"We've
come a long way, but there's still a long way to go".
Richard Tims
Il Bedford Duple Coach avanza lentamente con le sue morbide
linee metalliche all’interno dell’Abbeydale Park. E’ la mattina del 24 ottobre
1957. L’autunno inglese cala una di quelle sue tipiche velature nebbiose,
provando a nascondere tutto l’orgoglio secolare delle vecchie querce, degli
arbusti e dei roseti lungo il percorso del mezzo, mentre intanto piccoli
scoiattoli si cimentano in vertiginose corse sui mille disegni della corteccia
dei tronchi. Quando il piccolo bus si ferma davanti all’ingresso del Club
House, i primi a scendere sono eleganti signori incappottati, seguiti da un
gruppo di passeggeri più giovani in giacche d’ordinanza. Facce sorridenti, e
cappello in testa per i più anziani. Un accessorio, ancora irrinunciabile,
soprattutto nelle occasioni formali. Loro, sono i dirigenti e i giocatori dello
Sheffield Football Club, la più antica squadra del mondo. Quel giorno, il club
fondato nel 1857 festeggiava un importante compleanno. Compiva esattamente 100
anni. E fu proprio in quello spicchio di verde incantato del South Yorkshire,
che dal 1921 ospitava le vicende della squadra, che l’organigramma vecchio e
nuovo del club si ritrovò per i primi convenevoli di rito e il pranzo, in
attesa degli eventi del pomeriggio.
Quel giorno, infatti, sarebbe arrivato a Sheffield, il
principe Filippo, Duca di Edimburgo, consorte della Regina Elisabetta. Con quel
suo essere così tremendamente inglese, con il suo humour tutto personale, con
la sua aria vagamente distratta, sarà lui, l'ospite d’onore per i
festeggiamenti. Per l’occasione la squadra avrebbe giocato un amichevole allo
stadio di Bramall Lane con gli scozzesi del Queen’s Park di Glasgow, per contro
la più antica società calcistica di Scozia.
Il Principe Filippo arrivò in perfetto orario a bordo di una
brillante Rolls Royce applaudito da due ali di folla e scortato da agenti su
imponenti cavalli bianchi. I giornali locali titolavano “Welcome”, mentre
bandiere, fiori e insegne reali facevano bella mostra di se su finestre e
davanzali, aggraziando e ingentilendo, il rigore post bellico dei palazzi della
città dell’acciaio. Per l’occasione la tribuna principale era stata addobbata e
inghirlandata con il consueto e aulico nobile aspetto. In oltre 5000 accorsero
per l’evento. Inno, cerimoniale di presentazione, gli spiders con la loro
maglia a finissimi cerchi orizzontali, e “il Club” con una raffinata divisa a
scacchi rossoneri. Finì con un salomonico pareggio per 2-2, dopo che gli
scozzesi erano passati due volte in vantaggio. Di seguito le celebrazioni
previdero una fastosa serata di gala in cui ovviamente al tavolo d’onore
sedevano il Duca di Edimburgo, le alte autorità cittadine, e i responsabili del
club.
"In cento anni hanno giocato per noi oltre seimila
calciatori"
Fu questa la stima di Jim Hardie, segretario della società,
con un passato da attaccante nel periodo compreso tra il 1939 ed il 1947.
Peccato solo che per ovvi motivi d’anagrafe non spiccavano
tra i presenti la barba “darwiniana” di Nathaniel Creswick e i baffi a manubrio
di William Prest, i due padri fondatori che in quel lontano 1857 decisero di
infondere la scintilla del sacro fuoco, in una riunione tenutasi all’interno di
un salotto della Parkfield House, nel sobborgo di Highfields. La casa brulicava
di avvocati, commercianti, manifatturieri. Non mancavano neppure architetti,
medici, e c'era perfino qualche reverendo. Il padrone di casa, un certo Harry
Waters Chambers, è un amico stretto di Nathaniel, resosi disponibile ad
ospitare tra le mura domestiche il fatale incontro che portò alla fondazione
dello Sheffield Football Club. Nathaniel rivestì il doppio incarico di
segretario e tesoriere, William si limitò a far parte del comitato fondatore.
Per la presidenza la scelta ricadde su Frederick Ward, figlio di Thomas Asline
Ward, uno degli uomini più in vista della città, mentre la serra nel giardino
della loro abitazione, situata in East Bank Road, fungerà inizialmente da
quartier generale della società. Creswick ha 26 anni ed è un avvocato, Prest ha
tre anni di meno, è originario di York, e a Sheffield vi arriva per collaborare
con il fratello John che gestisce una rivendita di alcolici. I due erano membri
di quello Sheffield Cricket Club, che due anni prima aveva organizzato un primo
improvvisato torneo di calcio. Alle celebrazioni del 1957 la coppia Creswick-
Prest mancava certo, ma non nel ricordo, come pure furono ricordati quei
giocatori che scesero in campo almeno una volta con la nazionale inglese.
Charles Clegg su tutti, in seguito diventato presidente della FA, e che ebbe
l'onore di giocare nella prima famosa partita internazionale contro la Scozia
ad Hamilton Crescent nel 1872, e poi John Owen convocato nel 1874, e infine
John Hudson che indossò la divisa con i tre leoni sul petto nel 1883.
Un passo indietro. Cambridge, 1848. Mentre l’Europa è
sconvolta da venti irridenti, e le aspre contese di confini e libertà,
infiammano i cuori degli uomini, nel rinomato college si tratta anche di
argomenti meno impegnativi. Gli sforzi di H. de Winton e J.C. Thring porteranno
alla formulazione di un gioco, che prevedeva dieci alunni, ed un maestro (da
qui gli 11 uomini e la figura del"capitano", ossia il responsabile
della direzione dei propri alunni..) che sfidavano altri dieci più uno di altre
classi, tutte elitarie, in spazi chiusi. Il fatto di giocare esclusivamente tra
di loro, stava un po’ stretto alle classi dell'università di Cambridge, così,
Winton e Thring decisero di unire Eton, Harrow, Rugby School, Winchester, e
Shrewsbury, per cercare di dar vita alle prime regole basilari: Le Regole di
Cambridge, le primordiali regole del calcio. La palla da quel momento sfila
dalle mani e rotola a terra. Forse meno nobile, ma forse più divertente. Nella
mite bellezza della campagna inglese, iniziano ad echeggiare rimbombi profondi,
nuovi, è il rimbalzo, il metronomo cardiaco della vita calcistica. Si gioca con
i piedi; non si passa più solo e soltanto indietro, no, adesso si scambia
lateralmente, per poi evolversi nel lancio in avanti.
Sostanzialmente il calcio restò comunque confinato tra le
mura universitarie per circa nove anni, ma evidentemente per qualcuno il
decalogo degli universitari di Cambridge non era più sufficiente. Per il duo di
Sheffield, Creswick - Prest, occorreva redigere un nuovo regolamento,
migliorativo e più moderno. E’ così il 21 ottobre 1858 prendevano vita su
carta, le cosiddette Sheffield Rules. Si trattò di legiferare sui calci
d’angolo, sulle rimesse laterali, su quelle dal fondo, sui colpi di testa,
sull’introduzione della traversa sulle porte, e del primo barlume di
fuorigioco, poi codificato meglio con la nascita della Football Association
nella Freemasons' Tavern di Queen Street in Londra, lunedì 26 ottobre 1863..
Una specifica quest’ultima assai importante, perché a quei tempi molti
calciatori sostavano pigri e indolenti nei pressi del portiere, giacché ogni
occasione era buona per segnare un goal e strizzare l’occhio compiaciuto alla
signorina sorridente a bordo campo.
La Regina Vittoria era in carica da quasi vent’anni e
Sheffield era una grigia e facoltosa città industriale dell' impero
attraversata dal fiume Shaf. Forse troppo facoltosa. Si presume che il
proliferare delle nuove fabbriche fu fra le cause principali dell’epidemia di
colera che nel 1839 uccise quasi 400 persone. Nessuno, avrebbe mai pensato che
da qui potesse partire l'impulso forse decisivo nella storia del calcio. E
invece, nel giro di cinque anni l'area cittadina arrivò a contare più di
quindici squadre, e questo permise, di fatto, una ramificazione costante e
sempre più produttiva di questo sport, che ben presto spinse altre città a
formare squadre, scendere in campo e confrontarsi. Inizialmente, però poiché
non c’erano altri team con cui giocare, le partite erano disputate tra i
giocatori della stessa compagine. Una sorta di scapoli contro ammogliati,
occupati contro disoccupati, alti contro bassi e altre amene trovate, finché
nel 1860, sempre nella cittadina di Sheffield ecco l'altra scintilla. Fu
fondata un’altra squadra, l’Hallam Football Club, contro la quale
inevitabilmente lo Sheffield FC disputò la sua prima partita. L’incontro finì
due reti a zero per lo Sheffield, con l’unica rete refertata siglata del
capitano Creswick, ma pare con una grande prestazione del capitano avversario
John C. Shaw, figura leggendaria del calcio inglese, che, grazie alla sua
maestria, permise al gioco di diffondersi anche in altre realtà. Ah, una
piccola curiosità. E qui che nasce la divisione dei classici colori, Rossi
contro Blu, riportata poi ovunque nei giochi dediti a emulare questo sport, dai
pupazzi del biliardino d’origine franco-tedesca, agli “omini” del subbuteo di
natali britannici.
La stracittadina sarà ripresentata l'anno seguente, per
scopo nobile e benefico: raccogliere fondi per l'ospedale di Wall Street.
All'Hyde Park saranno presenti oltre 600 persone. La partita durò circa tre ore
e i calciatori non si risparmiarono negli interventi e in qualche colpetto
vietato, per quella che passò alla storia come la "Battaglia di Bramall
Lane", finita a reti inviolate. Pensate, la partita non si sarebbe dovuta
disputare, per via della reticenza dei proprietari dell’impianto che non
vedevano altri “dei” sportivi all'infuori del cricket, ma la motivazione a
scopo benefico lasciò alla fine spazio per la gara. Altra giornata da ricordare
è la prima trasferta del club; il 2 Gennaio 1865, i giocatori andranno a
Nottingham, a sfidare il neonato Forest, e dopo tre ore di gioco, lo Sheffield
si impose col minimo scarto. Questa partita vide la comparsa dei primi
parastinchi e il fischietto dell'arbitro, che poteva così comunicare meglio le
sanzioni e le decisioni. La leggenda vuole che il giorno dopo la partita, le
persone che aspettavano il treno alla stazione di Wicker (Nottingham), per
passare il tempo in attesa del rispettivo convoglio, realizzarono un empirico
pallone di stoffa, e iniziarono a calciarlo, per prendere dimestichezza con il
nuovo gioco.
Solo quando lo Sheffield FC scese a Londra per il suo primo
match nella capitale, avvenuto a Battersea Park, fu finalmente stabilita la
durata di una partita. Ogni incontro avrebbe avuto insindacabilmente due tempi
da quarantacinque minuti.
Fare solo amichevoli però iniziava ad annoiare, e qui nasce
l’ennesima iniziativa: si creerà, con una manciata di sterline, la Youdan Cup,
un torneo comprensivo di tutte le formazioni intenzionate a parteciparvi, che
vide trionfare, a Bramall Lane, l'Hallam F.C. Un evento dove lo Sheffield, non
parteciperà, per via di problemi, ad oggi ancora sconosciuti, legati al
capitano della squadra ed alcuni suoi compagni.
Lo Sheffield FC, tuttavia, come molti altri sodalizi
impegnati nel loro slancio di benefico e puro divertimento, ebbe un rapido
declino agli inizi del novecento con l’avvento massiccio del calcio
professionistico, non riuscendo mai più a competere sia economicamente che
tecnicamente con le squadre di più alto livello. Anche in questo caso, però, i
pionieri del calcio moderno si rivelarono lungimiranti, suggerendo alla FA di
creare una competizione per soli club amatoriali, creando a tal proposito la
celeberrima FA Amateur Cup, vinta dallo Sheffield FC nel 1904 contro l’Ealing.
Di quel giorno resta una foto d’epoca sbiadita dal tempo che ritrae il gruppo
al Valley Parade di Bradford, e che nella didascalia sottostante recita così:
” Bolsover,
Chambers,Milnes, Green, Potts, Frost, Sylvester, Bedford, Hoyland G.,Hoyland
J.E.,Forsdyke. Mr. Percy Green vive attualmentea Bradfield, mentre Mr. Frost a
Dore. Si ritiene che Mr.Forsdyke sia in Canada."
Sarebbero tornati a giocarsi una finale nel rinominato FA
Vase nel 1977 a Wembley. Oltre tremila tifosi giungeranno dalla Steel City, tra
cui alcuni sostenitori dello Sheffield United che rinunciarono alla partita che
la loro squadra del cuore giocava in quello stesso giorno contro il Chelsea.
Nell'altra metà campo ci sono i campioni in carica del Billericay Town: nessuna
delle due formazioni riesce a prevalere sull'altra, si va alla ripetizione. Il
24enne John Pugh, insegnante al Politecnico, mise la firma sulla prima ed unica
rete segnata dallo Sheffield Football Club nello stadio nazionale. Si tornò in
campo per il replay stavolta al City Ground, la tana del Nottingham Forest.
Ancora una volta le due squadre dimostrano che la differenza dei rispettivi
valori era minima. Ma il trofeo, per il secondo anno consecutivo, finì tra le
mani dei giocatori del Billericay, dopo il 2-1 finale.
Se è vero, che gli anni ottanta sono stati un periodo
difficile per il calcio inglese, è altrettanto vero che lo Sheffield Football
Club non ne rimase immune. Gli anni ottanta, infatti, saranno il decennio che
accompagnerà il pallone nel periodo che lo stravolgerà definitivamente, con la
televisione sempre più invasiva, e con gli stipendi dei calciatori che
subiranno un'impennata paurosa. Cambiamenti epocali che colpirono pure la
società britannica: il settore secondario andò in crisi, come dimostrato dagli
scioperi dei minatori e dalle condizioni proibitive di alcuni settori trainanti
dell'industria britannica. Ovvio che anche il comparto dell'acciaio perno
dell’economia di Sheffield ne risenti': la produzione scenderà repentinamente,
la disoccupazione subì un impennata, e nella decade successiva si registreranno
migliaia di licenziamenti. Non è un caso che, in concomitanza con la crisi
delle acciaierie, gli stessi United e Wednesday si ritrovino ad annaspare nelle
divisioni inferiori del calcio inglese. Quanto allo Sheffield Football Club, il
vero problema saranno le spese di manutenzione della società, in costante
aumento. Nel 1988 la squadra non può più permettersi di giocare nel bucolico
terreno di Abbeydale Park e dopo oltre sessanta anni deve traslocare a
Hillsborough Park, a pochi passi dalla casa delle Owls.
Nel 2007 il club ha festeggiato il 150° anniversario dalla
sua fondazione. A rendergli omaggio l'iconico Pelé, e un amichevole contro
l’Inter. Un evento, che ebbe un gradito anticipo nel 2004, in occasione dalla
consegna del "FIFA Order Of Merit", la più importante onorificenza
attribuita dal massimo organo calcistico mondiale, facendo divenire così lo
Sheffield FC l'unico club al mondo insieme al Real Madrid ad averlo ricevuto.
C’è anche una pagina un po' triste a corollario della storia
di questo sodalizio. Quella datata quattordici luglio 2011 quando il
"Football original rulebook", una copia unica scritta a mano del
libretto contenente le storiche Sheffield Rules e una parte dell'archivio del
club, furono messe in vendita dalla società attraverso la nota casa d’aste
Sotheby's; la ragione di tale azione fu evitare la bancarotta ed il conseguente
fallimento. Inevitabile o meno che sia stato il gesto, il prezzo battuto disse
881.250 sterline.
Nulla, in ogni caso, in confronto all'importanza di questa
squadra. Nata alle prime luci del gioco, ma caparbiamente rimasta all’ombra dei
riflettori del business, seguendo i dogmi della sua filosofia calcistica, da
loro stessi fondata e portata avanti con sobria dignità. Oggi se volete andare
a trovarlo occorre che vi rechiate al Dronfield Coach and Horses, un delizioso
pub recentemente ristrutturato e situato all'estremità inferiore di Sheffield.
Bevetevi una Thornbridge Brewery, uscite e salite di qualche passo. Il campo
dei pionieri adesso e lì..
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