Racconto di Sir Simon
Roger Bell era un tifoso dell’Hallam FC. L’ha seguito per
circa venti anni, in casa, e spesso in trasferta. Un personaggio che fungeva da
autentico punto di riferimento per i sabati pomeriggio a Sandygate Road.
Pioggia, nebbia o neve, lui c’era sempre. Appoggiato alle balaustre bianche di
recinzione del terreno di gioco intento a sfogliare il programma dell’incontro,
oppure nei pressi del Club House a discutere delle vicende della società, o
magari seduto sui sedili della Main Stand quando le intemperie inducevano a più
miti consigli e ad avere un tetto sulla testa. Bell, è deceduto alla fine dello
scorso anno: non aveva parenti e nel testamento ha donato tutti i suoi averi
alla squadra del cuore. David Slater, presidente dell’Hallam Football Club, non
ha voluto rivelare la cifra ai giornalisti curiosi, ma si vocifera comunque di
molte migliaia di sterline, più qualche proprietà da capitalizzare: il tutto
dovrebbe realizzare una somma a sei cifre. Nei pub di Crosspool, parecchie
pinte di birra sono state alzate in suo onore, e molta “acqua di Scozia” è
stata stillata.. Un vero appassionato di football, educato, cortese, e
benvoluto dalla comunità. Quella comunità situata a ovest del centro abitato di
Sheffield, ai piedi di quei monti Pennini che da qui iniziano il loro lungo e
tortuoso percorso verso l’arrotondato Cross Fell, e verso un paesaggio ancora
oggi misterioso e selvaggio, dove l’erica e la brughiera la fanno da padroni,
macchiando le incontaminate distese, spesso, insieme al biancheggiare di qualche
gregge di pecore.
Nel 1804 lungo Sandygate Road c’era una locanda. Si chiamava
Plough Inn, affacciata su un'antica strada romana che univa le cittadine di
Lincoln e Buxton. Uno di quei posti che sono la quintessenza di un certo tipo
di letteratura inglese. Muri in pietra, vetri molati, il comignolo fumante, il
solido bancone di legno, e qualche strambo avventore, o forse semplicemente più
ubriaco degli altri, guardato a vista dal proprietario stizzito. Roba da Cime
tempestose o Jane Eyre. Evidentemente però, non si poteva giocare per sempre a
dadi o a freccette, o peggio ancora accerchiarsi e scommettere su chi fra i due
poveri galli avrebbe ceduto per primo. Poteva esserci un modo diverso per
passare il tempo, più elegante, più sobrio, sempre che i francesi di Napoleone
non avessero invaso l’Inghilterra, e tutti gli uomini in grado di impugnare un
fucile, dovessero essere urgentemente richiamati alle armi. Fortunatamente,
seppure l’istrionico Imperatore progettasse da qualche tempo uno sbarco
sull’isola, ciò non accadde, e sui campi intorno alla locanda s’incominciò a
praticare il Cricket. Il gruppo si fece chiamare Hallam Cricket Club, e nel
giro di pochi anni raggiunse oltre trecento soci. E’ cosi fra un “innings” e
l’altro, si andò avanti fino al 1860. Sì, perché nel frattempo a Sheffield era
scoppiata la scintilla del nuovo gioco. Quel calcio, che il duo Crestwick-
Prest, aveva non solo portato nella grigia città dell’acciaio, ma che aveva
contribuito a migliorare e regolamentare.
Era sufficiente. A Hallam non potevano restare indietro. Il
merito principale andò a John Charles Shaw, fondatore e capitano del nuovo
sodalizio calcistico cittadino. Un club che non potrà vantarsi di essere il più
antico del mondo, ma il suo impianto assolutamente sì. Oggi Sandygate Road, è
una sorta di monumento nazionale, tutelato da una legge che vieta qualsiasi
utilizzo diverso dell’area, e quindi praticamente considerato a tutti gli
effetti patrimonio dell’ Umanità. La data esatta di nascita riporta 4 settembre
1860. Un’anagrafe che rese inesorabile il contatto con i dirimpettai dello
Sheffield FC, e di conseguenza i primi incontri tra dirigenti per fissare la
data e il luogo della prima stracittadina ufficiale. E, d’altro canto se si
eccettua qualche voce giunta dal Kent sulla formazione di un altro gruppo
dedito al Dio pallone, la gara era inevitabile, visto e considerato che in quel
momento, le due compagini rappresentavano le uniche squadre di calcio presenti
al mondo, paradossalmente distanti solo alcune miglia.
Curiosità: un ruolo fondamentale nella creazione della
squadra oltre che il già citato Shaw fu rivestito da Tom Vickers, entrambi in
origine membri dello Sheffield Football Club. Il primo, poi sarà destinato a
divenire una figura leggendaria del calcio inglese: già capitano, segretario e
tesoriere dell'Hallam, è eletto alla presidenza della Sheffield Football
Association nel 1869, proprio negli anni in cui la Steel City contribuirà
maggiormente alla diffusione del gioco sul territorio britannico.
E’ deciso. Il giorno di Santo Stefano rappresentò la
chiusura del cerchio. Data festiva e memorabile. Le due formazioni si daranno
battaglia sul terreno di Sandygate. Il Boxing Day del 1860, in altre parole fu
il primo derby calcistico dell'era moderna, arbitrato da un certo signor
Richard Douglas. Ogni squadra mise in campo più degli undici attuali giocatori:
L’ Hallam si presentò con una divisa blu listata di bianco, mentre lo Sheffield
ripiegò su una raffinata camicia rosso scarlatto. A conquistarsi la vittoria
sarà la formazione ospite, che superò i “cugini” più giovani per 2-0. L’unico
goal messo a referto sarà quello del capitano dello Sheffield, Creswick, mentre
e possibile leggere, a respiro cadenzato, i nomi degli uomini di quelle due
squadre, che inconsapevolmente quel pomeriggio stavano facendo la storia del
calcio:
Per lo
Sheffield FC scesero in campo: Creswick, Baker, Chambers, Dixon, Favell, Gould,
Hall, Moore, Prest, Sellars, Turton, Wightman, e Wild. Per l’Hallam, i
prescelti furono: Shaw, B. Elliott, G. Elliott, Hobson, Moore, Pearson,
Pye-Smith, Snape, F.Vickers, T. Vickers, Warburton, Waterfall, G.H. Waterfall.
Salto temporale. Il 16 febbraio 1867 gli abitanti di
Sheffield aprendo i giornali, scorgono una notizia più curiosa che campeggia
accanto agli onori per John Joseph Croydon, l’uomo che grazie alle informazioni
inviate alle autorità farà fallire la presa del castello di Chester da parte
dei Feniani in rivolta. In realtà si tratta di un insolito annuncio: l'autore
si chiamava Thomas Youdan, il proprietario dell’Alexandra Theatre, uomo
facoltoso e grande appassionato di calcio. E il suo amore per questo gioco è
talmente sfrenato che decide di sponsorizzare un vero e proprio torneo: la
Youdan Cup.
Con una spesa irrisoria commissiona la realizzazione del
trofeo, una bella coppa d'argento, che alla fine, però, verrà a costare dieci
volte tanto, e, soprattutto, non sarà pronta per il giorno della finalissima..
Alla competizione s’ iscriveranno ben dodici squadre locali.
Il nome eccellente, tuttavia non figurava nella lista: Lo Sheffield Football
Club non parteciperà, a quello che in seguito, sarà ufficialmente riconosciuto
come il primo trofeo in palio del calcio mondiale. Sembra che i motivi
dell’assenza vadano ricercati in un litigio fra il capitano della squadra e gli
altri giocatori, ma siamo molto nel sentito dire, ed è meglio essere prudenti
in certi casi.
La Youdan Cup non si limitò a dare un senso alle
interminabili sfide che caratterizzavano il gioco nelle sue fasi primordiali,
ma sviluppò ulteriormente le cosiddette Sheffield Rules, con l’introduzione ancora
di nuove direttive, innovazioni, come la presenza di un arbitro neutrale, i
calci di punizione, ed i tempi supplementari. In caso di parità al termine dei
novanta minuti si convenne che quell’ embrione di extra time dovesse prevedere
il prolungamento del match addirittura di un'ora, ma se una delle due squadre
avesse segnato una rete prima dello scadere dei sessanta minuti, avrebbe vinto
l'incontro. In pratica un golden goal ante litteram. Esattamente quello che
deciderà la sfida tra Norfolk Club e Broomhall del 23 febbraio 1867 a favore
dei primi. Ma se per il Norfolk il suo primo golden goal sancirà la fine delle
ostilità, la finale tra Hallam e Norton Oakes stentò a trovare il suo
vincitore. Non bastò neppure un'ora di tempo supplementare. Si dovette andare
così alla ripetizione dell'incontro disputato a Bramall Lane, e proprio un
altro goal realizzato nella nuova appendice di tempo, regalò la vittoria ai
bianco blu per 2-1.
La competizione non fu più ripresentata, e la coppa
finalmente pronta e lucida sparì addirittura fino al 1997, quando un
collezionista scozzese, venuto, non si sa come in possesso del vecchio trofeo,
prese subito contatto con l'Hallam FC. E il club a quel punto non poteva non
acquistarlo. Il cimelio tornò quindi a Sheffield per una cifra molto vicina
alle 2.000 sterline. Peccato per la mancanza di filantropia sportiva, quella
coppa andava forse riconsegnata gratuitamente al legittimo proprietario, ma
alle volte gli scozzesi restano davvero fedeli ai loro luoghi comuni..
Nella galleria degli ex degni di nota spiccano nomi illustri
come quello di Howard Wilkinson, manager del Leeds United campione
d’Inghilterra nel 1992, quello di Sean Connelly leggenda dello Stockport
County, e senza dubbio Jack Whitham ex giocatore di Sheffield Wednesday,
Liverpool e Cardiff City che chiuse la sua carriera ad Hallam come player
manager, prima del ritiro definitivo dalle scene calcistiche nel 1976.
Insomma anche i Countrymen, o gli “on the rocks” come
riporta l’antica toponomastica inglese sulla definizione del luogo, hanno
attraversato spavaldi più di centocinquanta anni di vita sportiva con la loro
piccola grande squadra..
“Countrymen” esatto, gente di campagna, loro sì, che ne
hanno sempre di belle storie da raccontare..
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