribuito a far diventare grande questo sport, chi ci ha regalato nel corso degli anni emozioni e storie da vivere e da raccontare.
A questi tifosi grazie ai quali il football non morirà mai, almeno fino a quando queste emozioni continueranno a vivere nei loro cuori, fino a quando ci sarà anche solo un tifoso pronto a viverle queste emozioni nonostante nel calcio moderno, purtroppo, sembra che contino di più i soldi, il business, le vittorie prestigiose.
A questi tifosi spero che potrà piacere questo semplice ed umile libro; un libro senza troppe pretese, un libro che in pochi leggeranno, ma che parla di loro, dei tifosi, perché le emozioni che vivo io e che ho cercato di trasmettere attraverso queste pagine sono le stesse che vivono loro.
Squadre diverse, situazioni diverse, storie diverse, ma emozioni simili, passioni vere. E non si tratta solo di football, in queste pagine si parla della voglia di appassionarsi e di lasciarsi trasportare da emozioni sincere che portano una persona a dedicarsi ad esse con impegno e dedizione.
Spesso mi trovo inadeguato, fuori posto e allora mi tuffo istintivamente in questa passione nella quale mi dedico con tutto me stesso dimenticando per qualche momento i problemi della vita quotidiana, le preoccupazioni ed i dolori.
Un libro che non vuole soltanto celebrare la mia squadra, ma piuttosto i tifosi, la gente comune che si appassiona a qualcosa in cui crede fortemente, un libro che vuole cercare di trasmettere passione ed emozioni.
Un libro che non otterrà successo nelle vendite o nelle recensioni, ma che spera di entrare dritto nei cuori di queste persone, persone semplici come me, ma persone che ancora sanno emozionarsi ed appassionarsi.

E allora non resta che ringraziare alcune di queste persone che ho avuto la fortuna di conoscere e con le quali ho avuto il piacere di condividere queste passioni. Senza di loro, senza il loro supporto e appoggio non sarei probabilmente riuscito a coltivare questa passione con la stessa convinzione .


PRESTON

martedì 7 gennaio 2014

Il libro "Il Preston North End per me" di Sergio "Conor Adam"

Sarà in uscita nel mese di gennaio 2014 il libro scritto da Sergio Tagliabue "Conor Adam" dedicato al PNE ed intitolato "Il Preston North End per Me", editore Urbone Publishing, un libro che parla della passione per questo Club, ma anche della sua gloriosa storia fin dalle sue origini.
Un libro di quasi 500 pagine, ogni riga scritta con grande passione, un lavoro faticoso, ma piacevole, un libro il cui obiettivo non sarà quello del numero di copie vendute, ma piuttosto quello di far conoscere questo meraviglioso Club anche in Italia e soprattutto quello di trasmettere un tifo ed un amore totale verso il glorioso Preston North End FC.
La speranza è quella di riuscire a trasmettere qualcosa di positivo e sincero, non è certo un compito facile dato che si tratta spesso di emozioni difficilmente descrivibili a parole, e di far capire come un italiano possa essersi appassionato ad una squadra inglese, tra l'altro, nemmeno così famosa e vincente.
L'intento è anche quello di poter realizzare una versione scritta in lingua inglese, ma attualmente non è ancora certa, dato che sarebbe senza dubbio molto bello che anche i tifosi inglesi del PNE potessero leggere questo libro e capire quanto Conor ed i GBS siano realmente appassionati alla loro squadra, ma anche perchè, comunque, si tratta di un libro nella quale viene narrata dettagliatamente la storia del North End e che soprattutto parla proprio di loro, dei tifosi.

Per ulteriori informazioni e per come poter acquistare il libro seguiranno dettagli il prima possibile.


Di seguito la presentazione del libro:


"La nascita di una passione, la crescita di un tifo, il tifo per una squadra di calcio, anzi, per una squadra di football britannico, il Preston North End FC, attraverso il racconto delle emozioni vissute nel personale “When Saturday Comes” dell’autore, dai pomeriggi solitari passati davanti al PC ad ascoltare le radiocronache delle partite della squadra del cuore, alle splendide esperienze vissute dal vivo nel leggendario Deepdale e durante il Gentry Day a Londra in compagnia dei tifosi, quelli veri, quelli che ci sono sempre, tra le note di “Can’t Help Falling in Love” e la follia per un gol all’87° minuto nella partita più importante, il derby contro il Blackpool FC.
Ma anche la storia dettagliata del Club, dalle sue origini, fino ai giorni nostri, attraverso il racconto, anche un po’ sognato ed immaginato, di quella splendida stagione, quella del 1888/89, quella degli Invincibili del Preston North End, passando dalla FA Cup del 1938 alla Leggenda di Sir Tom Finney.
E poi l’incontro con Will Hayhurst, giovane emergente della squadra attuale, un rapporto che va oltre il football, la sua storia, le sue speranze, e per finire un saluto a tutti i Northenders ed ai G.B.S., i Gigli Bianchi Supporters, il Fans Club Italiano Ufficiale del Preston North End.
Un libro per tutti gli appassionati di football, un libro per i tifosi, quelli che ancora sanno emozionarsi."



Questa invece è la prefazione del libro scritta da Simone Galeotti:



"Aggrappati alla storia. Cullati dalla leggenda, entrati di diritto nel mito, per sempre. Oltre le distanze e il tempo. Perché il tempo alla fine come spiegano bene fisici antichi e moderni non è una linea retta, ma un moto circolare, contingente al tempo stesso. La teoria dell’eterno ritorno. Ora, a essere sinceri, che il Preston North End torni a vincere il campionato inglese per due volte consecutive sembra però teoria fin troppo azzardata e complessa. Che questo club invece abbia esercitato e continui a farlo un fascino straordinario è attualità stretta. Occorrono elementi per sviluppare la formula, questo è chiaro. Serve passione, serve romanticismo, serve la volontà dettata da un impulso interiore, che prima sbircia in Great Queen Street a Londra il 26 ottobre 1863 dove dentro la Taverna dei Framassoni, i rappresentanti di undici club fondano la Football Association, e scrivono le regole del calcio, e poi, rimbalza a nord verso il Lancashire, a Preston, dove sempre in quell’anno viene fondato un primo sodalizio sportivo di cricket originariamente in maglia bianco-blu, ma che successivamente vincerà trasformato in entità calcistica, i primi due tornei ufficiali disputati in Inghilterra. Elementi e doti che Sergio “Conor Adam” possiede da sempre nel suo ardente interesse e vibrante sostegno, per il club di questa cittadina e nell'amore per il calcio britannico più in generale. Che cosa spinga un ragazzo di Lecco ad affezionarsi a tal punto al Preston North End, a fondare un Blog su Internet sempre aggiornato e vivace, a spendere dei soldi per fare qualche viaggio nel profondo nord ovest inglese che sa di brughiera e di cotone, alla ricerca di questo humus di desiderio, al punto, adesso, anche di cimentarsi nella scrittura di un libro che attraversa la storia dei Lilywhites, è argomento difficile da spiegare. Sono quelle tesi su cui argomentare davanti a un’aula di scettici “italioti” miscredenti, rende difficile l’assoluzione finale della corte. Ma, se si parte dal concetto che in democrazia si legifera che la libertà nei termini consentiti è sacra e inviolabile per tutti, allora dovrebbe esserlo anche il tifo nello sport, nella disciplina che più di ogni altra ha scatenato pulsioni e letteratura: il calcio. Anzi il football, perché ci tengo che i padri fondatori mi strizzino l’occhio se tendo a usare termini più confacenti alla terra d’Albione. Esserlo nell’accezione che ognuno si senta libero di sostenere qualunque squadra rientri nella sua sfera di grazia, senza obbligatoriamente fermarci sulle frontiere della nostra nazione di nascita. Sergio l’ha fatto. Ha avuto un’illuminazione, signori, folgorato, non sulla via di Damasco come San Paolo, ma su quella di Preston. In fondo la capitale del Lancashire, una cittadina di appena 130 mila abitanti, con la religione pare abbia un rapporto stretto. Il nome sembra derivi dal toponimo “priests town”, la città dei preti, coniato quando la zona era dominata da un’importante priorato, e il coat of arms locale a sfondo religioso rappresenta un agnello che porta una croce. Lo stesso mistico stemma della squadra di calcio. E quando il Signore chiama, la sua volontà non conosce ostacoli.. Chi ha chiamato Sergio non sarà forse un entità divina, o meglio, sportivamente potrebbe benissimo esserlo. Lui è il maggiore William Sudell, un personaggio assai poco ortodosso, padrone di una manifatturiera, cui va ascritto il merito attraverso un abile lavoro diplomatico di aver convinto la Federazione che nel frattempo si era presa la briga di squalificare il North End, a retribuire i giocatori, e a legalizzare il professionismo. Non solo. E’ lui che decide chi comprare e chi vendere, è lui che gestisce arbitrariamente i soldi del club ed è sempre lui che supervisiona gli allenamenti decidendo poi la formazione da mettere in campo. Tutto ciò senza la minima interferenza decisionale del comitato dirigenziale. Dopo aver vinto anche questa battaglia, Sudell riuscì a creare la chimica giusta per dare forma ad una squadra quasi imbattibile, non a caso soprannominata The Invincibles che dalla stagione 1888-89 adotterà le splendide maglie bianche. Lui, forse, è stato il primo a chiamare Sergio, e insieme a lui si sono presentati alla porta le leggende successive. Il leggendario portiere Alan Kelly, Tom Finney, il più grande di tutti, il classico ragazzo della porta accanto, passato alla storia come “for his genius and gentlemanly conduct”; e poi l’iconico scozzese Billy Shankly. Quando ti chiama certa gente, non puoi resistere al richiamo. In questo suo libro sulla storia del PNE, Sergio sovrappone, i perché della sua passione e l’evolversi della storia generale del PNE, i dettagli su alcuni momenti indimenticabili e importanti, gli Invincibili, ma non solo, la FA CUP vinta nel 1938, e le finali purtroppo perse nel 1954 e nel 1964, il già citato Finney, insieme ai racconti delle partite che personalmente ha visto in quel delizioso stadio che porta il nome di Deepdale, e che lo ha accolto in maniera sorprendente.. certamente non potranno mancare i riferimenti alla nascita del fans club italiano e alle sue attività. E così, la passione di Sergio si alimenta, vorace, cercando di fagocitare anche quello che forse ancora non conosce, quel poco o tanto che magari ancora non ha scoperto, gli è sfuggito, ma che lui indomito continuerà a cercare. Lo farà sicuramente in quelle zone lontane, oscure e nebbiose, di fine ottocento, che oggi aleggiano di mistero, ma nelle zone d'ombra se ci sono, ti si crea intorno ancora più spazio, per farci entrare dei sogni interi. Sogni, come quello che un giorno o l’altro, i gigli bianchi tornino a sedersi sul trono d’Inghilterra. Per adesso mettetevi comodi e leggetevi una fiaba inglese. Auguri Sergio, e Preston North End till we die!  "   



INTRODUZIONE

Questo libro è dedicato ai tifosi.
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi dopo un gol, un gol segnato non per forza durante una finale di una competizione importante, un gol segnato in un qualsiasi campo di calcio, un gol che per molti non significa nulla, ma che per quel tifoso significa tutto, un gol che forse non decide campionati e coppe, ma questioni più importanti come onore, orgoglio e passione.
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi per il solo fatto di essere lì, lì in uno stadio semplicemente a tifare e quindi a soffrire, gioire, piangere, esultare, cantare, sperare, pregare, incitare, imprecare.. essere lì per questione di fede verso la propria squadra.
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi per la gioia di stare insieme e condividere la passione per la propria squadra, stare insieme in uno stadio anche scomodo magari, anche sotto la pioggia, anche in una fredda sera invernale di martedì, in una trasferta per un turno infrasettimanale..
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi per una bella giocata, per una parata spettacolare, per la grinta e l’impegno messo in campo dai propri giocatori e non necessariamente per il risultato finale, continuando a supportare sempre la squadra anche nei momenti difficili.
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi a sognare. Sognare una vittoria in una partita di non league, una vittoria che vale un giant killing in Fa Cup, una vittoria in un derby; o sognare di andare a Wembley a giocarsi tutto, sognare un gol nei minuti di recupero ed esultare come dei matti, sognare e immaginare.
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi nei ricordi. Ricordare vecchie emozioni, vecchie partite rispettando la storia, vecchie gioie, vecchi dolori, vittorie e sconfitte, ma sempre ricordi piacevoli se si ama la propria squadra.
Ai tifosi che ancora sanno emozionarsi a vedere foto, video, oppure a leggere racconti ed articoli riguardanti la storia del proprio Club e del football in generale, dalle origini fino ad oggi, perché è giusto rispettare ed onorare chi ha contribuito a far diventare grande questo sport, chi ci ha regalato nel corso degli anni emozioni e storie da vivere e da raccontare.
A questi tifosi grazie ai quali il football non morirà mai, almeno fino a quando queste emozioni continueranno a vivere nei loro cuori, fino a quando ci sarà anche solo un tifoso pronto a viverle queste emozioni nonostante nel calcio moderno, purtroppo, sembra che contino di più i soldi, il business, le vittorie prestigiose.
A questi tifosi spero che potrà piacere questo semplice ed umile libro; un libro senza troppe pretese, un libro che in pochi leggeranno, ma che parla di loro, dei tifosi, perché le emozioni che vivo io e che ho cercato di trasmettere attraverso queste pagine sono le stesse che vivono loro.
Squadre diverse, situazioni diverse, storie diverse, ma emozioni simili, passioni vere. E non si tratta solo di football, in queste pagine si parla della voglia di appassionarsi e di lasciarsi trasportare da emozioni sincere che portano una persona a dedicarsi ad esse con impegno e dedizione.
Spesso mi trovo inadeguato, fuori posto e allora mi tuffo istintivamente in questa passione nella quale mi dedico con tutto me stesso dimenticando per qualche momento i problemi della vita quotidiana, le preoccupazioni ed i dolori.
Un libro che non vuole soltanto celebrare la mia squadra, ma piuttosto i tifosi, la gente comune che si appassiona a qualcosa in cui crede fortemente, un libro che vuole cercare di trasmettere passione ed emozioni.
Un libro che non otterrà successo nelle vendite o nelle recensioni, ma che spera di entrare dritto nei cuori di queste persone, persone semplici come me, ma persone che ancora sanno emozionarsi ed appassionarsi.

E allora non resta che ringraziare alcune di queste persone che ho avuto la fortuna di conoscere e con le quali ho avuto il piacere di condividere queste passioni. Senza di loro, senza il loro supporto e appoggio non sarei probabilmente riuscito a coltivare questa passione con la stessa convinzione .



giovedì 11 aprile 2013

Il Libro di Simone Galeotti: British Corner

Finalmente è disponibile il libro del nostro carissimo Simone Galeotti (Sir Simon), un libro che consigliamo a tutti gli appassionati di football britannico, un libro che si preannuncia meraviglioso, un libro da non perdere!
Io ho già acquistato il libro, cosa che consiglio a tutti di fare, oltre ad essere un vero piacere poterlo leggere, è un riconoscimento al grande lavoro di Simon ed alla sua grande passione oltre ad un piccolo ringraziamento nei suoi confronti per i bellissimi racconti che ci ha permesso di pubblicare qui sul blog Rule Britannia e che ci hanno allietati grazie ad una lettura piacevole e mai noiosa.
Comprare il libro è anche un modo per far capire alle Case Editrici quanto sia giusto pubblicare racconti di questo genere, dedicati alla passione per il football britannico, dando anche la possibilità a scrittori novelli, ma molto bravi, di realizzare il sogno di vedere i propri libri pubblicati, un giusto premio alla loro dedizione, al loro lavoro ed alla loro passione!

E allora ecco una breve presentazione del libro ed in anteprima la prefazione che ho scritto personalmente e che troverete all'inizio di "British Corner":




BRITISH CORNER (prefazione di Conor Adam)

Simone Galeotti:

Dopo Tea Time, ecco il suo seguito. Nuove storie, sul calcio britannico, ripescando ogni tanto qualche racconto dal precedente lavoro per alimentare un ideale filo conduttore, che cerca non solo di annaffiare l’ humus affiorante di un football importante e famoso, ma che penetra ancora più in profondità portando alla luce molti club minori, quasi sconosciuti, mostrando le loro parabole, e magari i loro brevi lampi di gloria. Ma, se pensate che si parli solo di un pallone che rotola su un campo verde, vi sbagliate. Le squadre di “British Corner” mischiano sapientemente goal e storia, vita sociale e vecchie leggende, perché in Gran Bretagna tutto profuma di calcio, e tutto riconduce al calcio.




britishcorner
La copertina del libro

Prefazione di Conor Adam:


State pronti, preparate una borsa da viaggio, un paio di scarpe comode, una mappa della Gran Bretagna e magari una macchina fotografica... già, proprio così, perchè questo e' un libro che, con un po' di immaginazione,  ci porterà in giro per la Terra d'Albione tra football, storia, cultura, curiosità ed aneddoti vari.
Una fantastica raccolta di racconti che ci faranno viaggiare da una città all'altra nel corso degli anni, leggendo ed immaginando le gesta di campioni più o meno famosi, ma anche di gente semplice, e che ci porterà non solo nel bel mezzo dei prati verdi dei campi di calcio degli stupendi stadi britannici, ma anche in città più o meno conosciute, nei loro porti, nelle loro Cattedrali, nelle loro strade, nelle loro piccole vie e tra i loro abitanti per scoprire insieme tanti interessanti fatti storici e curiosità che le hanno rese così affascinanti e piene di tradizione.
Un libro per tutti gli appassionati di football, ma anche per chi ama quelle Terre in cui questo favoloso sport e' nato, un viaggio che ci porterà in città storiche e piene di tradizione e che ci aiuterà a conoscere storie su Club forse meno famosi e vincenti rispetto ai soliti noti, ma che hanno certamente contribuito ad aumentare il fascino del football in Gran Bretagna ed a scrivere pagine importanti nella sua storia.
Vittorie a volte in apparenza meno importanti e prestigiose rispetto ai grandi trofei internazionali che tutti conosciamo, ma di fondamentale importanza e motivo di grande orgoglio per i Club che le hanno conquistate, per i giocatori che hanno alzato al cielo una FA CUP o una League Cup... Magari si tratta anche solo di una partita, di una sola vittoria che però ha rappresentato qualcosa di unico nella storia di queste squadre.
Ogni vittoria conquistata con le proprie forze rappresenta qualcosa di importante, qualsiasi sia la competizione, qualsiasi sia il prestigio, perchè ottenuta con la forza della volontà, con impegno e sudore, con determinazione e spesso contro ogni pronostico.
Ogni tifoso ed appassionato, per conoscere veramente l'essenza di questo calcio, dovrebbe conoscere queste storie, storie fatte di vittorie, ma anche di piccole imprese da parte di piccole squadre, vittorie storiche che hanno segnato l'esistenza di questi Club e che ancora oggi vengono ricordate con orgoglio dai loro tifosi.
Lo sport, come la vita, non è fatto solo di vittorie, anzi, spesso le vittorie, soprattutto quelle di cui leggeremo in questo libro, sono eventi storici e giustamente da celebrare e da raccontare per poter essere sempre ricordate nel cuore di ogni tifoso e di ogni appassionato; le vittorie sono importanti anche se non fondamentali, ma rappresentano sempre momenti di gioia e soddisfazione, momenti irripetibili da conservare gelosamente nei propri cuori e nei propri ricordi.
L'autore ci permetterà di fare spesso dei piacevoli salti nel passato per poi tornare al presente, storie semplici di calcio, riferimenti storici e culturali, un mix perfetto per mettere a fuoco nel modo migliore la storia di una squadra e della sua città.
Si avrà quasi la sensazione di essere accompagnati per mano attraverso le città, tanto e' il trasporto che l'autore utilizza per descrivere ogni piccolo dettaglio, tanta e' la passione che traspare da ogni racconto.
Passione ed amore veri nei confronti di un football che sembra oggi così lontano, un football fatto di episodi semplici, lontano dal business e che rappresentava spesso valori veri, valori di fede e orgoglio, di voglia di lottare per l'onore e per una maglia.
In ogni racconto ci sembrerà di essere trasportati in quegli scenari, in quelle partite, in quegli stadi e ci sembrerà di immedesimarci in quei giocatori,  in quei tifosi, in quella gente semplice, un libro che ci trasmetterà passione, tanta passione, e che ci permetterà di conoscere storie interessanti ed appassionanti, storie che l'autore ci narrerà proprio come un cantastorie medievale trasmettendoci la magia di quei luoghi e di quei tempi.

E allora adesso preparatevi per davvero perchè è finalmente arrivato il momento di tuffarsi in questo splendido viaggio che sono onorato di aver potuto introdurre con queste mie semplici righe di presentazione.



Link per acquistare il libro:



Non resta altro che augurare a Simon consensi e recensioni per il suo libro, nella speranza che potremo in futuro leggere ancora altri suoi fantastici racconti!!


giovedì 20 dicembre 2012

I Leoni di Lisbona


"I Leoni di Lisbona" è un libro scritto da un appassionato di british football come noi, un ragazzo come noi che ha voluto trasmettere la sua passione ed il suo entusiasmo attraverso questo interessante e sicuramente bellissimo libro.
Presentiamo qui sul nostro blog una recensione che ben evidenzia la passione, oltre che la competenza, di Giorgio, che ringraziamo, ed al quale auguriamo di riuscire ad ottenere consensi e soprattutto soddisfazione.
Credo infatti che scrivere un libro di questo tipo, dettato dal cuore e dalla passione, sia innanzitutto una enorme soddisfazione personale!


"Ci sono favole che, qualche volta, accadono anche nella realtà: sia nella vita di tutti i giorni, sia nel mondo del calcio.
Immaginate, solo per un momento, di tornare indietro sul finire degli anni sessanta, di recarvi in una città della Scozia, di andare in un grande stadio e di poter assistere alle vicende incredibili di una squadra che in poco tempo diventerà leggendaria.
Immaginate di veder scendere sul terreno di gioco, tra tanti tifosi stipati sulle gradinate come fossero sardine, una formazione, con una favolosa casacca a righe orizzontali bianche e verdi, composta nella sua quasi totalità da calciatori nati proprio nella città dove questa squadra ha la sua sede sociale, una compagine creata con pochi soldi, ma con passione e cura del particolare.
Immaginate questa formazione che, solo pochi anni prima, sembrava essere giunta, inesorabilmente, al capolinea ed ora, grazie al suo nuovo tecnico, capace in pochissimo tempo di plasmare calciatori stanchi e demotivati, vincere partite su partite.
Immaginate questa formazione conquistare prima la Coppa di Scozia, poi il campionato ed arrivare a giocare la prestigiosa Coppa dei Campioni, trofeo che nessuna formazione anglosassone era mai riuscita a conquistare prima.
Immaginate, questi calciatori scendere in campo ed affrontare, almeno sulla carta, squadre che partono sempre con il favore del pronostico, per poi batterle inesorabilmente.
Immaginate questi stessi calciatori che, partita dopo partita, diventano consapevoli di poter lottare e vincere contro le migliori formazioni del panorama calcistico europeo.
Immaginate quei calciatori, arrivare alla finale del torneo calcistico più prestigioso del vecchio continente, sapendo di dovere affrontare la grande Inter di Herrera: squadra, all’apparenza, imbattibile.
Immaginate, ancora, quei calciatori passare in svantaggio dopo pochi minuti, pensare che, forse, tutto è compromesso….che, forse,il miracolo non avverrà, che i tanti tifosi festanti, accorsi in un caldo giorno di maggio a Lisbona, torneranno a casa sconfitti.
Ma non potete neppure immaginare cosa fece una grande squadra chiamata Celtic Glasgow allenata da Stein…
No non potete immaginarlo !"


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La copertina del libro


Titolo: I leoni di Lisbona

Autore: Giorgio “Acerbis” Ciriachi

Editore: Urbone Publishing (www.urbone.eu)

Pagine: 144

Prezzo: 10,00 euro (info@urbone.eu)

Il libro è disponibile sia in versione e-book e sia in versione cartacea, lo si può acquistare, oltre che sul sito internet dell'Editore, anche nelle seguenti librerie:


www.paginedisport.com    Libreiria Pagine di Sport    in via Tadolini  7/9   Roma
HELLNATION VIA NOMENTANA 113 00161    ROMA     Tel.06.44252628
Libreria dello Sport di  in via Carducci  9  Milano
Libreria dello Sport in via G. Passeri  81 Pesaro
Libreiria dello Sport  Corso G. Siccardi  4  Torino
Fan's Shop  in via Sabato Robertelli  17 B Salerno
Libreria Internazionale HoepliVia Hoepli 5, 20121 Milano
Libreria Petrozziello Via Fratelli Del gaudio 13- 83100 Avellino

Ecco alcune foto di amici scozzesi di Giorgio con il libro!


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