Racconto di Sir Simon
Maggio 1987..
La Mini red flame corre nel verde e suggestivo
Northamptonshire. Strade ondulate che circondano il piccolo promontorio di
Arbury Hill, tagliate dal placido scorrere del fiume Nene. Riflessi di memoria:
Alla radio passano l’ultimo successo di Boy George “Everything I Own”. La Mini
classica, l’ultima versione, dotata di carreggiate allargate, freni anteriori a
disco, codolini in plastica nera sulle ruote, e nuovi rivestimenti interni.
Fotogrammi di eleganza e stile tutti britannici. Ritagli di gioventù, di un'altra
epoca.
L’odore di cuoio pervade ogni stradina e ogni anfratto di
una città sonnambula, sorniona, quasi volesse evitare di far sfoggio delle sue
perle neppure troppo nascoste. Ogni tempio, inteso come shoemaker factory,
racconta una storia propria, ma tutti rivelano il patrimonio comune, di un’arte
che ha insegnato al mondo come abbigliare il piede.
Northampton. Frammenti di quel “piccolo mondo antico” in cui
il tempo era scandito con metodica lentezza, fascino, e assoluto rigore
artigiano.
Cobblers. I calzolai.
Una tradizione calzaturiera illustre, che risale ai tempi di
Oliver Cromwell, quando l'era delle fabbriche non era ancora sorta, ma in
migliaia, nelle capanne dal tetto di paglia, seguivano la loro vocazione con
semplicità e naturalezza, provvedendo non solo ai bisogni della loro comunità
rurale, ma rifornendo regolarmente le città vicine ed anche altre parti del
paese.
Tomaia, trincetti, lesine. Verso Wantage Road, il rumore del
martello sui tacchi si fa più incessante.. Al County Ground i calzolai hanno
vinto il torneo di Quarta Divisione..
E senza Tony Barton. Si proprio lui. Il manager, che a
sorpresa era diventato campione d’Europa con l’AstonVilla, e che altrettanto a
sorpresa nel 1984 aveva firmato come allenatore dell’Northampton Town. Povero
Tony, forse il suo cuore debole che sempre l’ha accompagnato e ne ha deciso le
sorti, non era adatto alle grandi pressioni. Meglio la campagna e un piccolo
club. Che poi tanto piccolo forse non lo era nemmeno, visto che l’ambizione
sportiva lo trascinò circa vent’anni prima, addirittura nella massima serie
seppure per un solo campionato. Quando Barton abbandonò la panchina per
problemi di salute, a County Ground arriva Graham Carr con le sue guance
paffute e l’inseparabile flat cap di lana grigia.
Nella sua prima stagione in carica terminerà il campionato
in ottava posizione. Un trampolino di lancio discreto per tentare qualcosa di
meglio. E il meglio arriverà. Puntuale, com’erano allora le stagioni. Come i
narcisi della primavera inglese del 1987, in cui i cobblers solleveranno quel
trofeo, e guadagneranno la promozione.
Una stagione da incorniciare. Novantanove punti.. segnando
103 gol, ventinove dei quali porteranno la firma di Richard Hill che grazie a
quei centri approderà a Watford per la lauta somma di 265000 sterline. Un altro
record, questa volta economico, per le casse del club.
Il Northampton Town si era formato ufficialmente il 6 marzo
1897, dopo tutta una serie di fitte riunioni fra insegnanti di scuola del
distretto della città e un avvocato locale, un certo AJ “Pat” Darnell, nelle
sale del Princess Royal Inn, in Wellingborough Road. Fra una tazza di tè, e una
partita a Whist, nasce la squadra di calcio. Non senza qualche contestazione.
Servirà una vertenza per decidere il nome del sodalizio, che non avrebbe dovuto
confondersi con l’appellativo del gruppo cittadino di Rugby. Alla fine basto
aggiungere il suffisso “Town” e tutto fu risolto. Con ampi sorrisi sotto i
baffoni a manubrio.
Solo una squadra riuscì a battere in casa i calzolai nella
stagione 1986/87. Il merito, se così lo possiamo definire andò allo Swansea che
si impose con una rete di Colin Pascoe, in faccia a quelli della Spion Kop,
covo dei tifosi colorati di claret and white.
Ovvio. Difficile sconfiggere quel Northampton. Il Preston
North End ci provò, ma restò indietro di nove lunghezze, il Southend
lontanissimo a meno diciannove. Numeri. Fredde statistiche. La realtà, parla di
un insieme di ottimi giocatori, fra i quali spiccavano le doti del giovane
centrocampista Eddie McGoldrick proveniente dal Nuneaton Borough, con molta
probabilità, l’uomo chiave del successo della squadra di Carr. Per il quale, al
termine dell’esperienza con Northampton e Crystal Palace, nel 1993, si
apriranno le porte di Highbury, e per un ragazzo nato a Islington, non deve
essere stato davvero un brutto affare.
Con lui il capitano Trevor Morley, che l’anno successivo se
ne andrà a Manchester sponda City, e dopo ai londinesi del West Ham. E poi il
portiere Peter Gleasure, Phil Chard (250 partite con il club di County Ground),
Warren McDonald, il difensore centrale Keith McPherson, la sua spalla Russ
Wilcox, e il sempre pronto Dave Gilbert. Un po’ meno si vide il figlio di Carr,
Alan, che sedeva sulla panchina con papà con tanto di cartella scolastica.
Graham voleva diventasse in futuro un calciatore, invece presto lascerà palla e
scarpette, e farà successo come comico, tanto da diventare uno dei più bravi
interpreti dell’umorismo inglese.
Oh Northampton, come doveva essere stata buona la birra
quell’anno sotto i tetti aguzzi del County Tavern Pub..
The fields
are green the skies are blue,
the river
Nene goes winding through,
the market
square is cobbled stones,
it shakes
the old dears to the bones,
a finer
town you'll never see,
a finer
town you'll never be,
your city
lights don't bother me,
Northampton
Town i'm proud to be..
Nessun commento:
Posta un commento