sabato 4 novembre 2023

Up the Hatters

Come spesso mi succede sto facendo passare i calendari delle partite in UK del Preston NE per cercare di organizzare un piccolo viaggio in Terra d’Albione, tenendo però in considerazione eventuali partite interessanti ed in particolare quelle di squadre per le quali provo una certa simpatia, e tra queste c’è anche e soprattutto lo Stockport County, quando ad un certo punto mi salta all’occhio una sfida che attira decisamente la mia attenzione.

Si tratta di Stockport County vs Tranmere Rovers ad Edgeley Park, casa degli Hatters che avevo già visto qualche anno fa soltanto dall’esterno e senza assistere ad una partita, da giocarsi a fine ottobre, in quello stesso giorno il PNE avrebbe giocato in trasferta ad Hull e quindi, avendo a disposizione solo il weekend, sarebbe stato in ogni caso più fattibile vedere un match nella Greater Manchester senza quindi spostarsi troppo proprio da Manchester, città nella quale avrei pernottato anche grazie alla vicinanza all’aeroporto.

Ma a parte questi “calcoli”, la sfida tra Stockport e Tranmere mi ha subito affascinato ed attratto perché è proprio quella di cui parlo spesso nei miei libri “Una Nuova Alba” e “No Love Lost”, un gruppo di tifosi del County sono infatti i protagonisti delle mie storie ambientate principalmente proprio a Stockport, e comunque provo per entrambe le squadre una certa simpatia anche grazie al libro/film “Awaydays” che ha invece per protagonisti dei ragazzi che fanno parte di una “firm” del Tranmere.

E così inizio già a pregustare il fatto di vivere finalmente in prima persona le emozioni che fino ad ora avevo potuto cercare di provare soltanto attraverso i miei libri, penso già al momento in cui sarò nella Cheadle End, la terrace dove, nella mia immaginazione, Damon e gli altri protagonisti dei miei libri assistevano alle partite della loro squadra locale, di bere birra nel pre-match proprio nei pub di cui avevo scritto e magari di cantare quel coro tanto caro ai tifosi del County, ovvero “The scarf my father wore”.

Non ci penso su molto e con un amico decidiamo di prenotare il volo e successivamente l’albergo ed ovviamente i biglietti per la partita, decidiamo di volare con Easy Jet partendo da Malpensa dato che gli orari di Ryan Air sono improponibili e ci avrebbero costretti a restare a Manchester soltanto due mezze giornate, mi sento un po’ strano ad andare in Inghilterra a vedere una partita che non sia del PNE, ma sono affascinato da questa sfida e dal fatto di poter assistere ad una partita di League Two ed in uno stadio che ancora non avevo visitato internamente, ho comunque qualche contatto anche tra i tifosi del County e quindi cercherò di incontrarli almeno nel pre-match.

Sabato 28 ottobre si parte prestissimo, il volo è in perfetto orario ed arriviamo a Manchester alle 8.30 locali, abbiamo così il tempo di fare una Traditional English Breakfast con calma al pub Wetherspoons a Piccadilly, notiamo che c’è gente che preferisce fare colazione con una birra.





Abbiamo con noi solo uno zainetto quindi lo lasciamo in albergo e giriamo un po’ per il centro città andando principalmente per negozi, tappe obbligatorie Size ? e The Classic Foorball Shirts che ha cambiato sede e non si trova nella classica collocazione a Deansgate. La cosa più bella è però tornare a riassaporare certe atmosfere, a vivere certe sensazioni ed emozioni attraverso cose semplici, ma che per noi appassionati sono anche così significative.



















Alle 12.30 è il momento di tornare alla stazione di Piccadilly e di prendere il treno che in pochi minuti ci porta a Stockport, appena scendiamo e prendiamo la strada che porta in direzione dello stadio riaffiorano in me i ricordi dell’ultima volta che c’ero stato, ma anche l’emozione di essere in quegli stessi posti di cui parlo nei libri, vedo ad esempio il pub “The Armoury” ed il cartello indicante la zona in cui ci troviamo, “Shaw Heath”, proprio quella dove “vivono” i miei personaggi, subito dopo arriviamo in Mercian Way dove un cartello recita “This is Edgeley home of Stockport County. We are back!” e sul quale appiccico un adesivo del mio libro accanto ad uno dei tifosi degli Hatters.







Da lì entriamo in Castle Street dove troviamo due pub, uno è il “The Jolly Crofter” dove più tardi abbiamo appuntamento con un amico del County, l’altro è il “Sir Robert Peel”, entriamo prima in questo che tra l’altro è uno di quelli maggiormente citati nei miei romanzi.




Un ragazzo della sicurezza prima di farci entrare ci chiede se siamo County o ospiti e con fermezza rispondo “County”, ho anche una spilla del Club sulla mia “Goggle Jacket” della CP Company accanto al “Poppy” dato che stiamo per avvicinarci al periodo in cui si ricordano le vittime delle guerre anche attraverso l’utilizzo di questo simbolo, negli scorsi giorni è tra l’altro venuto purtroppo a mancare il leggendario Sir Bobby Charlton e quindi siamo comunque in tema di “commemorazioni”.

All’interno del “Peel” l’atmosfera è proprio quella che mi aspettavo, birra a volontà, partita al maxi schermo (Chelsea vs Brentford), gente che chiacchiera serenamente ed una “passerella” di Adidas, ovviamente anche io ne indosso un paio, per l’occasione ho optato per le “Spezial Pulsebeat” che onorano e richiamano all’album “Unknown Pleasures” dei Joy Division, la mia band preferita e non a caso una band di Manchester.

Con grande piacere qui trovo una delle birre che mi piacciono di più, la “Boddington’s” che avevo bevuto spesso a Preston e dintorni, ma che a Manchester non ero riuscito a trovare nemmeno negli scorsi anni, al bancone il mio amico mi parla in italiano e così veniamo “sgamati”, con entusiasmo ci chiedono cosa ci facciamo lì a vedere lo Stockport ed io rispondo che preferiamo le partite di leghe inferiori rispetto ad esempio al derby di Manchester che si sarebbe giocato proprio il giorno successivo ad Old Trafford, spiego anche della mia simpatia per il County, oltre a noi ci sono anche dei norvegesi, forse lo Stockport sta attirando qualche attenzione in più quest’anno, infatti la squadra è prima in classifica ed arriva da nove vittorie consecutive in campionato, dieci considerando anche una partita di Coppa, vincendo oggi batterebbe il record storico del Club!




Più tardi, intorno alle 13.30, ci spostiamo al “The Jolly Crofter” dove non trovo il ragazzo con cui avevo appuntamento, in compenso però ci mettiamo a parlare allegramente con un gruppo di signori, uno di loro, infatti, mi aveva involontariamente toccato con una spallata facendomi cadere una piccola parte di birra dal mio boccale, è bastato questo per far sì che ce ne offrisse un’altra e per far iniziare la conversazione, anche qui vengono a sapere che siamo italiani ed allora tutti sono incuriositi da noi quando gira la voce (cosa che avrei assolutamente preferito vietare).







Poco dopo arriva Kev, un altro tifoso al quale avevo detto che sarei venuto in questo pub prima della partita, e con lui si iniziano altri discorsi e si resta a lungo a parlare di calcio, ma anche di viaggi in UK, da parte nostra, ed in Italia da parte sua, il tempo trascorre in modo molto piacevole, ma passa anche velocemente e alle 14.15 circa usciamo dal pub e lì troviamo il ragazzo con cui avevo appuntamento, Harry, abbiamo solo il tempo di scambiare un paio di battute e di fare una foto insieme, poi è il momento di avviarci verso Edgeley Park, la partita inizierà infatti nel classico orario delle 15.






Quando vediamo il viale sul quale sorge Edgeley Park è uno spettacolo, la gente affolla la strada, si formano code ai tornelli, compriamo il match programme e ci mettiamo in fila, ognuno sta al suo posto in modo tranquillo, c’è spensieratezza, non sembra esserci tensione o nervosismo, questo è un bel modo per affrontare una partita di calcio, anche se facilitato dal fatto che la squadra sta andando benissimo e ben oltre le aspettative, e poi se il County sta così bene, di contro c’è un Tranmere che sta andando malissimo e che si ritrova in piena zona retrocessione, vedo qualche tifoso ospite in fila per entrare nel suo settore, vicino a quelli di casa, ma non c’è nessun problema tra le due tifoserie, penso che questo non sarebbe successo negli anni ’80 e di certo nei miei romanzi che parlano di frequenti scontri tra quelli di Stockport e di Birkenhead!



















E’ stato emozionante vedere EP dal suo esterno, ma, anche per il fatto che da quella prospettiva lo avevo già visto, l’impatto è ancora più bello quando oltrepassiamo il tornello e ci ritroviamo al suo interno e nel bel mezzo della Cheadle End, dove ritrovo Harry, lui è uno di quello che guida i cori e che suona il tamburo per creare una certa atmosfera e spingere la squadra verso la vittoria, un vero local lad che rispetta in pieno il motto “Support your local Team”.

Restiamo qualche minuto a bordo campo mentre le squadre si stanno scaldando prima di accomodarci alle nostre postazioni più o meno dietro alla porta, il campo è davvero vicino e la visuale è perfetta, l’adrenalina comincia a salire per davvero adesso e tutto è pronto per l’inizio della partita.




Accompagnati dal classicissimo “Heroes” di David Bowie i ragazzi del County fanno il loro ingresso in campo tra le incitazioni del pubblico ed in particolare dalla Cheadle End, sono contento di farne parte, almeno per oggi, proprio come Damon ed i suoi amici; bastano pochi minuti agli Hatters per portarsi in vantaggio grazie al gol del solito Olaofe, la Cheadle lo omaggia con il coro “Tanto’s on Fire” e qualche minuto più tardi, per la mia gioia, si intona anche “The scarf my father wore”, mi perdo a guardare ogni particolare di questo bellissimo stadio, ma anche della sua gente, delle loro esclamazioni, dello loro abitudini, è tutto così fantastico ed il tempo passa in un attimo.
















Durante l’intervallo giro per fare qualche foto, tento inutilmente di prendere una Pie o una birra, la coda è interminabile e devo rinunciare (altre volte per non rinunciarci ho perso un gol), il secondo tempo inizia con un cartellino che costa il secondo giallo e quindi l’espulsione ad un giocatore del Tranmere che esce dal campo tra il coro “Off Off Off” dei tifosi di casa, poco più tardi arriva il del raddoppio firmato da Sarcevic, un giocatore che mi è sempre piaciuto sin dai suoi inizi con il Chester, che sigla il gol che probabilmente chiude il match considerando la superiorità numerica, ma anche la superiorità del County rispetto agli avversari.









Lo Stockport continua ad attaccare per tutti i restanti minuti di gioco sfiorando il terzo gol, anche in modo clamoroso, più volte, in campo entra anche il bomber Paddy Madden, ma il risultato resta sul 2-0, i tifosi ospiti sono sempre più desolati e non li sentiamo cantare praticamente mai, mi aspettavo di più da quei lads arrivati da Birkenhead nonostante la situazione di classifica e risultati della loro squadra sia davvero preoccupante.

La partita finisce con la vittoria del County che raggiunge lo storico obiettivo delle 11 vittorie consecutive, un record assoluto per il Club, quando la squadra saluta il pubblico e si dirige verso gli spogliatoi io non vorrei comunque andarmene, resto per fare altre foto, ma soprattutto per osservare ogni cosa, riguardare quel campo e quegli spalti, gli aerei che passano in continuazione sopra Edgeley Park.







All’uscita ci dirigiamo al Club Shop, sono rimaste soltanto taglie enormi della prima maglia ufficiale, ma ne trovo fortunatamente una della maglia speciale ad edizione limitata (1883 maglie ad indicare l’anno di fondazione del Club) realizzata per celebrare i 140 anni di storia della Stockport County Football Club. Proprio fuori dallo shop c'è la statua del leggendario Danny Bergara, storico manager del County, non posso rinunciare a fare una foto.















E’ proprio arrivata l’ora di andarcene, passeggiamo un po’ per le vie di Stockport che ci portano poi alla stazione dove un treno ci fa tornare a Manchester Piccadilly, facciamo una breve sosta in hotel prima di uscire nuovamente per andare a cenare da “Five Guys” dove possiamo gustarci un ottimo cheeseburger con patatine, fuori inizia a piovere, come al solito la gente del posto è vestita quasi in modo estivo incurante del freddo, la pioggia, che sembrava dovesse accompagnarci per tutto il weekend, scende praticamente soltanto mentre siamo al chiuso, qui e, più tardi, al “Soup”.









A due passi da lì, in Spear Street, c’è infatti il locale “Soup” dove abbiamo prenotato due biglietti per assistere ad un piccolo concerto, ad esibirsi ci sono due giovani band, la prima, quella di supporto, si chiama DeafDeafDeaf, mentre gli headliners sono i Cruush, un gruppo Shoegaze originario proprio di Manchester, la sala è molto piccola, noi siamo in prima fila e ci godiamo in pieno le loro canzoni e la voce della loro cantante, c’è un’atmosfera tranquilla ed allo stesso tempo bellissima, la musica è molto piacevole e ci perdiamo in quei suoni che ci fanno sognare, sognare di restare a Manchester per sempre.













La mattina seguente si fa nuovamente colazione al Wetherspoons, il pub è già affollatissimo, ci sono tantissimo tifosi dello United che nel pomeriggio affronterà ad Old Trafford il City per il classico derby di Manchester, inutile dire che già si stanno scolando fiumi di birre nonostante sia mattina presto. Abbiamo a disposizione tutta la mattina e parte del pomeriggio e quindi cerchiamo di ottimizzare il tempo nel migliore dei modi, la prima tappa si trova ai Sackville Gardens dove visitiamo il memoriale dedicato ad Alan Turing, il famoso informatico che creò “Enigma” un sistema geniale capace di interpretare i messaggi crittografati dei tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale; 



la seconda tappa è in Fairfield Street dove c’è il famoso pub “The Star and Garter” (qui ci suonarono i “The Smiths”), quello che mi interessa è che su una facciata esterna è stato riprodotto dal mitico artista Akspe il volto di Ian Curtis, voce dei Joy Division prima della sua prematura morte, un murale fatto di recente dopo che quello realizzato tempo fa (in un’altra strada) dallo stesso artista era stato rimosso tra mille e giuste critiche.













Avevo già visto a Macclesfield lo scorso anno un murale dedicato ad Ian, ma anche questo mi regala grandi emozioni, restiamo lì diversi minuti ad osservarlo e ad ammirarlo, oltre che per fare una serie di foto; ci incamminiamo poi verso Oldham Street dove facciamo visita al leggendario negozio di dischi, il “Piccadilly Records”, ci sono tantissimi vinili, questo posto odora di storia, una storia gloriosa fatta di tanta ottima musica.







Lì vicino c’è il negozio di Fred Perry, ci intratteniamo diversi minuti a parlare con un commesso tifoso dello United ed acquisto una polo bellissima a maniche lunghe e color “mattone”, lo stesso commesso ci rivela che è stata pensata così proprio per omaggiare la città di Stockport (toh guarda che coincidenza) che ha dato i Natali a Fred Perry, una città nella quale, infatti, prevalgono i colori grigio, quello del cielo, e marrone, viste le tante costruzioni realizzate con mattoni a vista, ci dirigiamo poi verso Market Street per andare nuovamente da Size ? e poco più in là c’è pure la libreria “Waterstones”, arriviamo poi alla Cattedrale, sempre imponente nella sua maestosità.
























La tappa successiva è il pub “The Old Nags Head”, avrei voluto entrarci perché avevo visto delle immagini in internet che mi avevano fatto capire che qui si celebra George Best attraverso foto, disegni ed articoli di giornale d’archivio, purtroppo c’è un’enorme fila, dovuta al caos creato dai tifosi dello United pronti al derby contro il City che cantano a squarciagola riempendo il pub, ed è praticamente impossibile accedervi. Visto come andrà poi il derby (0-3) penso che quegli stessi tifosi avranno fatto un rientro più sobrio alle loro case quella sera.









Rinunciamo così a vederlo internamente, ma questa piccola delusione viene ripagata appena intravediamo il “Peveril of the Peak”, un altro pub storico e bellissimo già dall’esterno, con il suo colore giallo e la sua architettura che lo rendono davvero affascinante e vecchio stile, me ne innamoro subito.
















Qui possiamo entrare tranquillamente e goderci quella serenità e spensieratezza sorseggiando dell’ottima birra, anche al suo interno il pub si conferma straordinariamente bello, e pure qui si ci sono diversi Red Devils, ma decisamente più tranquilli rispetto a quelli presenti al “The Old Nags Head” e deduco che qui si tifi per lo United of Manchester dato che su un muro c’è una classifica decisamente “old style” del campionato in cui gioca la squadra nata proprio da un’idea di quei tifosi Red Devils stanchi del business della Premier League e dei proprietari del Club da tempo contestati.

Dopo altri giri per negozi nel centro città, intorno alle 15.30 ci accomodiamo da Starbucks dove un’ottima cioccolata ci scalda, ma allo stesso tempo ci fa purtroppo capire che il momento del ritorno a casa si sta avvicinando, poco più tardi ci dirigiamo infatti verso la stazione e da lì prendiamo il treno per Manchester Airport.

Quando sono sul treno mi rendo contro per davvero che è ora di dare l’arrivederci a Manchester, una città con meno attrazioni rispetto a Londra, sicuramente meno bella, ma forse proprio per questo più “vera” ed “inglese”, una città alla quale sono sempre molto affezionato anche per la storia che emana soprattutto dal punto di vista delle sottoculture e della musica.

Ed allora arriva il momento di prendere l’aereo e di ripercorrere durante il volo nella mia mente, anche grazie all’aiuto delle foto scattate con il cellulare, questi due giorni così intensi nonostante il poco tempo a disposizione, ripenso agli amici incontrati nei pub di Stockport, all’atmosfera del pre-match, alla partita, a quella bella e storica vittoria, al piccolo concerto al Soup, alle colazioni a base di bacon e uova e, per i veri inglesi, di birra a volontà, al murale dedicato ad Ian Curtis ed alla statua di Alan Turing, alla chiacchierata con il commesso nel negozio Fred Perry, ai dischi, a tutti quei piccoli momenti così intimi da tenersi dentro, come quella piacevole e serena bevuta al Peveril. Ma soprattutto penso alle emozioni, alle sensazioni, alla gente incontrata, alla loro cordialità, a quella voglia di stare insieme e condividere quello che più ci piace e che ci accomuna.


Manchester forever e … Up the Hatters! 



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